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Borse in stand-by in attesa della Fed, ma Atlantia e Webuild volano

FIRSTonline

Seduta mista in Europa e praticamente incolore per Piazza Affari, che chiude appena sotto i livelli della vigilia (-0,08%) a 25.736 punti, con il listino principale frenato dalle prese di profitto sui titoli petroliferi e dalle vendite sulle banche. Vola però Atlantia, +3,56%, a seguito dell’annuncio di un buyback da 1-2 miliardi e una nuova dividend policy, che vedrà la distribuzione di 600 milioni a valere sul bilancio 2021 (con successiva crescita della cedola), grazie alla cessione dell’88% di Aspi al consorzio guidato da Cdp e al conseguente incasso di 8 miliardi di euro.

Oltreoceano Wall Street procede in calo frazionale dopo i record di ieri e nel giorno dell’avvio dell’attesa riunione del Federal Open Market Committee (Fomc), il braccio di politica monetaria della banca centrale Usa. La due giorni terminerà domani con una conferenza stampa del presidente Jerome Powell. Nell’attesa resta poco mosso il mercato dei titoli di Stato statunitensi, mentre nell’azionario è tiepida Boeing, nonostante lo storico accordo Ue-Usa, che arriva dopo 17 anni di dispute, per finanziamenti pubblici alla compagnia americana e all’europea Airbus. I due paesi sospenderanno per 5 anni i reciproci dazi. La Casa Bianca, nel comunicato con cui ha confermato la notizia, ha informato che Washington e Bruxelles “lavoreranno insieme per contrastare le azioni della Cina nel settore aereo”. Per la controversia sulle tariffe imposte dalla Casa Bianca sull’acciaio e alluminio importato dall’Ue servirà invece “un po’ di tempo”, ma la presidente della commissione Ursula Von der Leyen, ora che l’asse con l’Usa si è ristabilito con il G7, confida di trovare una soluzione.

L’azionariato europeo, nel suo complesso, registra in ogni caso guadagni per l’ottava seduta consecutiva, grazie alla campagna di vaccinazione in atto, alla ripresa rapida e robusta e nella convinzione che le banche centrali non ritireranno anzitempo le misure di stimolo. Il benchmark STOXX 600 ha toccato i massimi storici questa settimana dopo che la Banca centrale europea ha mostrato un atteggiamento accomodante nonostante l’aumento dell’inflazione. Oggi in Germania è uscito il dato definitivo di maggio: una crescita mensile dello 0,5% e del 2,5% su base annuale, in linea con le stime preliminari e Francoforte chiude in rialzo dello 0,31%, con i titoli industriali ben comprati e destinati a beneficiare di un rialzo dell’economia. Sono positive anche Londra +0,32% e Parigi +0,35%, mentre 

Madrid perde lo 0,62%, soprattutto a causa del tonfo di ArcelorMittal -4,52%. Nell’obbligazionario è boom di richieste per i primi eurobond. Oggi è partito il collocamento della prima emissione decennale con scadenza nel 2031 legata al progetto Next Generation Eu che servirà per dare gas all’economia degli Stati europei, a partire dall’Italia. Il primo collocamento (Bnp Paribas, Dz, Intesa Sanpaolo e Morgan Stanley, lead coordinator Danske Bank e Santander) ha già ampiamente superato il tetto dei cento miliardi di richieste a fronte di un’offerta di dieci miliardi di euro, prima tranche delle emissioni che, per il 2021, potrebbero arrivare ad un totale di 185 miliardi (ma si dovrebbe restare ben al di sotto dl limite massimo). Si tratta della prima di una serie di emissioni fino a 800 miliardi di euro che finanzierà sovvenzioni e prestiti agli Stati membri fino al 2026. 

In questo contesto chiude in verde il secondario italiano: lo spread fra Btp 10 anni e Bund di pari durata si ferma a 97 punti base (-1,19%) e il tasso del titolo tricolore è +0,74%. Da Bankitalia si apprende intanto che nel mese di aprile il debito pubblico italiano ha toccato un nuovo record. L’ aumento segnalato è di 29,3 miliardi rispetto al mese di marzo, così da portare il debito complessivo delle Amministrazioni Pubbliche a 2.680,5 miliardi.

L’euro-dollaro è piatto, in area 1,21. Fra le materie prime fa uno scivolone il rame che cede oltre il 3% sui mercati internazionali a 4,36 dollari la libbra, pur restando sempre sui massimi da oltre un anno. Rimane sulla cresta dell’onda il petrolio, che tratta in rialzo. Il future Brent si muove oltre i 73 dollari al barile, mentre per il greggio texano ci vogliono quasi 72 dollari. La spinta dell’oro nero non basta oggi ai titoli del settore di Piazza Affari, che chiudono in ordine sparso dopo i guadagni della vigilia. Tenaris, -2,05%, è l’azione peggiore del Ftse MIb, Saipem cede lo 0,18%; Eni +0,06%.

Le vendite penalizzano soprattutto le banche, a partire da Bper -1,57%; Banco Bpm -1,5%. Fuori dal listino principale Mps -2,04%. Andrea Enria, presidente del Consiglio di vigilanza della Bce, ha detto oggi che la Banca centrale europea prevede di prendere il 23 luglio una decisione sulla possibile revoca del limite imposto al pagamento dei dividendi delle banche e ai buyback delle azioni. Fra le blue chip milanesi in rialzo invece ci sono Moncler +1,44% e Interpump +1,1%. 

Italgas cede lo 0,03% e non ha reagito, nel corso della seduta, dl via libera al nuovo piano al 2027 che prevede investimenti per 7,9 miliardi di euro (+0,4 miliardi sul precedente piano), di cui 2 miliardi sulle gare gas, 380 milioni sull’M&A e 1,4 miliardi per la digitalizzazione delle reti. Per il triennio 2020-2023 è stata confermata l’attuale dividend policy. Sull’Aim svettano le azioni di Italia Independent, +27,61%, a seguito della firma dell’accordo di licenza da parte del marchio fondato da Lapo Elkann con Pacha per la creazione di collezioni eyewear.

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