Il venticello di ottimismo che aveva percorso i listini azionari statunitensi nella speranza di più miti provvedimeti sui dazi, è stato spazzato via in Asia da un vento forte carico di ansia per l’impatto di una guerra commerciale totale per i danni che potrebbe arrecare all’economia globale e ai profitti aziendali. Trump ieri sera ha aggiunto una nuova forma di tariffa reciproca sul Venezuela. Così crollano i tech cinesi, guidati da Xiaomi e Alibaba, mentre Toyota fa un passo indietro nell’elettrico. Eppure Wall Street aveva chiuso in netto rialzo, con i Magnifici Sette fortissimi e i decisi rialzi di Amazon e Tesla.
Intanto proseguono le trattative verso la pace in Ucraina e Kiev abbraccia l’idea di un cessate il fuoco totale.
Trump punisce con “tariffe secondarie” i clienti del Venezuela
Gli investitori gurdano con preoccupazione all’ annuncio delle tariffe del 2 aprile, chiamata da Trump “Giorno della Liberazione” facendo riferimento alla ritorsione contro i partner commerciali accusati di aver a lungo accusato di “fregato” gli Stati Uniti. Ieri il presidente Usa ha trovato una nuova arma di politica economica, minacciando quella che ha definito “tariffe secondarie” sui paesi che acquistano petrolio dal Venezuela così da soffocare il suo commercio di petrolio con altre nazioni. La minaccia, trasmessa tramite un post su Truth Social e poi confermata in un ordine esecutivo, dice in particolare che i paesi dovrebbero affrontare tariffe del 25% sul commercio con gli Stati Uniti se avessero acquistato petrolio e gas dal Venezuela, che è già sotto pesanti sanzioni statunitensi. La mossa ha lo scopo di fare pressione sul paese per le “decine di migliaia di criminali di alto livello e di altro tipo” che secondo Trump il Venezuela ha inviato negli Stati Uniti. I prezzi del petrolio stornano (Wti -0,26% a 68,93 dollari al barile e Brent -0,25% a 72,19 dollari al barile)
In altre dichiarazioni, da una partre ha avvertito che le tariffe automobilistiche arriveranno presto, dall’altra ha detto che alcuni partner commerciali avrebbero ricevuto possibili esenzioni o riduzioni.
Wall Street ieri in rialzo. Amazon (+3,59%), Tesla Motors (+11,93%)
Eppure ieri i listini statunitensi ieri avevano chiuso in rialzo con gli investitori speranzosi in un approccio misurato sui dazi, dopo un indice sull’attività manifatturiera statunitense in calo a marzo e il PMI servizi in rialzo. Il Dow Jones ha terminato la giornata con un aumento dell’1,42%, a 42.583 punti; sulla stessa linea, chiude in corsa l’S&P-500, che termina gli scambi a 5.768 punti al suo massimo in oltre due settimane. Balza in alto il Nasdaq 100 (+2,16%); sulla stessa tendenza, su di giri l’S&P 100 (+1,81%). Da segnalare in particolare Amazon (+3,59%), Tesla Motors (+11,93%), L’indice dei Magnifici Sette (+3,46%) ha messo a segno la miglior seduta degli ultimi due mesi. Dollaro sotto 1,08 contro euro per la prima volta in due settimane.
Cina zavorrata dai tech, crollano Xiaomi e Alibaba
Le azioni cinesi hanno guidato le perdite in Asia senza riuscire a sfruttare il rialzo di Wall Street. L’indice delle azioni tecnologiche cinesi a Hong Kong è crollato fino al 3,8%, il maggior calo in tre settimane, con Alibaba e Xiaomi tra i maggiori perdenti. Sono sulla parità le borse di Shanghai Shenzhen. Perde quasi il -2% l’indice Hang Seng di Hong Kong.
Xiaomi, con sede a Pechino, è scesa fino al 6,6% dopo l’annuncio di un aumento di capitale da 5,5 miliardi di dollari. Il titolo era più che triplicato rispetto al minimo di agosto, diventando il miglior performer dell’indice Hang Seng di Hong Kong. Poco prima dell’apertura delle contrattazini asiatiche, stanotte, il gigante cinese dell’elettronica di consumo ha dichiarato di aver collocato 800 milioni di azioni a 53,50 dollari di Hong Kong, con uno sconto del 6,6% rispetto al prezzo di chiusura di lunedì. I proventi saranno impiegati per accelerare l’espansione del business, investire in ricerca e sviluppo e finanziare altri scopi aziendali generali.
Anche Alibaba è in calo, scivolando di oltre il 3% dopo che il suo presidente Joe Tsai ha messo in guardia da una potenziale bolla nella costruzione di data center, sostenendo che il ritmo di costruzione potrebbe essere superiore alla domanda iniziale di servizi per l’intelligenza artificiale. La corsa delle grandi aziende tecnologiche, dei fondi di investimento e di altre entità, a costruire assembramenti colossali di server negli Stati Uniti, in Asia e in giro per il mondo, sta iniziando a sembrare indiscriminata. Molti di questi progetti sono costruiti senza che ci sia l’idea di chi saranno i clienti, ha dichiarato Tsai al Global Investment Summit di HSBC a Hong Kong. La stessa Alibaba, che a febbraio ha detto di voler puntare molto sull’IA, prevede di investire più di 380 miliardi di yuan (52 miliardi di dollari) nei prossimi tre anni.
