Una settimana decisamente tumultuosa si conclude in tono abbastanza positivo con gli investitori in Asia che prendono spunto dai maggiori utili delle “Big Tech” statunitensi, metabolizzando le indicazioni della Fed e della Bce, mentre le minacce tariffarie di Trump che dovrebbero partire domani spingono al rialzo i prezzi del dollaro e dell’oro.
Il contesto macroeconomico globale è complessivamente favorevole, dopo il taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea e le indicazioni di ulteriori tagli futuri, il taglio della Banca del Canada all’inizio di questa settimana e le aspettative di un allentamento dei tassi da parte della Banca d’Inghilterra la prossima settimana. I futures del Nasdaq sono saliti dello 0,6% nelle ore asiatiche. Dopo l’uscita della trimestrale di Apple, il titolo è arrivato a guadagnare il 3% nell’after hour: i manager prevedono una crescita delle vendite relativamente sostenuta, segno che l’azienda si riprenderà dal calo delle vendite di iPhone man mano che lancerà le funzionalità di intelligenza artificiale.
Le minacce tariffarie di Trump
Poco prima della chiusura di Wall Street ieri, il presidente Donald Trump ha detto che gli Stati Uniti potrebbero imporre tariffe del 25% su Messico e Canada. Trump aveva detto che sabato sarebbe stato il giorno della decisione sulle tariffe: potrebbe essere presa di mira anche la Cina?
Inoltre Trump ha minacciato di nuovo tariffe al 100% contro i paesi Brics (il gruppo comprende Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) per metterli in guardia dal sostituire il dollaro Usa come valuta di riserva. “L’idea che i paesi Bric stiano cercando di allontanarsi dal dollaro, mentre noi restiamo a guardare, è finita”, ha scritto sulla sua piattaforma Truth Social. “Chiederemo a questi paesi apparentemente ostili l’impegno di non creare una nuova valuta Brics, né di sostenere qualsiasi altra valuta per sostituire il potente dollaro americano, altrimenti dovranno affrontare dazi al 100%”, ha detto il presidente Usa che sta ancora considerando nuove tariffe sulla Cina, oltre ai dazi al 10% già annunciati.
Wall Street chiude positiva, i tech recuperano ma Microsoft perde oltre il 6%
Le azioni statunitensi hanno chiuso in rialzo giovedì, mentre gli investitori hanno digerito una serie di resoconti sugli utili. Il Dow Jones, che termina in rialzo dello 0,8% a 44.882 punti; sulla stessa linea, l’S&P-500 procede a piccoli passi, avanzando a 6.071 punti (+0,53%). Leggermente positivi il Nasdaq 100 (+0,45%) e l’S&P 100 (+0,28%). Nell’S&P 500 salgono i comparti utilities (+2,14%), sanitario (+1,16%) e beni industriali (+1,15%). Il settore informatica, con il suo -0,56%, si attesta come peggiore del mercato.
I titoli tecnologici hanno subito un forte crollo lunedì sulla scia dell’annuncio del modello di intelligenza artificiale cinese a basso costo proposto da DeepSeek, con i nomi tecnologici di alto profilo come Nvidia, Broadcom e Oracle che hanno preso le batoste maggiori. Tuttavia a fine settimana i titoli tecnologici hanno recuperato parte di queste perdite, con i CEO di Microsoft e Meta che hanno difeso le ingenti spese, affermando che erano fondamentali per rimanere competitivi nel nuovo settore. Vasu Menon, direttore generale della strategia di investimento presso OCBC, ha detto che lo sviluppo di DeepSeek potrebbe creare una certa incertezza e mettere sotto pressione le valutazioni degli operatori del settore dell’intelligenza artificiale nel breve termine, ma non modifica le prospettive a medio e lungo termine.
In cima alla classifica dei colossi americani che fanno parte del Dow Jones ci sono IBM (+12,99%), Boeing (+3,33%), Nike (+2,27%) e Visa (+2,18%), mentre le peggiori performance si sono registrate su Microsoft, che ha chiuso a -6,21%. Sul podio dei titoli del Nasdaq, Lam Research (+7,52%), Sirius XM Radio (+5,95%), Constellation Energy (+5,76%) e Roper Technologies (+5,12%). Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su Comcast Corporation, che ha terminato le contrattazioni a -11,00%. Sul fronte macroeconomico, è cresciuta meno del periodo precedente e meno delle attese l’economia statunitense nel 4° trimestre del 2024 (PIL +2,3% su base trimestrale, dopo +3,1% del trimestre precedente e rispetto al +2,7% atteso dagli analisti). L’attenzione degli investitori si sposterà ora sul rapporto sull’indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE) degli Stati Uniti di dicembre, l’indicatore di inflazione preferito dalla Fed, che verrà pubblicato più tardi nel corso della giornata.
