I mercati asiatici hanno inizialmente reagito bene alla vittoria di Obama, salvo poi a ritracciare una parte del guadagno. In effetti la conferma del presidente in carica non cambia molto rispetto alle sfide da affrontare, prima fra tutte il ‘precipizio’, il ‘fiscal cliff’ di fine anno, quando scatteranno, per un totale di 600 miliardi di dollari, automatici tagli di spesa e aumenti di imposta (venir meno delle riduzioni passate delle aliquote).
Anche il dollaro, che ieri aveva guadagnato per l’imminente venir meno dell’incertezza, aveva registrato un rialzo nei primi momenti della vittoria, salvo poi tornare al punto di partenza. Una politica monetaria accomodante è favorita da Obama, e molti temono che l’ulteriore creazione di moneta da parte della Fed finirà per indebolire il biglietto verde. Il petrolio è a quota 88 $/barile e mantiene i guadagni di ieri, mentre l’oro si rafforza per le stesse ragioni legate alle prospettive di un dollaro più debole. Ma queste reazioni sono ancora epidermiche. La vera partita si giocherà sull’evoluzione dell’economia reale americana, e qui le prospettive sono per una ripresa più vivace. Sullo sfondo rimangono le incognite legate al voto greco sulle misure di austerità, e al cambiamento della dirigenza cinese.
http://www.bloomberg.com/news/2012-11-07/asia-stocks-advance-before-u-s-election-results-while-oil-slips.html