Le Borse, che da settimane attendevano questo giorno, reagiscono in maniera schizofrenica alle notizie arrivate da Francoforte. La pubblicazione del comunicato della Bce ha causato un’immediata fiammata dei mercati sulla prospettiva di un possibile futuro taglio dei tassi e dell’avvio di un quantitative Easing Bis. Pochi minuti dopo l’inizio della conferenza stampa di Mario Draghi però, l’euro si è apprezzato e azionario e obbligazionario hanno invertito la traiettoria, delusi dalla cautela mostrata dal numero uno della Bce che nel corso del suo discorso ha sottolineato la necessità di attendere le prossime proiezioni su Pil e inflazione prima di prendere qualsiasi decisione di politica monetaria. “Il mercato è arrivato all’evento con elevate aspettative, ma è rimasto deluso quando ha capito che Draghi non avrebbe segnalato già oggi la tempistica delle nuove misure. Il Presidente ha comunque fatto capire che se le condizioni attuali continueranno, già a settembre potrebbero essere utilizzati alcuni degli strumenti sopra citati”, spiegano gli analisti di Mps Capital Services.
Alla fine i listini continentali archiviano la giornata in rosso, zavorrati anche dalle trimestrali del comparto auto e dalla debolezza di Wall Street. Lo spread sale a 188.6 punti (era crollato a 176), mentre il rendimento sul decennale italiano aumenta 1,45 punti percentuali al 1,53% e il cambio euro/dollaro sale a 1,1160.
Piazza Affari, che era arrivata a guadagnare l’1,2%, chiude la seduta in ribasso dello 0,8%, tornando nuovamente sotto i 22mila punti. Stesso andamento per Francoforte, che alla fine segna -1,28%, mentre Parigi riesce a contenere le perdite (-0,5%). Madrid archivia la giornata cedendo lo 0,43%: oggi Pedro Sanchez non è riuscito ad ottenere la maggioranza nell’ambito del secondo voto di investitura. Il nuovo Governo spagnolo è dunque ancora in forse. Fuori dall’Eurozona perde lo 0,17% Londra.
Negativi anche i tre listini principali di Wall Street, ma mentre Dow Jones e S&P 500 provano a limitare i danni, cedendo entrambi lo 0,4%, le vendite colpiscono il Nasdaq (-0,7%), che ieri aveva raggiunto nuovi record. A zavorrare il listino tecnologico è il tonfo di Tesla (-14,2%), ma anche il calo di Facebook (-2,55%). Entrambe le società hanno pubblicato la trimestrale, così come Ford (-7%), che negli ultimi tre mesi ha visto i suoi utili crollare a causa degli oneri di ristrutturazione. Da tenere in considerazione che stasera, dopo la chiusura dei mercati Usa, arriveranno i conti di Alphabet (Google), Amazon, Intel, Starbucks e Mattel.
Anche a Milano la giornata è dominata (oltre che da Draghi) dalle trimestrali: A fine giornata il bilancio è positivo per Saipem (+1,76%), che nel corso della seduta ha toccato i massimi da aprile. Si sgonfia invece Moncler (+0,18%), insieme agli altri titoli del lusso europeo. In mattinata il comparto aveva beneficiato del netto rialzo di Lvmh (-1,09% in chiusura) che ha pubblicato conti sopra le attese. Tra i migliori titoli del Ftse Mib figurano Poste Italiane (+0,79%), Nexi (+0,78%).
In fondo al listino Stm (-2,84%) dopo la trimestrale senza sorprese. Da sottolineare però che nell’ultimo mese il titolo ha guadagnato oltre il 16%. In rosso anche Finecobank (-2,73%). Sotto la parità anche Unicredit (-0,07%) e Intesa Sanpaolo (-0,79%).
Male Exor (-1,88%), Fca (-1,6%) e Pirelli (-1,79%) sui quali pesa la debolezza del comparto auto dopo la trimestrale deludente di Volkswagen (-2,87%) e la decisione di Nissan di tagliare 12.500 posti di lavoro.
Fuori dal Ftse Mib continua lo scontro acerrimo tra Bio-on e Quintessentials. A farne le spese per il momento è il titolo della startup italiana che ha chiuso la giornata crollando del 69,76% a 15 euro.