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Borse in stand-by nel giorno di Trump

Morto un Re, viva il Re. Wall Street attende il discorso d’insediamento del 45esimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, con i tre listini quasi tutti in rialzo. L’ottimismo sembra guidare gli operatori, anche se c’è molta attesa di capire come il neo presidente vorrà passare dalle parole ai fatti, dalle promesse elettorali all’azione. Mistero che viene svelato proprio in questi minuti, in cui Trump sta parlando alla nazione e al mondo. A sorpresa anche il peso messicano, nell‘imminenza del discorso, registra la performance migliore contro il dollaro (+0,9%), ma dopo aver toccato, ieri, minimi record.

Caute le piazze europee. Milano, dopo aver galleggiato in giornata sopra la parità, scivola nel finale a -0,06% a 19.479 punti (con Yoox che sprofonda a -4,25%); destino più avverso per Londra, -0,14%. In parità Madrid -0,01%; frazionali rialzi per Parigi +0,20% e Francoforte +0,29%. 

Da segnalare la brillante performance del petrolio, Brent +2,64% a 55,59 dollari al barile, in vista dell’incontro del weekend fra i maggiori produttori mondiali. L’oro nero si avvantaggia inoltre della crescita della domanda cinese che, a dicembre, ha registrato un incremento del 3,4% a 52,8 milioni di tonnellate. Per contro però, secondo i dati Eia, paga pegno a un accumulo inatteso delle riserve settimanali di greggio Usa (+2,3 milioni contro aspettative di +342.000) e un balzo di quelle di benzina. 

A Piazza Affari i petroliferi vanno abbastanza bene: Eni +0,26%, ha vinto anche la gara per la fornitura di 180 carichi di Gnl in Pakistan per 15 anni; Tenaris +0,71%. Positivi alcuni energetici e utilities: Enel +0,27%; Italgas +1,27%.

Bancari in ordine sparso: prosegue il momento brillante di Bper +1,59%, in attesa di compiere il passo decisivo sul fronte aggregazioni; arretra invece Ubi Banca, -2,19%, dopo il rally di ieri e una crescita superiore al 37% da inizio anno. Seduta pesante per Unicredit (-1,47%) nel giorno che precede il raggruppamento in rapporto di un’azione ogni dieci.

Resta abbastanza tonica Fiat Chrysler Automobiles +0,32%, su cui S&P ha confermato il rating di lungo termine (pari a BB) e quello di breve termine (B), con outlook stabile. Per l’agenzia americana un’eventuale multa, anche notevole, non metterebbe in ginocchio Fca, che “ha un margine di manovra nelle sue misure di leverage” e “ampia liquidità a disposizione, se necessario”.

Acquisti su Cnh +1,47%, Moncler +0,45%, Telecom, +0,71%. 

Calo frazionale per Mediaset, -0,19%, con Pier Silvio Berlusconi che vede le “vie legali” come unica soluzione per uscire dall’impasse con Vivendi. 

Sprofonda nuovamente Yoox, -4,25%, nonostante la valutazioni “buy” indicata da più broker. All’origine, probabilmente, le deboli stime sui dati del quarto trimestre e  la decisione di Sarah Rutson, vicepresidente degli acquisti a livello globale, di lasciare il suo ruolo. 

Fuori dal paniere principale svetta Fincantieri, +7,14%, dopo la firma di un memorandum of agreement con il gruppo statunitense Carnival Corporation per la costruzione di due nuove navi da crociera, del valore complessivo di oltre 1 miliardo di euro, destinate ai brand Holland America Line (HAL) e Princess Cruises.

Vendite sull’obbligazionario, con il rendimento del Btp che si riporta a 2,03%, ai massimi da dicembre. Poco mosso però lo spread con il Bund, a 160.50 punti base (-0,43%).

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