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Borse in rosso dopo il tonfo di Wall Street. Milano sotto i 24mila

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La calma è durata poco. Nella seduta di ieri, 12 maggio, le Borse europee avevano deciso di ignorare l’inflazione Usa, salita ad aprile oltre il previsto al 4,2%, e andare avanti per conto loro, chiudendo la seduta in rialzo trainate dalle stime ottimistiche della Commissione Ue sul PIL. Ma il tonfo di Wall Street ha fatto troppo rumore perché si potesse far finta di non sentire e la brusca reazione delle Borse asiatiche (Tokyo ha chiuso in ribasso del 2,5% toccando i minimi da quattro mesi) ha fatto il resto. In tutta Europa è profondo rosso, con i principali listini del vecchio continente che si chiedono se l’aumento dei prezzi al consumo possa portare le banche centrali a rivedere gli stimoli monetari varati per aiutare le economie o se si tratti semplicemente di una fiammata temporanea che non avrà conseguenze sul medio-lungo termine. 

A metà mattinata Amsterdam è la peggiore, con un ribasso del 2,27%. Piazza Affari la segue a ruota, cedendo il 2,11 e scendendo sotto i 24mila punti. Segno meno anche Francoforte (-2%), Parigi (-1,89%) e Madrid (-1,75%). Fuori dall’Unione europea, non sfugge all’ondata di vendite nemmeno Londra, che perde il 2,24%. 

Negativi anche i future di Wall Street, con Tesla che nel pre-market cede l’1,85% dopo la decisione di Elon Musk di non accettare più pagamenti in bitcoin perché la criptovaluta, il cui valore è crollato del 19%, inquina troppo. 

A MIlano sono sole tre i titoli che sfuggono all’odierno sell off: Pirelli (+1,18%), che registra la miglior performance di giornata sulla scia della trimestrale pubblicata ieri a mercati chiusi, Recordati (+0,3%) e Diasorin (+0,4%). 

Sul resto del Ftse Mib domina il rosso. Tra i settori più colpiti c’è il risparmio gestito con Banca Generali (-4,28%), Azimut (-3,59%) e Banca Mediolanum (-3,25%). Soffrono gli industriali: Stellantis (-3,7%), Leonardo (-3,24%). Male anche il petrolio con Tenaris (-3,56%), Eni (-3,14%) e Saipem (-2,9%). Si arresta il rally delle banche, con Intesa e Unicredit che cedono rispettivamente il 2,56% e il 2,16%.

Attesa per le trimestrali. Oggi a pubblicare i conti ci saranno, tra gli altri: Atlantia, A2a, Azimut, Inwit, Nexi e Prysmian. 

Sull’obbligazionario gli occhi sono puntati sull’asta Btp di stamattina, nell’ambito della quale il tesoro ha collocato titoli a 3,7 e 30 anni. Sulla scadenza fissata al 15 aprile 2024, il Tesoro ha emesso titoli per 3 miliardi di euro, ricevendo una richiesta pari a 4,23 miliardi. Il rendimento lordo complessivo è rimasto negativo (-0,06%), mentre il prezzo di aggiudicazione è stato fissato a 100,17. Per il titolo con scadenza 15 luglio 2028, le richieste hanno superato i 6 miliardi a fronte di un’offerta pari a 4,5 miliardi. Il rendimento aumenta dallo 0,304% di marzo allo 0,69% odierno. Infine, la quarta tranche del BTp a 30 anni è stata assegnata per 1,75 miliardi a fronte di una domanda totale pari a 2,269 miliardi, con un rendimento lordo del 2,06%. Nel frattempo lo spread viaggia a 113 punti base, in rialzo dell’1,96%. 

Passando alle commodities, il petrolio Wti cede l’1% a 65,40 dollari al barile, mentre il Brent perde il 2,26% a 67,75 dollari al barile.

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