IN ATTESA DELL’ESAME DELLE BANCHE SOTTO STRESS I BTP
BORSE INCERTE, PIAZZA AFFARI E’ SOTTO DELLO 0,26%
Sotto la scure dei warning delle agenzie di rating sul debito Usa e in attesa dell’esito degli stress test che sarà comunicato nel pomeriggio, le Borse europee stanno vivendo una giornata di attesa, dominata dal nervosismo. A Milano, in particolare, la tensione si manifesta sul fronte dei titoli del debito pubblico, dopo i rialzi dei rendimenti registrati dalle aste della settimana su Bot e Btp. Lo spread con il Bund tedesco è di nuovo risalito oltre quota 300 punti mentre il Btp decennale, il vero “benchmark”, viene scambato con un tasso di interesse del 5,69%.
Il listino milanese accusa una perdita dello 0,26%, in linea con il Cac parigino e il Dax tedesco. Nell’attesa dell’esame cui sono stati sottoposti dall’Eba 91 istituti europei, si diffondono indiscrezioni (pare certa la bocciatura di almeno due banche spagnole) e affiorano le prime polemiche (particolarmente critici sui criteri adottati dall’Eba alcuni banchieri tedeschi).
Ricordiamo che lo stress test prevede di sottoporre i conti delle banche a una simulazione in cui il tasso di crescita del pil europeo scende allo 0,8% annuo mentre le quotazioni dei mercati azionari calano del 15%. Uno scenario che, ahimè, appare oggi assai meno conservativo e prudente di qualche mese fa, quando venne elaborato il modello.
SUGLI SCUDI IL BANCO POPOLARE VERSO LA “BANCA UNICA”
GUIDANO LA CORSA PIRELLI ED INDUSTRIAL, GRAZIE A GS
I titoli delle banche di sistema, Intesa ed Unicredit, a poche ore dai risultati (probabilmente positivi per le banche italiane) sono in pratica invariati. Sotto i riflettori finiscono invece Bpm (+1,8%), dopo la visita in Bankitalia dei vertici per illustrare il piano industriale. Ancor meglio fa il Banco Popolare (+2,2%) che si accinge ad annunciare nel week il nuovo assetto, imperniato sulla banca unica dopo l’assorbimento degli istituti controllati. La capogruppo ingloberà la Popolare di Novara, di Verona, la Lodi e la controllata di Lucca. Il vantaggio sarà nell’ordine di 130 milioni circa, per la metà sotto forma di risparmio dell’Iva infragruppo.
Grande attenzione per Pirelli, Fiat e la galassia delle quattro ruote (+ 1,1% l’indice europeo di settore) promossa da un report Goldman Sachs. Pirelli sale del 2,6% dopo il report della banca d’affari Usa: il settore auto europeo, si legge, presenta grosse opportunità, anche per il basso livello p/u. Ha smesso intanto di scendere la quota europea di mercato della Fiat (+1,5%), rimasta invariata a maggio al livello dell’8,3% per cento. Ma le attenzioni, sempre per un report di Goldman Sachs, sono per Fiat Industrial. Gli analisti Usa guardano con grande attenzione alla crescita del trading profit del gruppo (+37% secondo le proiezioni, a pochi giorni dal consiglio che si terrà il 25 luglio).
Sergio Marchionne, di fronte a questi dati, avrebbe deciso di bruciare i tempi: non solo verrà completato entro il mese l’assetto di vertice della società di camion e trattori, ma il cda potrebbe dare il via ad un’operazione finanziaria più impegnativa: il delisting della Cnh, quotata a Wall Street, di cui Industrial controlla poco meno del 90%, e lo sbarco nella Borsa Usa della stessa Industrial, titolo assai più liquido.
SOFFRE LA TECNOLOGIA (GIU’ STM)
E I TITOLI CON UN FORTE DEBITO
Sul fronte dei ribassi, continua la frana di Stmicroelectronics (-3%) sull’onda della ritirata del settore chip negli Stati Uniti. Non solo i titoli del comparto sono stati declassati da Morgan Stanley (compresa Stm, passata da overweight a neutral) ma pessime notizie arrivano dai produttori leader dei macchinari per la produzione di chip; sia Novellus che Asml denuciano un calo degli ordini nell’ordine del 25 per cento.
Tra i titoli in sofferenza, una nota particolare la merita Mediolanum, nel mirino della procura di Milano per la “soffiata” ricevuta in merIto a un’ispezione della Gd. In calo anche le utilities e, in genere, i titoli a più alta leva di indebitamento: soffrono Enel, Eni e Telecom Italia.