Occhi su Apple e OpenAi
Dopo la chiusra delle contrattazioni statunitensi, Apple ha comunicato i dati trimestrali: ha riportato un utile di 2,40 dollari per azione e un fatturato di 124,3 miliardi di dollari. Il dato si confronta con le stime degli analisti che prevedevano un utile di 2,35 dollari per azione e un fatturato di 124,26 miliardi di dollari. Hanno deluso le vendite di iPhone, calate dell’1% a 69,1 miliardi di dollari: gli analisti avevano previsto 70,7 miliardi di dollari. Apple ha però registrato una crescita oltre il 10% delle aree Mac, iPad e servizi.
OpenAI è in trattative preliminari per raccogliere fino a 40 miliardi di dollari in una serie di finanziamenti che valuterebbero il creatore di ChatGPT fino a 300 miliardi di dollari, ha scritto ieri sera il Wall Street Journal. SoftBank potrebbe essere il soggetto di peso dell’operazione con un investimento tra 15 e 25 miliardi di dollari. OpenAI è stata valutata l’ultima volta a 157 miliardi di dollari a ottobre, quando ha raccolto 6,6 miliardi di dollari. Raddoppiare la sua valutazione in pochi mesi sarebbe straordinario anche secondo gli standard dell’attuale boom dell’intelligenza artificiale di Silicon Valley.
Asia: pesa il ritorno dei titoli sudcoerani dalla festività, ma il mood resta positivo
Le azioni asiatiche barcollano oggi, appesantite dal ritorno dalle festività dei titoli sudcoreani, che hanno un’elevata componente tecnologica, ma gli utili relativamente solidi dei giganti tecnologici statunitensi hanno mantenuto intatto il sentiment di rischio. In lieve rialzo la borsa di Tokyo, indice Nikkei +0,2%. Torna a indebolirsi lo yen su dollaro dopo due sedute di apprezzamento.
I dati di stanotte mostrano che l’economia del Giappone è ben avviata sulla strada della ripresa e l’inflazione sta risalendo, confermando le ipotesi della banca centrale. A Tokyo i prezzi al consumo, esclusi gli alimenti freschi, sono aumentati del 2,5% a gennaio rispetto a un anno prima, il ritmo più veloce dallo scorso febbraio. Il mercato del lavoro sembra rimanere rigido, dato che il tasso di disoccupazione è leggermente diminuito al 2,4% e il rapporto tra posti di lavoro e richiedenti è rimasto a 1,25, il che significa che ci sono 125 posti di lavoro disponibili ogni 100 persone in cerca di lavoro. Anche i dati relativi alla produzione industriale e alle vendite al dettaglio sono stati ampiamente migliori del previsto.
Gli ultimi dati sull’inflazione di Tokyo, un indicatore anticipatore della tendenza nazionale, indicano che la pressione inflazionistica rimane elevata, un risultato che supporta la decisione della Banca del Giappone della scorsa settimana di aumentare i costi di prestito al livello più alto dal 2008.
Con i mercati della Cina continentale, di Hong Kong e di Taiwan ancora chiusi per il Capodanno lunare, l’indice Kospi della Corea del Sud, che non ha vissuto lo scossone dei mercati occidentali per via dell’annuncio della statup cinese DeepSeek di una intelligenza artificiale a basso costo, si allinea oggi con un calo dell’1%. Le azioni Samsung Electronics, che venerdì ha previsto una crescita limitata degli utili del primo trimestre, è scesa del 3%, mentre SK Hynix, un fornitore chiave di Nvidia, è sceso dell’8%. Ciò ha lasciato l’indice MSCI più ampio delle azioni Asia-Pacifico al di fuori del Giappone in calo dello 0,3%, ma comunque in rotta verso un guadagno dell’1% questo mese, interrompendo la serie negativa che durava da tre mesi.
Il dollaro cavalca le minacce di dazi da parte di Trump
I dati di giovedì hanno mostrato che la crescita economica degli Stati Uniti ha rallentato nel quarto trimestre, ma è rimasta sufficientemente solida da far sì che gli investitori si aspettino che la Fed abbasserà i tassi solo gradualmente quest’anno. Ma le politiche del presidente Donald Trump continuano a rappresentare un rischio per le prospettive politiche della Fed e sabato è probabile che vengano imposti nuovi dazi su Canada, Messico e forse anche sulla Cina.
