Una nuova giornata prende il via sui mercati finanziari, sospesa tra spiragli di ottimismo e nubi di incertezza. Le piazze europee si preparano a un avvio prudente, dopo una seduta brillante a Wall Street e segnali contrastanti provenienti dall’Asia. L’attenzione resta alta su ogni parola che arriva da Washington: dopo l’attacco-lampo di Trump alla Fed, ora è il tema dei dazi con la Cina a tenere banco, con un misto di promesse e smentite. Gli investitori guardano con attenzione ai dati macroeconomici in arrivo e ai riflessi sui settori chiave, a partire dall’auto.
Wall Street risale, ma il Beige Book avverte: più incertezze, meno fiducia
Wall Street ha chiuso in netto rialzo, sospinta da nuovi spiragli nei negoziati commerciali Usa-Cina. Il Dow Jones è salito dell’1,1%, l’S&P 500 dell’1,7% e il Nasdaq ha brillato con un +2,5%, anche se lontano dai massimi intraday. Bene i big tech: Apple (+2,5%) e Meta (+4%) ignorano le maxi multe europee, mentre Tesla vola (+7,8%) dopo che Elon Musk ha annunciato di voler ridurre il suo ruolo nel nuovo Department of Government Efficiency per concentrarsi sull’azienda, nonostante il calo delle consegne nel trimestre (-13%). Rimbalza Boeing (+6%) grazie ai conti positivi e al rilancio del 737 Max.
Ma il Beige Book della Fed getta ombre sul quadro macro: pur fotografando un’attività economica stabile e un’inflazione in moderato aumento, il report segnala un peggioramento del sentiment tra imprese e famiglie, con i dazi che continuano a frenare investimenti e assunzioni. Intanto, alle 14:30, riflettori puntati sui dati Usa: gli ordini di beni durevoli (attesi a +1,5%) e le richieste di disoccupazione (previste stabili a 215 mila)
Borse europee al rallentatore, tra politica e attesa dei dati
Le piazze europee si avviano verso un’apertura cauta, con il future sull’Eurostoxx50 che segna un -0,06%. L’ombra di Donald Trump continua a dominare il mercato: dopo l’attacco al presidente della Fed Jerome Powell — con tanto di richiesta di dimissioni poi ritirata — il tycoon fa aperture vaghe su una possibile riduzione dei dazi alla Cina. Secondo il Wall Street Journal, l’amministrazione Usa starebbe valutando un taglio dei dazi tra il 50% e il 65%, ma nessuna decisione è stata ancora presa. È il segretario al Tesoro, Scott Bessent, a spegnere l’entusiasmo ricordando che i negoziati con Pechino “non sono nemmeno partiti” e che “nessun taglio sarà unilaterale”.
Asia spaccata: Tokyo e Taiwan tengono, Cina e Corea arrancano
Le Borse asiatiche si muovono in ordine sparso. Il Nikkei guadagna lo 0,7%, grazie al rafforzamento dello yen, mentre Taiwan continua a brillare. In controtendenza, la Cina frena: l’Hang Seng di Hong Kong perde l’1,3% e il CSI 300 segna un -0,1%. La debolezza della crescita e le incognite sui dazi alimentano i timori. A Pechino, il governo risponde con un pacchetto di stimoli economici da 286 miliardi di yuan (39 miliardi di dollari) in bond sovrani speciali per sostenere le banche, ma la Cina continua a fare i conti con una crescita più lenta del previsto. Intanto, in Corea del Sud, l’economia si contrae dello 0,1% nel primo trimestre, zavorrata da una crisi politica e tensioni commerciali persistenti. L’indice Kospi resta piatto.
Euro e petrolio in rialzo, oro ai massimi
L’euro guadagna terreno e sale dello 0,33% a 1,1339 dollari, in attesa dell’indice Ifo tedesco di aprile, atteso in calo a 85,2 punti dai 86,7 di marzo, mentre i mercati scrutano segnali sull’economia europea.
Restano forti le materie prime: il petrolio avanza con i future sul Wti a +0,19% (62,39 dollari) e sul Brent a +0,15% (66,22 dollari), complici le rinnovate tensioni belliche dopo l’attacco russo a Kiev – almeno nove morti e 63 feriti – e l’abbattimento di 87 droni ucraini su territori russi e in Crimea.
In questo contesto teso, l’oro rafforza il suo ruolo di bene rifugio, salendo dello 0,89% a 3.324 dollari l’oncia.
Auto europea in frenata, elettrico in volata: Stellantis zoppica, Saic supera Tesla
Il mercato dell’auto in Europa resta sotto pressione. A marzo le immatricolazioni crescono solo del 2,8%, e il trimestre si chiude con un -0,4%. Male Francia (-7,8%) e Germania (-4,3%), tiene l’Italia (+6,3% a marzo), ma il saldo trimestrale resta negativo. La Spagna è la vera sorpresa: +23% a marzo, +14% da inizio anno.
Tra le case automobilistiche, volano Renault (+13%) e Volkswagen (+10,3%), mentre Stellantis delude: -5,9% a marzo, -12% nel trimestre. Jeep è l’unica in crescita (+14%), Fiat e Lancia arrancano. Tra i marchi stranieri, Hyundai e Toyota soffrono, Mercedes segna -5%, Bmw resta stabile.
Diversa la musica nel comparto elettrico: le auto Bev crescono del 23,6% a marzo e del 28% nel trimestre. La quota di mercato balza al 17% dal 13,2% del 2024. Tesla scivola sotto il 2% e perde oltre il 37% delle vendite, superata da Saic Motor (+33%), che sorpassa anche Volvo.
Piazza Affari: tutti gli occhi su Generali
A Milano, tutti gli occhi sono puntati sull’assemblea degli azionisti di Generali, chiamata a approvare il bilancio 2024 e il rinnovo del consiglio di amministrazione. Mediobanca ha confermato la leadership di Philippe Donnet e Andrea Sironi, garantendo continuità alla guida del Leone di Trieste.
Focus anche su Banco Bpm, che riunisce il cda per esprimersi sull’offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit, ancora senza una decisione definitiva: l’Ops dovrebbe partire lunedì, con il governo che ha dato il via libera ma con precise condizioni.
Tra i titoli industriali, Saipem convince con conti in crescita: +35% l’utile netto a 77 milioni nel primo trimestre, ricavi a +15,5% e backlog sopra i 32 miliardi.
Più in ombra Stm, che sconta un calo del 27,3% nei ricavi e dell’89% nell’utile netto, pur distribuendo dividendi e proseguendo il piano di buyback. Il titolo resta sotto i riflettori anche per il contesto globale dei chip, con la sudcoreana SK Hynix che ha visto utili quasi raddoppiati grazie all’exploit dell’AI.
Pirelli accelera nel Nord Europa grazie a un accordo strategico con Cts: cede la rete svedese Däckia ma resta fornitore principale fino al 2030, rafforzando la propria strategia High Value.
Stellantis deve invece fare i conti con un trimestre debole: le immatricolazioni europee calano del 5,9% a marzo, e la quota di mercato scende dal 17,6% al 15,5%.
Infine, Eni chiude il primo trimestre con un utile netto adjusted di 1,41 miliardi (-11%), ma rilancia sul fronte della transizione energetica con un progetto di cattura e stoccaggio di CO₂ nel Regno Unito, destinato a creare valore e posti di lavoro nel Nord dell’Inghilterra.