In Giappone, Toyota fa un passo indietro sulle auto elettriche
L’indice Nikkei di Tokyo guadagna lo 0,3% e lo yen consolida le posizioni intorno a 150 su dollaro, dopo tre sedute consecutive di ribasso. Il Giappone scopre l’inflazione: il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba sta per presentare “poderose” misure di contrasto all’inflazione in occasione del del bilancio fiscale 2025. Toyota rinvierà la costruzione di una fabbrica di batterie agli ioni di litio nella prefettura di Fukuoka a causa della scarsa domanda di veicoli elettrici a livello globale. Lo anticipa la stampa nipponica che cita una fonte dell’azienda a conoscenza del dossier, spiegando che Koji Sato, presidente della casa automobilistica, dovrebbe recarsi presto a Fukuoka per informare i funzionari del governo della prefettura della decisione. Oltre a una domanda di veicoli elettrici inferiore alle aspettative, inoltre, alla base della decisione c’è l’aumento dei budget per l’impianto, dovuto all’impennata dei costi dei materiali e della manodopera. Inizialmente, la divisione Toyota Battery Co, interamente controllata dalla casa auto, aveva pianificato la costruzione della fabbrica già da quest’anno, con l’avvio della manifattura di batterie nel 2028. L’obiettivo era quello di poter raddoppiare l’autonomia dei veicoli elettrici a 1.000 chilometri e di ridurre i costi di produzione del -20% per le auto col marchio Toyota di nuova generazione. L’azienda sta anche considerando di posticipare la data di uscita del 2026 del suo primo modello EV di nuova generazione, una berlina del marchio di lusso Lexus, perché ha bisogno di più tempo per garantire la qualità delle nuove tecnologie coinvolte.
In calo la borsa di Seul, indice Kospi -0,5%. Hyundai Motor sale in controtendenza, +3%. La Casa Bianca ha fatto sapere su X che la casa automotive coreana annuncerà a breve un piano di investimenti negli Stati Uniti da 20 miliardi di dollari. C’è in più l’avvio di copertura, con giudizio Overweight, di Morgan Stanley. Samsung Electronics è in calo dell’1%: la società ha annunciato che il co-amministratore delegato Han Jong Hee è morto stanotte a causa di un attacco cardiaco.
L’attenzione durante le ore asiatiche si è concentrata sulla rupia indonesiana, scesa al livello più basso dalla crisi finanziaria asiatica della fine degli anni ’90 a causa della forza complessiva del dollaro e delle preoccupazioni sulla salute fiscale della più grande economia del Sud-est asiatico. La fiducia degli investitori è in calo in Indonesia, dove il mercato azionario la scorsa settimana ha risentito maggiormente dell’indignazione degli investitori per gli ingenti piani di spesa sociale del presidente indonesiano Prabowo Subianto.
Borse europee viste deboli, occhi a Banco Bpm, Stellantis e Pirelli
Le Borse europee seguono il calo asiatico e sono viste aprire in calo sulla base dei futures a -0,21%, in linea con i futures statunitensi (-0,22% quello sul Dow Jones e -0,21% quello sull’S&P500).
Auto. In Europa, a febbraio le vendite di automobili sono diminuite del 3,1% rispetto all’anno precedente, il calo più forte degli ultimi cinque mesi, poiché l’incertezza sull’economia ha spinto i consumatori a trattenersi dagli acquisti più consistenti. Stellantis, nato dalla fusione tra Fca e Peugeot ha fatto peggio, ha registrato una contrazione delle immatricolazioni del 16,2% per un totale di 155.970 unità. La quota di mercato è rimasta stabile al 16,2% rispetto al mese precedente. Occhio anche a Pirelli per lo scontro tra management e soci cinesi.
Anima. Il gruppo Caltagirone ha deciso di aderire all’opa lanciata da Banco Bpm, apportando la sua quota del 5,84%. Con questa adesione e considerando la quota detenuta da Banco Bpm e gli impegni già ricevuti, la banca guidata da Giuseppe Castagna ha potenzialmente superato il 50% di Anima.
Azimut ha acquisito una quota di minoranza in due controllate di Red Med Capital, banca d’investimento marocchina. La prima è Red Med Asset Management, società che gestisce 1,7 miliardi di euro di masse e dal 2017 è cresciuta in media del 30% ogni anno. La sua quota di mercato è del 3% e Azimut ne ha acquisito il 29%. La seconda controllata, invece, è Red Med Securities, broker che offre servizi di trading, custodia, gestione conti e assistenza agli emittenti. In questo caso la quota di mercato è del 4,4%, in aumento dal 2,3% del 2023, e la holding italiana ha in mano il 25%.
Enel. Tramite la controllata Egpe ha firmato un accordo con Masdar, leader dell’energia pulita degli Emirati Arabi Uniti, per la vendita di una quota di minoranza, pari al 49,99% del capitale sociale, in Egpe Solar 2 per 184 milioni di euro. Restando nel comparto energetico si segnala che Hsbc ha alzato il target price da 5 a 5,10 euro su Snam (rating hold).
Tim è stata fissata per il 27 maggio l’udienza in Corte di Cassazione sul ricorso della presidenza del Consiglio dei ministri contro la sentenza della Corte di Appello di Roma che ha condannato lo Stato italiano a rimborsare 1 miliardo di euro al colosso tlc.
Nexi. S&P ha migliorato il rating dia BBB- con un outlook stabile.
Terna riunisce il cda sul bilancio 2024 e l’aggiornamento del piano industriale 2024-2028.