Il peso messicano e il dollaro canadese sono rimasti in guardia in vista della scadenza di sabato fissata da Trump per imporre tariffe del 25% sulle importazioni da Messico e Canada. In Giappone, lo yen è stato l’ultimo a rafforzarsi un po’ a 154,19 per dollaro, avendo già guadagnato più dell’1% nella settimana finora. Era destinato a guadagnare l’1,9% nel mese, il che segnerebbe la sua migliore performance di gennaio in sette anni. Le aspettative di ulteriori aumenti dei tassi da parte della BOJ quest’anno hanno rafforzato lo yen, con il vice governatore Ryozo Himino che ha dichiarato giovedì che la banca centrale continuerà ad aumentare i tassi se l’economia e i prezzi si muoveranno in linea con le previsioni della banca.
Per quanto riguarda le materie prime, l’oro è salito a 2.799,71 dollari l’oncia, raggiungendo livelli record , ed era sulla buona strada per un rialzo del 6,5% a gennaio, la sua migliore performance mensile da marzo.
Venerdì i prezzi del petrolio sono saliti nelle prime contrattazioni asiatiche. I future sul greggio Brent sono aumentati dello 0,4% a 77,21 dollari al barile. I future sul greggio statunitense sono aumentati dello 0,5% a 73,13 dollari al barile.
Borse europee viste aprire in lieve rialzo
Le borse europee sono attese in avvio di seduta in lieve rialzo sulla base del future sull’Eurostoxx50 a +0,09%.
Generali ha presentato il piano al 2027: punta a un’ulteriore crescita degli utili e della generazione di cassa nei prossimi tre anni. Stimato anche un aumento a doppia cifra del dividendo per azione e una distribuzione complessiva agli azionisti di oltre 8,5 miliardi di euro.
Banco Bpm ha annunciato che il cda dell’11 febbraio sui conti approverà anche un aggiornamento del piano strategico.
Brembo ha visto ieri un +7% in borsa dopo aver annunciato per il 2024 ricavi preliminari pari a 3,84 miliardi di euro, stabili rispetto al 2023. Anche l’ebitda margin, pari a 661,6 milioni, è in linea con quello dell’anno precedente e con la guidance dichiarata al mercato, rappresentando il 17,2% dei ricavi.
Novartis. Il colosso farmaceutico nell’ultimo trimestre del 2024 ha realizzato un fatturato di 13,15 miliardi di dollari (circa 11,94 miliardi di franchi), in aumento del 16% su base annua. L‘utile netto è stato di 2,8 miliardi di dollari (+7%), mentre l’utile per azione core è stato di 1,98 dollari (+29%), si legge in un comunicato odierno della multinazionale renana. La prestazione supera le previsioni degli esperti contattati dall’agenzia finanziaria AWP, che si aspettavano un giro d’affari trimestrale di 12,72 miliardi e un utile di 3,59 miliardi. Sull’insieme dell’esercizio appena trascorso, il fatturato si attesta a 50,32 miliardi (+11%) e l’utile netto a 11,94 miliardi (8,6 miliardi l’anno precedente). Gli azionisti riceveranno un dividendo cresciuto da 3,30 a 3,50 franchi. La direzione del gruppo per l’anno in corso mira ad una crescita fra il 5 e il 9%. L’utile netto dovrebbe dal canto suo progredire di circa il 10%.
Enel Fitch ha confermato i rating a lungo termine BBB+ di Enel e della controllata spagnola Endesa. L’agenzia di rating ha attribuito l’azione agli aggiornamenti strategici e alla performance operativa nel 2024 dell’azienda energetica italiana. Fitch ha inoltre sottolineato il piano di Enel di aumentare significativamente la propria esposizione sulle reti regolamentate, pur mantenendo una leva netta moderata. L’outlook di Enel ed Endesa rimane stabile.
Unicredit Oggi o al più tardi all’inizio della prossima settimana presenterà la formale notifica al governo secondo la norma sul golden power in relazione all’offerta di scambio su Banco Bpm, scrive il Sole
Ferragamo. I ricavi preliminari del quarto trimestre hanno evidenziato un calo del 4%, mentre complessivamente l’anno si è chiuso a 1,035 miliardi, sostanzialmente in linea con il consensus degli analisti secondo i dati Lseg.
Maire. La controllata Nextchem realizzerà il process design package per l’upgrade di un impianto di urea in Cina.