L’attacco della Russia all’Ucraina continua, ma i mercati scommettono su una guerra lampo e ritrovano vigore. I listini europei recuperano oggi, quasi interamente, quanto perso ieri, mentre Wall Street riparte intonata dopo aver chiuso in rialzo persino la seduta della vigilia.
Piazza Affari termina la giornata con un progresso del 3,59% a 25.773 punti, spinta da utility e industria. Nel resto d’Europa brilla Londra, +3,9%; seguono Parigi +3,55%; Francoforte +3,67%; Madrid +3,53%; Amsterdam +2,72%.
Gli indici di Mosca, crollati ieri, oggi rimbalzano del 20%.
Rialza la testa anche il rublo, mentre l’indice del dollaro riavvolge il nastro e al momento è in calo frazionale. L’euro si apprezza contro il biglietto verde portando il cross attorno a 1,125.
Riprendono quota le criptovalute: il bitcoin avanza del 10% e si avvicina nuovamente ai 40mila dollari.
Le prese di beneficio mandano invece in rosso l’oro, che perde lo 0,87% e scambia intorno a 1887 dollari l’oncia.
Sono in calo in genere quasi tutte le commodities. In particolare, perdono i future del petrolio. Il Brent consegna aprile cede l’1% e vale circa 98 dollari al barile; il greggio texano perde lo 0,37%, 92,46 dollari al barile. Si sgonfia il prezzo del gas naturale, con le sanzioni che non intaccano questa voce così importante per l’Europa. I future Ttf sul gas di Amsterdam cedono il 23,31% a 103 euro al MWh dopo il rally di giovedì, in cui avevano superato la soglia dei 134 euro.
È poco mosso il mercato dei titoli di Stato Usa, con il decennale che mantiene il rendimento poco sotto il 2%.
Chiude in verde il secondario italiano. Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata scende a 161 punti base (-1,58%), con i tassi rispettivamente a +1,84% e +0,23%.
Mercati ottimisti ma volatili
A riaccendere l’appetito per il rischio hanno contribuito oggi due elementi: in primo luogo il fatto che le sanzioni contro la Russia al momento sono giudicate meno pesanti del previsto e non coinvolgono il sistema Swift, per i pagamenti interbancari globali, anche se l’opzione resta sul tavolo come estrema ratio; in secondo luogo la previsione che le banche centrali dovranno tener conto del nuovo scenario quando metteranno mano ai tassi. Inoltre, Mosca sarebbe disponibile ad inviare una delegazione a Minsk per intavolare trattative. È anche vero però che Putin invita l’esercito ucraino a prendere il potere e definisce le autorità attuali “una banda di drogati e neonazisti”. Quindi è chiaro che l’allerta resta alta e anche l’umore dei mercati può cambiare repentinamente, come si è visto nei giorni scorsi, a causa del susseguirsi delle notizie.
In prospettiva, ragionano da Unicredit, i flussi di avversione al rischio sembrano essersi placati ma il quadro rimane estremamente fragile. La volatilità, assicurano gli addetti ai lavori, la farà da padrona durante il conflitto.
L’altro polo cui si guarda con grande attenzione è quello delle banche centrali.
Si è diffusa tra gli esperti la convinzione che le probabilità di un rialzo dei tassi a marzo da parte della Fed sarà “solo” di 25 punti base e non di 50, come stimato in precedenza, anche se l’inflazione continua a correre e il rischio di una stagflazione (stagnazione unita a una corsa dei prezzi spinti dell’energia) incombe.
Il dato Pce sull’inflazione Usa, uscito oggi, è cresciuto a gennaio dello 0,6% rispetto al mese precedente e del 6,1% rispetto a un anno prima, dopo il +5,8% di dicembre; si tratta del dato più alto dal 1982.
Dalla Bce si è levata invece la voce della numero uno Christine Lagarde, che ha annunciato che nella prossima riunione del 10 e 11 marzo i governatori terranno conto del nuovo quadro geopolitico. “Faremo quanto necessario – ha garantito Lagarde – per assicurare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria”. Le incertezze sono aumentate e questo induce Eurotower ad attenersi strettamente ai principi base di “opzionalità e flessibilità” per essere pronti ad adattare le scelte monetarie alla situazione.
Prima della “guerra” intanto, nel mese di febbraio, l’economic sentiment della zona euro è rimbalzato oltre le attese, dopo il crollo in apertura d’anno. L’ottimismo è maggiore in tutti i settori a eccezione di quello dei consumi.
In Francia accelera però l’inflazione: +3,6% su base annua dal 2,9% di gennaio, secondo l’istituto di statistica Insee.
Il pil tedesco 2021 è stato infine rivisto al rialzo al +2,9% su anno (da 2,8%). Nel quarto trimestre però l’economia ha frenato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente.
Piazza Affari in rally con le utility
A guidare i rialzi di Piazza Affari oggi è Enel, che svetta con un rialzo del 5,77%, ma è tutto il comparto delle utility, particolarmente sensibile all’andamento dei tassi, a risultare ben comprato.
Nella top ten del listino ci sono infatti Italgas +5,46%; Terna +4,95%; A2a +4,62%.
In evidenza è anche l’industria con Prysmian +5,49%; Stellantis +5,3%; Moncler +4,99%, quest’ultima dopo i conti in forte crescita presentati ieri. I tecnologici si mettono in evidenza con Stm +4,4%.
Le banche sono positive, dopo le pesanti perdite della vigilia. In particolare, rimbalza Unicredit +3,81%.
In calo ci sono solo Saipem, -0,78% e Diasorin -0,19%, ieri in controtendenza.
Tra le mid cap il bilancio di seduta è particolarmente pesante anche oggi per Maire Tecnimont, -10,7%, a causa della sua esposizione alla Russia. Dall’ultimo bilancio 2021, che registra un utile in crescita del 48,5%, emerge che il 17% del portafoglio ordini complessivo, pari a circa 1,5 miliardi di euro, deriva dalla Russia. La società sottolinea di avere ribilanciato questo portafoglio tra Russia e resto del mondo e di avere un saldo netto delle partite contabili con Mosca alla data attuale in sostanziale equilibrio.