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Borse: la Cina fa tremare il tech e il lusso, il tapering preoccupa meno

FIRSTonline

Le purghe cinesi non si fermano. Stamane i grandi nomi della tecnologia, da Tencent ad Alibaba, franano alla Borsa di Hong Kong (-4,5% l’indice del settore tech) dopo l’approvazione della nuova legge sulla privacy che introduce forti limiti alla raccolta ed alla vendita dei dati sui clienti. A New York le azioni di Alibaba hanno perduto un altro 7%. Intanto gli analisti tentano di capire che cosa intenda il presidente Xi quando invoca, come ha fatto al comitato centrale del partito, “regole più rigide per i redditi più alti”. Ma il clima non promette nulla di buono, hanno pensato gli operatori che hanno riversato sul mercato valanghe di azioni Lvmh (20 miliardi abbondanti andati in fumo in due giorni) o Hermés

La stretta di Pechino fa passare in secondo piano la risposta tutto sommato positiva dei listini alle anticipazioni sulle prossime mosse della Federal Reserve, che saranno in parte anticipate al meeting di Jackson Hole. Dopo la prima reazione negativa mercoledì, i mercati Usa hanno ritrovato l’equilibrio, cosa che lascia ben sperare le piazze europee. Ma i presagi di un autunno che non sarà facile affiorano qua e là. In Brasile, ad esempio, dopo sei sedute al ribasso è andato in fumo l’intero rialzo del 2021.

SETTIMANA IN ROSSO A HONG KONG, GIU’ ALIBABA

  • Finale di settimana in profondo rosso per i listini cinesi. Il CSI 300 di Shanghai e Shenzen è in calo del 2,4%, -4% la settimana. Hang Seng di Hong Kong -2,3% (-6,3% la settimana).
  • Giù anche il Nikkei di Tokyo  -0,7% (-3,3% la settimana). A trascinare il listino in ribasso contribuisce Toyota -3% all’indomani delle indiscrezioni del quotidiano Nikkei su una forte riduzione della produzione di autoveicoli allo studio da parte dei dirigenti. Alle ragioni di sempre, cioè la scarsità di chip, si sono aggiunte le difficoltà logistiche dei fornitori in Thailandia e Vietnam. 
  • L’indice Bloomberg APAC relativo all’area Asia Pacifico è in calo dello 0,5%: su questi livelli di prezzo, la settimana si chiude in ribasso del 3,6%.
  • Chiude la settimana in rialzo la Borsa della Nuova Zelanda +1% dopo il rinvio dell’aumento dei tassi deciso per contrastare gli effetti della pandemia. 

FUTURE USA IN RIBASSO, TESLA LANCIA IL ROBOT CHE GUIDA

I future di Wall Street sono stamane in lieve ribasso. Ieri, dopo un avvio negativo i mercati hanno cambiato rotta: S&P +0,19%, Nasdaq +0,11%. Dow Jones sotto dello 0,13%. A favorire il tono più positivo sono stati i dati macro: la richiesta di cassa integrazione è scesa ai minimi da 17 settimane.

  • Tesla ha chiuso in ribasso del 2% nel giorno della presentazione delle sue attività nell’intelligenza artificiale, nel corso del suo primo AI Day, è stato svelato un super chip da installare in un robot umanoide in via di realizzazione. 

PERDE COLPI ROBINHOOD, SI FA ONORE STEVANATO 

  • Frana Robinhood -7%. La piattaforma di trading ha avvertito che nel trimestre in corso ci sarà un calo dei ricavi dovuto al rallentamento dell’attività degli utenti (oggi 21,3 milioni si base mensile). 
  • Si fa onore a Wall Street la matricola Stevanato +6%: la matricola padovana, attiva nella produzione di fiale e contenitori per la farmaceutica e la biotecnologia termina il periodo aprile-giugno con una crescita dei ricavi del 26% anno su anno.  
  • Il dollaro, ieri in rialzo dello 0,3% sull’ euro arretra di poco a 1,169. Petrolio WTI piatto a 63,7 dollari il barile. In chiusura il greggio del Texas ha segnato un calo del 2,7%, il sesto consecutivo.
  • Oro a 1.785 dollari l’oncia, +0,3%. Treasury Note a dieci anni a 1,23%, -1 punto base.

PIAZZA AFFARI DI NUOVO SOTTO I 26 MILA PUNTI 

Il muro dei 26 mila punti, faticosamente edificato nelle ultime settimane di rialzi, non ha retto al primo cenno di ministretta monetaria anticipato dalla Fed. L’indice di Piazza Affari è scivolato a quota 25.982 punti, con un ribasso dell’1,63% mentre finivano sotto pressione l’euro, ai minimi sul dollaro da nove mesi, e lo spread, in lieve allargamento. Una reazione forte che potrebbe anticipare un autunno caldo per i mercati del Vecchio Continente, anche se la ripresa nel finale di Wall Street fa sperare in un rimbalzo di fine settimana.

