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Borse in rally perchè fiutano che il voto Usa non cambierà molto

Pixabay

Biden alla Casa Bianca e un Congresso diviso è il possibile esito finale di queste elezioni americane, un risultato che piace ai mercati e che, probabilmente, sta sostenendo il rally in queste ore. Le Borse europee archiviano in netto rialzo la quinta seduta consecutiva, forti anche di alcune trimestrali migliori del previsto. Piazza Affari sale dell‘1,93% a 19.731 punti, erano 17.872 alla chiusura di giovedì scorso; Francoforte +2%; Parigi +1,25%; Madrid +2,1%; Londra +0,33%.

Wall Street a sua volta è partita in quarta e viaggia al momento con rialzi superiori al 2% su tutti gli indici. Il candidato democratico alla presidenza Joe Biden ha vinto in Michigan e Wisconsin ed è a un passo dal raggiungimento dei 270 grandi elettori necessari per diventare presidente. La maggioranza repubblicana dovrebbe però essere confermata al Senato e questo può rendere più difficili le battaglie per ridurre il potere delle Big tech, favorite in questa fase anche dalla necessità di distanziamento fisico fra le persone a causa della pandemia e dall’incremento delle attività online.

A tenere alto il morale dei listini inoltre è l’atteggiamento delle banche centrali. Questa sera si pronuncerà la Federal Reserve (da cui non si attendono grandi novità), mentre la Boe ha dato un segnale gradito intensificando il suo programma di riacquisto di attività per rilanciare l’economia britannica, indebolita dalla pandemia di Covid-19. La Bank of England ha messo sul piatto altri 150 miliardi di sterline, per un totale di 895 miliardi di sterline. Il dollaro è in ribasso e tocca i minimi da due settimane contro un panel di valute (e un minimo da sette mesi contro lo yen), con l’idea che i repubblicani al Senato ostacoleranno l’ampio pacchetto di stimoli voluto dai democratici. L’euro si apprezza e il cross ruota attorno a 1,182.

Corrono invece i titoli di Stato americani, che hanno prezzi in rialzo e rendimenti in ribasso. S’impenna anche l’oro, che guadagna il 2,3% e supera quota 1948 dollari l’oncia. Prende fiato invece il petrolio dopo i recenti rialzi: Brent 40,82 dollari al barile (-0,99%). Insomma un gran sereno sui cieli finanziari, nonostante le nubi sempre incombenti della pandemia in espansione e delle nuove misure restrittive decise in Europa. Da soppesare sono le notizie che vengono dalla Danimarca a proposito di un coronavirus mutato nei visoni e che ha infettato alcuni uomini con il rischio, se si diffondesse, di vanificare gran parte del lavoro fatto sin qui sui vaccini.

La buona intonazione dei listini europei non è stata scalfita neppure dalle previsioni economiche d’autunno della Commissione Ue secondo cui la seconda ondata di Covid-19 “ha interrotto il rimbalzo dell’economia europea e nel quarto trimestre la crescita tornerà in stallo per poi riprendere nel primo trimestre del 2021”. L’Italia non tornerà ai livelli pre pandemia prima del 2022. E questo in un quadro attuale di divisione in zone, con le regioni più penalizzate in rivolta. A mettere le ali a Piazza Affari però oggi hanno provveduto una serie di trimestrali che hanno superato le previsioni. Regina del listino è Tenaris +13,66%, che a sorpresa ha annunciato anche un dividendo.

In denaro Cnh +4,95%; Moncler +3,99%: Enel +3,3%; Poste +3,3%; Atlantia +3,29%; Stm +3,15%; Diasorin +2,83%. I conti migliori delle attese danno solo una spintina a Unicredit, +0,17%. Nei primi nove mesi il colosso bancario ha perso 1,6 miliardi (ma ha un utile sottostante di 1,06 miliardi). Nel trimestre il gruppo registra un utile di 680 milioni (-42,4% sul trimestre 2019) sopra il consensus degli analisti che ne prevedeva 300 milioni. L’utile netto sottostante del trimestre è di 692 milioni (+31,1% trimestre su trimestre). Il ceo Jean Pierre Mustier lascia però poco spazio alla fantasia su eventuali nozze: “Non commentiamo rumors e speculazioni – sostiene – Lasciatemi ribadite che il nostro piano al 2023 è basato sull’assunto ‘senza M&A'”.

Bene Intesa +2,47%, mentre i risultati trimestrali non sostengono Bper -2,17%. Il rosso da 451 milioni di euro nel terzo trimestre pesa su Mps, -2,53%. In ribasso Italgas -1,35% e Nexi -1,04%. Chiude ancora in spolvero il secondario italiano: lo spread con il decennale tedesco cala a 126 punti base (-2,58%) e il tasso del Btp arretra a 0,63%.

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