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Borse in rosso ma Piazza Affari è tra le peggiori (-1,51%)

Banche, auto, petroliferi e high tech colpiscono il FtseMib e Milano lascia sul terreno l’1,51%: solo Madrid fa peggio – Ubi, Saipem, Ferrari ed Exor in forte perdita – Perdite ridotte solo per Moncler – Pesano le tensioni geopolitiche, probabilmente solo temporanee – Oro ai massimi – Lo spread risale a 164 pb.

La guerra di parole fra Stati Uniti e Corea del Nord per ora affonda le borse europee. Fra queste Piazza Affari, che chiude in calo dell’1,5%, 21.354 punti, nonostante l’apertura positiva di Wall Street. In panne Ferrari, fra i titoli peggiori -2,46%. In picchiata i petroliferi: Saipem -3,5%; Tenaris -2,67%; Eni -1,41%. Nessuna blue chip, d’altra parte si salva oggi dal segno meno. In Europa archiviano la seduta in rosso Londra -1,08%; Parigi -1,06%; Madrid -1,6%. Anche il Micex, principale indice russo, cede lo 0,77%, mentre l’economia sembra definitivamente uscita da due anni di recessione.

Il prodotto interno lordo della federazione è infatti aumentato nel secondo trimestre del 2,5% su base annua, in netto miglioramento rispetto al +0,5% tendenziale dei primi tre mesi. Fallisce il rimbalzino Francoforte, che chiude piatta. I mercati azionari globali hanno perso quasi 1.000 miliardi di dollari da quando il presidente Usa Donald Trump ha dichiarato che se la Corea del Nord continuerà con l’escalation della minaccia nucleare la risposta americana sarà “fuoco e furia, come il mondo non ha mai visto”. A New York i tre listini principali cercano il riscatto dopo tre sedute in calo.

Al momento Dow 30, Nasdaq, S&P 500 si muovono in territorio positivo. Crollano Snap e JC Penney, in scia ai risultati trimestrali, ma Amazon è in grande spolvero. Delude il dato sull’inflazione americana nel mese di luglio e pesa sul dollaro. Il cambio fra moneta unica e biglietto verde e 1,179 (+0,2%). La ripresa dei listini Usa frena inoltre la corsa dell’oro che, al momento, sembra stabilizzarsi attorno a 1286.875 dollari l’oncia.

Ancora in leggero calo il petrolio, Brent -0,21%, 51,79 dollari al barile. L’agenzia internazionale dell’energia (Iea) sostiene che ci vorrà tempo affinché domanda e offerta tornino in equilibrio. Sebbene i consumi siano in crescita, infatti, i paesi Opec non stanno applicando pienamente i tagli concordati. I trasgressori sarebbero Algeria, Iraq, Emirati Arabi Uniti. La Libia è esente dall’accordo sulla riduzione dell’output e starebbe incrementando la produzione.

Il cinguettio bellicoso di Trump e le minacce di Kim Jong Un hanno riflessi anche sul secondario. Si amplia lo spread fra decennale italiano e tedesco: 164.90 punti base, +3,13%; il rendimento del Btp è al 2,04%. Anche in Italia l’inflazione resta al palo a luglio: l’Istat conferma infatti la stima preliminare di un rallentamento del tasso all’1,1%, dopo l’1,2% di giugno. Rispetto al mese precedente l’indice dei prezzi aumenta dello 0,1%.

Nell’azionario si può stilare solo una graduatoria di vendite. Nel comparto finanziario i peggiori risultano Ubi -2,94% e Azimut -2,21%. La retromarcia di Ferrari trascina Exor -2,91%. Stesso risultato per Stm -2,79%. Nella parte alta del paniere Moncler, -0,13% e  Luxottica -0,62%. Unicredit cede anche oggi l’1,13%, ma fa meglio delle altre banche. Poste, -0,65%, Enel -0,73%.

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