IL RAPPORTO PREZZO/UITILI SCENDE A 13,6 VOLTE

  • Il ribasso del listino italiano ricalca l’andamento dell’Eurostoxx 50 che ha chiuso a -1,6% in calo dai massimi di metà agosto.
  • Il FtseMib registra una performance da inizio anno di +16,70% contro +15,60% dell’indice Stoxx 600. Ai prezzi attuali il rapporto prezzo/utili è pari in media a 13,6 volte (12,4 volte per il 2022). 

LUSSO IN SALDO A PARIGI -2,4%

  • La Borsa più sacrificata è quella di Parigi, la più concentrata sul lusso che rappresenta il 16% della capitalizzazione. L’indice Cac 40 lascia sul terreno il 2,43% sotto la pressione delle vendite sulle griffe: Kering perde il 9%, LVMH il 6,4% (più del 10% in due giorni), Hermes -4,5%.

I TAGLI DI TOYOTA FANNO MALE A VOLKSWAGEN

  • Sotto tiro anche Francoforte -1,3%. 
  • Il ribasso trae origine pure in questo caso da notizie in arrivo dall’Asia. Toyota -4% ha annunciato ieri che la produzione di settembre sarà ridotta del 40% a causa del perdurare della crisi dei chips. Immediato l’effetto sui grandi dell’auto tedesca. Volkswagen lascia sul terreno il 2%. “Al momento prevediamo che la fornitura di chip nel terzo trimestre sarà molto volatile e limitata”, ha riconosciuto un portavoce dell’azienda di Wolfsburg – il secondo gruppo automobilistico per volume dopo Toyota – in risposta a una richiesta di commento da parte di Reuters. 

LONDRA PIEGATA DALLA CADUTA DELLE MINIERE

I cali sono oltre il punto percentuale anche a Londra -1,5%, affossata dalla discesa dei titoli minerari. Alglo American -11,5% è il titolo peggiore. Antofagasta -5% ha annunciato che ridurrà la produzione di rame per l’anno in corso per i bassi livelli di pioggia Los Pelambres (Cile) che influisce sulla sua capacità di ottimizzare la lavorazione. Meglio Amsterdam -0,73% e Madrid -0,69%.

LO SPREAD SI ALLARGA A 107 PUNTI

Sale l’avversione al rischio, prende velocità al solito la corsa ai Bund a – 0,49%. Il rendimento del  Btp 10 tratta allo 0,57%.  Si allarga così lo spread a 107 punti base.

MONCLER GUIDA LE VENDITE,  MALE ANCHE EXOR

L’alluvione di vendite sul lusso non ha risparmiato Piazza Affari. I venditori si sono accaniti su Moncler – 6,12%. Il mal di Cina affligge anche gli altri titoli del comparto: Cucinelli -6,21%, Tod’s -5,04%, Ferragamo -4,74%.

Patisce anche la scuderia Agnelli. La frenata del luxury colpisce Exor -3,46% e Ferrari -2,8%. I problemi dei chips per il mondo dell’auto spingono giù Stellantis -3,56%, che dovrà ridurre la produzione negli impianti francesi, e Cnh Industrial -3,9%.

UNICREDIT SOTTO TIRO, PER MPS AUMENTO IN VISTA

Vendite sulle banche. Tra le dieci blue chip peggiori del giorno trova spazio infatti Unicredit -2,71%. Fuori dal listino principale non fa molto meglio Mps, -1,91%. Secondo Bloomberg il Tesoro starebbe valutando un aumento di capitale per la banca senese fino a 3 miliardi di euro allo scopo di rafforzarne la solidità patrimoniale e assecondare la richiesta di Unicredit di rendere l’acquisizione neutrale per i suoi ratio di capitale. La strada preferita dal Mef, sostiene l’agenzia, sarebbe quella di un aumento in opzione, in modo che gli azionisti possano sottoscrivere e non veder diluire la loro quota.

Giù anche Campari -2,74%, male il settore dei servizi petroliferi: Tenaris -4,8%, Saipem -2,9%. Eni -2,8%.

SI SALVANO LE UTILITY, VA IN ORBITA RETI 

Tiene il comparto utility, riscoperto in chiave difensiva. Sui 40 titoli dell’indice gli unici positivi sono: Enel +1%. Italgas +1,22%, Terna +0,9%. 

Nel resto del listino da segnalare il volo di Reti +28% tra i principali player italiani nel settore dell’IT Consulting, specializzata nei servizi di System Integration, Cyber Security, Big Data & Analytics, AI, IoT, Cloud, potrebbe muoversi in borsa. Mercoledì il titolo ha chiuso con un rialzo di oltre il 30% a 1,99 euro. Negli ultimi mesi, ha guadagnato circa il 150%. Borsa Italiana comunica che, da oggi e fino a successiva comunicazione, sulle azioni ordinarie Reti non sarà consentita l’immissione di ordini senza limite di prezzo.

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