Caute le Borse europee in attesa delle indicazioni che potrebbero arrivare nel corso della settimana da parte della Fed e dell’esito del voto di domani, martedì, sulla Brexit del Parlamento inglese che potrebbe pronunciarsi per un rinvio a data da destinarsi del divorzio da Bruxelles. Piazza Affari, nel frattempo, viaggia in calo di quasi mezzo punto: -0,5% a 19.710 punti. Ribasso simile per Parigi (-0,41%), Francoforte – 0,26%. Fa peggio Madrid – 0,68% paralizzata dallo sciopero dei taxi anti Uber. Londra -0,4%.
C’è attesa, alle 15:00 per l’intervento a Bruxelles del presidente della Bce, Mario Draghi, davanti alla Commissione economica del parlamento europeo in qualità di banchiere centrale. Alle 17:00 il banchiere concederà il bis, stavolta nelle vesti di presidente dell’Esrb, il comitato europeo per il rischio sistemico a Bruxelles.
Il cross euro/dollaro viaggia poco sotto quota 1,14 a 1,139. L’oro è poco mosso a 1.300 dollari l’oncia. In ribasso anche i future a Wall Street: S&P 500 -0,5%.
Si restringe ancora lo spread Btp/Bund a 248 punti da 251, alla vigilia della ripresa delle aste del Tesoro. Il rendimento del decennale al 2,702%. Domani andranno all’asta 6,5 miliardi di Bot a sei mesi, mercoledì toccherà a Btp a 5 e 10 anni insieme a Ccteu per un importo tra 6,5 e 8 miliardi.
Scende anche il petrolio, a 60,5 dollari il barile. Eni -0,5%. Il gruppo ha firmato un accordo fra i più rilevanti nel settore della raffinazione, del valore di 3,3 miliardi di dollari, per acquisire il 20% di Adnoc Refining. Quest’ultima è una società del gruppo Adnoc, compagnia petrolifera di Stato di Abu Dhabi, con una capacità di raffinazione di oltre 900 mila barili al giorno. Gli analisti di Rbc Capital Markets confermano il giudizio sector perform e il target price a 16,5 euro. Secondo gli analisti, nonostante l’esborso, resta immutata l’attesa che nel prossimo piano industriale, in agenda a marzo, la major italiana possa annunciare l’avvio del piano di buy back sulle azioni.
In Europa salgono le società delle materie prime, in particolare Rio Tinto +2,5%. Segno più anche per lo Stoxx della telefonia. Scendono le banche: Stoxx -0,9%.
In rialzo a Piazza Affari Tim +0,7% che recupera dopo i recenti ribassi nonostante i downgrade di Jp Morgan che ha ridotto il target a 49 cent e il giudizio a neutral, ma sottolinea che lo scorporo della rete può valere fino al 60% di rialzo. Jefferies ha tagliato il target a 66 da 75 cent, ma conferma il rating ‘buy’. Intanto Open Fiber si è fatta avanti per stringere collaborazioni di natura commerciale ed industriale. Elliott e Vivendi alzano i toni dello scontro.
Tra i finanziari continua l’ascesa di Azimut +3,15%, sostenuta dal nuovo sistema di calcolo delle commissioni. Fineco Bank -1,54%.
In rosso le banche. Unicredit -1,56% ha annunciato di aver sventato un attacco informatico. Intesa -0,99%. Giù anche le ex Popolari: Banco Bpm (-0,46) e Bper (-0,7%).
In terreno negativo le utilities. Il governo intende incrementare i canoni relativi alle concessioni idroelettriche. Secondo quanto riportato dal Sole24Ore di sabato, l’emendamento al decreto Semplificazioni sostenuto dalla Lega, prevede anche una rimodulazione dei termini delle concessioni, oltre l’obbligo di cessione di un decimo dell’energia idroelettrica prodotta dalle centrali: Enel -0,19%, Italgas -1,5%. In ribasso anche Iren -2%. A2A -0,1%.
Nel resto del listino:
Prende il volo Giglio +8,6% sotto la spinta dei piani per l’e-commerce.
Continua anche in Piazza Affari la marcia di Juventus +1,8%
Crolla De’ Longhi -8,79%: deludono i ricavi 2018. Banca Akros ha ridotto la raccomandazione a Reduce da Hold. Target 21 euro da 26 euro.
Riprende il calo di Tod’s -2,2%. Per Jefferies è da vendere, giudizio Underperform e target price a 34 euro. Il broker sottolinea che, dal 2012, il gruppo ha perso 550 milioni di ricavi con un’erosione della sua quota di mercato dovuta principalmente allo scarso appeal del marchio tra le nuove generazioni.