LE BANCHE FRENANO LA RIPRESA DEI LISTINI
A MILANO PROVE DI RIMBALZO PER FIAT
La Borsa di Milano rallenta la corsa della prima meta’ della mattinata, quando gli indici erano saliti a guadagnare oltre il 2%: zavorrato dal passaggio in negativo del comparto bancario, il Ftse Mib, alle 12 e 15 segnava un più modesto +0,21% a 14.821 punti e l’All Share +0,31%. L’inversione di tendenza del settore del credito, a livello europeo, si spiega in parte con il summit odierno tra i ministri delle Finanze di Parigi e Berlino in cui si definiranno i termini delle tasse sulle transazioni finanziarie. Un caso a parte riguarda Bpm (-3,62%), in forte ed accelerata caduta dopo la lunga rincorsa in attesa della semestrale di giovedì e delle decisioni sull’aumento di capitale: il consorzio di garanzia preme per un rinvio dell’operazione sollecitata da Banca d’Italia. Rimbalza Fiat (+4%), ci prova Unicredit (-0,3%). Una grana con il fisco brasiliano ferma la corsa dei Telecom Italia (-1,3%). In grande spolvero dopo l’upgrade di JP Morgan il titolo Campari +3,7%, che si conferma uno dei valori anticiclici più robusti. Nemmeno il repentino aumento dello scetticismo sulle prospettive economiche, testimoniato dal calo ai minimi da fine 2008 registrato dallo Zew tedesco, ha compromesso il rally dei mercati e dell’euro. Dopo una prima reazione negativa all’uscita dello Zew, gli indici azionari europei hanno continuato nel sentiero positivo con il Dax di Francoforte che sale del’1,73%, il Cac 40 dell’1,62%. Tra le valute prosegue il movimento rialzista dell’euro a quota 1,4485 dollari, non lontano dai massimi a 3 settimane. Da segnalare, tra i listini del Vecchio Continente, il denaro su Ubs (+2,47%) a Zurigo che ha annunciato tagli al personale per 3500 unità. La riduzione dell’organico dovrebbe consentire a regime risparmi annui pari a circa 2,5 miliardi di franchi svizzeri.
LA GERMANIA VEDE NERO NEL PROSSIMO FUTURO
L’INDICE ZEW E’ SCESO AI MINIMI DA 3 ANNI
L’indice tedesco Zew sulle aspettative economiche ad agosto si è attestato a -37,6 punti dai -15,1 fatti segnare il mese precedente. Il consensus era per un calo meno marcato a -26 punti. Si tratta dei minimi dal dicembre 2008 quando l’economia tedesca era in piena recessione. L’istituto di ricerca teutonico ha rimarcato come sia fortemente aumentato lo scetticismo sulle prospettive economiche per l’area euro con la crescita del Pil tedesco del secondo trimestre che ha fortemente deluso le attese. L’economia tedesca ha registrato nel secondo trimestre un forte rallentamento registrando un progresso limitato allo 0,1% su base trimestrale rispetto al +1,3% del primo trimestre. Ieri il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgan Schaeuble, ha dichiarato in un’intervista radiofonica che per la Germania non c’è rischio recessione e le stime rimangono di un progresso del 3% del Pil quest’anno nonostante il forte rallentamento economico registrato nel secondo trimestre. Berlino intanto ieri ha annunciato i nuovi obiettivi di contenimento del debito. Il pareggio di bilancio dovrebbe arrivare con un anno d’anticipo. Il rapporto mensile del ministero delle Finanze evidenzia come il rapporto deficit/Pil è ora visto scendere all’1,5% quest’anno dal 3,3% del 2010 con pareggio di bilancio nel 2014. Le precedenti stime erano invece di un deficit sotto il 2,5% quest’anno e pareggio solo nel 2015. Il debito pubblico tedesco a fine anno dovrebbe scendere del 3% attestandosi a quota 80%.
FINANZA GLOBALE: AD AGOSTO GRANDE FUGA DAI FONDI DI OGNI TIPO
ERA GIA’ SUCCESSO ALLA VIGILIA DEL CRACK LEHMAN BROTHERS
C’è una preoccupante analogia tra il settembre 2008, il mese che precedette il crack di Lehman Brothers e l’agosto 2011: per la prima volta da allora, a livello globale, non solo i fondi azionari ma anche quelli obbligazionari e monetari hanno assistito a una fuoriuscita di denaro (-16 e -18 miliardi di dollari rispettivamente) . Il dato aggregato per i fondi azionari dei mercati sviluppati conferma la fuga degli investitori nel mese di agosto. A livello globale la fuoriuscita di capitali è stata di 30 miliardi di dollari nelle ultime tre settimane. Non sono passati indenni i mercati emergenti i cui fondi azionari hanno visto una riduzione di 12 miliardi di dollari di capitale investito nello stesso periodo.