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Borse ko per l’inflazione Usa, volano bond e dollaro. Piazza Affari si consola con la nuova Ferrari

Photo by Jp Valery on Unsplash

L’inflazione Usa non scende. Anzi, complice la corsa degli affitti e le tensioni sul mercato del lavoro (ieri Amazon ha concordato 5.250 dollari di benefit annui per trattenere i lavoratori), la corsa di prezzi rispetto all’anno scorso si è attestata all’8,3%, sopra le attese degli analisti. Rispetto al mese precedente, nonostante la frenata del petrolio, l’aumento è stato dello 0,1%: dopo questi dati molti pensano che la Fed la settimana prossima possa aumentare il costo del denaro di 100 punti base. Le Borse, che speravano in un calo dell’inflazione, hanno immediatamente accusato il colpo.

Crollano i chip (-6,2%), negativi tutti i titoli del Dow

Wall Street ha vissuto la peggior seduta degli ultimi 24 mesi: in tosso tutti i 30 titoli del Dow Jones (-3,94%); segno meno anche per tutti gli undici settori dell’indice S&P (-4, 32%); sotto tiro anche il Nasdaq (-5,16%), con punte largamente superiori al 6% per i semiconduttori.

La lettera non si è limitata al mercato azionario. Il rischio recessione, più vivo che mai, ha scatenato le vendite sui Bond, facendo schizzare i rendimenti dei decennali al 3,42%, dal 3,32% di ieri. Il biennale ha raggiunto i massimi dal novembre del 2007 a 3,75%; a inizio anno, il rendimento era circa 300 punti più giù. Salgono anche i tassi reali: sulla scadenza a dieci anni siamo ai massimi da fine 2018, a 0,97%.

Tokyo interviene a difesa dello yen, euro sotto la parità

Torna a salire il dollaro, di nuovo sopra la parità rispetto all’euro. In Giappone si parla anche della possibilità di un intervento del governo sul cambio, arrivato intorno alla soglia critica di 145 contro dollaro. Due membri del governo hanno detto che la situazione viene seguita con molta attenzione.

In rosso anche il future sull’Eurostoxx, scende lo Zew

Proseguirà oggi la rabbia dell’Orso? No, gli analisti prevedono un timido “rialzo del gatto morto”, tipico delle fasi di profondo ribasso. Almeno in Usa. L’Europa, che ieri ha bruscamente invertito rotta dopo una mattinata positiva, potrebbe aprire in rosso come segnala il future dell’indice EuroStoxx 50 in calo dello 0,7%.

In Germania l’indice Zew sulle aspettative economiche di settembre è ulteriormente calato a -61,9 punti dai -55,3 di agosto. L’inflazione si è attestata al 7,9%.

Lo spread a 226, Amundi torna a credere nelle obbligazioni

Il rendimento del Btp decennale è al 3,98% e quello del Bund di pari durata a +1,72%, per uno spread di 226 punti base (-1,37%).

Malgrado le tensioni, l’appetito per i bond europei, soprattutto quelli super-garantiti, in forte crescita: la Commissione UE ha prezzato un bond dual tranche (5 e 30 anni) da complessivi 12 miliardi di euro nell’ambito del programma NgEU, con richieste finali per oltre 114,5 miliardi.

Amundi, il più grande gestore di fondi d’Europa, si è detto propenso a rientrare nei mercati dei titoli di Stato, a causa dell’inversione delle prospettive di crescita economica. Il CIO Vincent Mortier ha affermato che, “quando i rischi di recessione cominceranno a concretizzarsi, le banche centrali agiranno per assicurarsi che i tassi a lungo termine non salgano troppo”.

Giù il Nikkei, il jbond sale allo 0,25%

La zampa dell’Orso colpisce stamane anche l’Asia. scende soprattutto il Nikkei di Tokyo: -2,5% nel finale di seduta. La volatilità dei mercati ha spinto nelle ultime ore la Banca centrale del Giappone ad aumentare gli acquisti di bond, portandoli al di sopra dei limiti giornalieri. Il decennale giapponese è fermo a 0,25%, nella parte alta del range tollerato dalle autorità monetarie.

Giù anche le altre piazze: Hang Seng di Hong Kong: -2,4%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -1,2%. Kospi di Seul -1,4%, S&P ASX200 di Sidney -2,5%.

Scende il petrolio, ma JP Morgan vede un prezzo di 150 dollari

In calo di quasi l’1% il petrolio WTI, a 86,7 dollari il barile. Brent 92,5 dollari. Gli Stati Uniti, secondo indiscrezioni, potrebbero iniziare a rifornire le loro riserve petrolifere strategiche quando i prezzi del petrolio scenderanno sotto gli 80 dollari al barile. L’amministrazione Biden sta valutando la tempistica migliore per gli acquisti, tenendo in considerazione l’andamento della produzione petrolifera americana e puntando a evitare un crollo dei prezzi.

Ieri Morgan Stanley e Ubs hanno rivisto al ribasso le previsioni sul prezzo del petrolio, mentre JP Morgan resta dell’idea che il WTI arriverà nei prossimi mesi intorno ai 150 dollari.

Oggi il piano Ue sul gas. In vista prelievi sugli extraprofitti

Il prezzo del gas al nodo olandese si è portato ieri in chiusura poco sotto i 200 euro al MWh. Oggi la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen pronuncerà il discorso sullo Stato dell’Unione in cui illustrerà le misure di emergenza sull’energia. Bruxelles intende tassare gli extra profitti incamerati dalle società che producono elettricità senza l’uso di gas, approfittando del fatto che attualmente l’assetto di mercato prevede che il prezzo dell’elettricità sia legato al prezzo del gas. Il tetto potrebbe situarsi attorno ai 180 MWh. Il denaro verrebbe usato dagli Stati membri per calmierare le bollette delle imprese e delle famiglie.

Le imprese oil, gas & coal intanto saranno chiamate, secondo la bozza, a un contributo di solidarietà temporaneo del 33% sugli utili superiori del 20% alla media degli ultimi tre anni. La Commissione proporrà obiettivi vincolanti di risparmio dell’elettricità così come una proroga nella flessibilità accordata sul fronte delle regole sugli aiuti di Stato.

In Piazza Affari l’eco del rombo della nuova Ferrari

Costa solo 390mila euro su strada il crossover che la Ferrari presenterà oggi a Maranello: quattro posti, quattro porte (un bagagliaio di 473 litri), motore a 12 cilindri. Sarà la Rossa più a buon mercato, ma, si raccomanda il Ceo Benedetto Vigna, “non chiamatela Suv; è una Ferrari e basta”.

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