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Borse in recupero in Europa e in altalena in America: spread a quota 200 e dollaro ancora più forte

Imagoeconomica

Le Borse europee chiudono in rialzo, ma senza troppa convinzione dopo che Wall Street, forte in avvio, ha cambiato passo. La borsa di New York sembrava in fuga dal mercato Orso, dopo la brutta seduta della vigilia, con lo S&P sceso ieri sotto la soglia dei 4.000 punti e in ribasso del 17% circa dal record del gennaio scorso. Ma al momento, a scappare, è solo il Toro: il Dow Jones cede lo 0,3%, lo S&P 500 lo 0,15% (3.984 punti), il Nasdaq è sulla parità.

L’Europa centra così un rimbalzo, ma arriva al traguardo sotto i massimi di seduta: Piazza Affari sale dell’1,04% e agguanta di un soffio i 23.069 punti base, in sintonia con Francoforte +1,15%. Sono più arretrate Amsterdam +0,54%, Parigi +0,51%, Londra +0,35% e Madrid +0,09%.

La schiarita odierna, secondo gli esperti, non è il sintomo di uno stabile cambio di clima sui mercati, ma rappresenta piuttosto una correzione naturale dopo i ribassi della sezione precedente. La volatilità di Wall Street sembra confermare questa lettura. I temi caldi di questo periodo, infatti, non si sono raffreddati, a partire dalla guerra in Ucraina, che è in stallo, secondo l’intelligence Usa. A titolo di cronaca si ricorda che oggi il premier Mario Draghi è a Washington anche per parlare della guerra e dell’impegno dell’Italia in questa dolorosa partita.

Gli investitori si posizionano inoltre in attesa dei dati sull’inflazione in uscita negli Usa nei prossimi giorni e relativi ai prezzi al consumo e alla produzione. Se la crescita dell’inflazione darà segni di rallentamento si potrà sperare in una banca centrale Usa potenzialmente più accomodante e in una ripresa dei mercati.

Scendono i rendimenti dei titoli di Stato

Nell’attesa dei dati sull’inflazione e stelle e strisce, prendono fiato i titoli di Stato, salgono i prezzi e scendono i rendimenti dei T-Bond. Il Treasury decennale al momento mostra un tasso inferiore al 3%, a 2,95% (in ribasso del 4,5% dalla chiusura di ieri).

Il presidente della Fed di New York, John Williams, e il presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester, si sono entrambi detti favorevoli ad aumenti dei tassi di interesse di 50 punti base nelle prossime due riunioni della banca centrale statunitense.

La pressione si allenta parzialmente anche sui titoli di Stato dell’area euro. Il tasso del Btp decennale italiano resta però oltre il 3%, al 3,01%, mentre il Bund arretra a +1%, per uno spread che torna in area 201 punti base (+4,65%).

A scuotere gli animi hanno contribuito le parole del presidente della Bundesbank Joachim Nagel secondo il quale la Bce dovrebbe aumentare i tassi di interesse a luglio per impedire che l’inflazione si rafforzi ulteriormente.

Fitch, d’altra parte, ritiene che la banca centrale europea aumenterà i tassi di 50 punti base entro fine anno. “A seguito di una maggiore inflazione, di un aumento delle aspettative di inflazione e di un’intensificazione delle pressioni sui prezzi rispetto al nostro Global Economic Outlook di marzo – recita un comunicato degli esperti dell’agenzia di rating – ci aspettiamo ora che la Bce alzi sia i tassi sulle operazioni di rifinanziamento sia i tassi sui depositi rispettivamente allo 0,5% e allo 0% nel 2022, tramite due aumenti di 25 punti base ciascuno”.

In tema di debito pubblico, secondo indiscrezioni, la Commissione europea starebbe valutando di emettere nuovo debito comune per sostenere la ricostruzione in Ucraina.

In Piazza Affari tornano gli acquisti sulle banche

In Piazza Affari tornano gli acquisti sulle banche, con la corsa guidata da Bper, +7,85%, che è blue chip regina del giorno dopo la presentazione di una trimestrale migliore delle attese, utile quasi doppio rispetto al previsto, l’accelerazione sul derisking e la volontà di stringere con Carige nei tempi previsti. Vola alto anche Unicredit +5,46%, dopo le perdite della vigilia. Contribuisce alla performance il Buy di Ubs, che ha alzato a 15,4 euro (da 14,1) il prezzo target.

Tra i dieci maggiori rialzi del giorno ci sono inoltre Pirelli +3,91%; Inwit +3,87%; Terna +2,6%.

Campari sale del 2,68% e brinda all’acquisto di Diageo, marchio degli aperitivi bitter Picon. Lo shopping ha un valore di 119 milioni di euro circa e comprende anche le attività dell’azienda, poiché Campari si pone l’obiettivo di rafforzare la sua posizione in Francia, che rappresenta il quarto più grande mercato del gruppo. L’acquisizione – chiarisce una nota – è stata finanziata con la cassa disponibile. A fine giugno le vendite nette del marchio Picon, che genera quasi l’80% delle vendite in Francia, sono state pari a 21,5 milioni, con un margine di contribuzione di 12,9 milioni.

Nel lusso rialza la testa Moncler, +2,46%, mentre Ferragamo s’inabissa ulteriormente perdendo il 7,35%.

Chiude i ribassi del listino principale Saipem, -6,6%. A pesare sui corsi – sostiene Reuters – sarebbe il tentativo di procedere rapidamente al previsto aumento di capitale da 2 miliardi. L’ad Francesco Caio ha detto al Sole 24 Ore che la società intende accelerare sulle cessioni e sull’aumento, eseguendolo entro l’estate.

“In un mercato così volatile, a causa dei rischi sullo scenario economico internazionale, non è detto che ce la facciano a realizzare l’aumento entro il terzo trimestre. Questo non è un periodo molto favorevole per i mercati”, sottolinea l’analista di Bestinver, Marco Opipari.

Vendute le Leonardo -3%, che ieri erano in controtendenza. Scendono inoltre Diasorin -2,45%, Iveco -1,65% e Ferrari -1,4%. Nelle quattro ruote è positiva Stellantis, +1,17%, che è Buy secondo Berenberg, con un prezzo obiettivo di 21 euro.

Petrolio in calo; euro-dollaro poco mosso

Seduta volatile per il petrolio, che ha mostrato vari alti e bassi. Alla fine, sembra prevalere un sentiment negativo, con il Brent che perde lo 0,8% e tratta intorno a 105,10 dollari al barile.

Sul mercato dei cambi l’euro-dollaro appare poco mosso e si muove in area 1,053.

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