Le notizie dal fronte sono drammatiche, ma i mercati europei sperano in un’uscita negoziale dal conflitto e chiudono una seduta stellare dopo 14 giorni di passione vissuti al ritmo sincopato della guerra Russia-Ucraina.
A rafforzare il rally ha contribuito nel pomeriggio l’avvio intonato di Wall Street, reduce da quattro giorni consecutivi in calo.
Piazza Affari guadagna il 6,95% e risale a 23.889 punti base, con banche e auto orbita, mentre perdono quota solo i titoli petroliferi. Il finale è euforico a Francoforte +7,89% e Parigi +7,13%. Sono toniche Amsterdam +4,81%, Madrid +4,71%, Londra +3,44%.
Il copione sembra l’opposto di quello dei giorni scorsi: petrolio e gas arretrano; s’indebolisce l’oro; l’euro rialza la testa contro dollaro; le criptovalute sono in netto rialzo; i titoli di Stato statunitensi e tedeschi sono in saldo e i tassi crescono.
A resuscitare questa voglia di azionario è probabilmente la convinzione che i prezzi dei titoli siano scesi al punto che vale la pena comprare, ma anche il fatto che la guerra sta rallentando il percorso di normalizzazione della politica monetaria delle banche centrali, mentre si spera che domani, in Turchia, i negoziati tra i ministri degli esteri dei due paesi facciano passi avanti. Oggi però, purtroppo, giunge notizia di un bombardamento russo a Mariupol che ha distrutto (probabilmente per errore) un ospedale pediatrico e ucciso dei bambini. Un fatto che difficilmente potrà restare senza conseguenze.
A Piazza Affari auto e banche in rally
In Piazza Affari mettono a segno un gran recupero le banche, il settore auto, i tecnologici.
Unicredit guida il settore con un guadagno dell’11,68%. La banca ha confermato il dividendo, nonostante la sua esposizione alla Russia che, secondo gli analisti, è comunque inferiore a quanto temuto inizialmente.
In scia chiudono con il botto Intesa +11,09% e Bper +9,99%. In denaro il risparmio gestito con Finecobank +11,87% e Banca Mediolanum +10,96%.
Rombano i motori dell’auto: Stellantis +12,28% è la blue chip che registra il maggior rialzo di oggi. Chiudono poco lontano Exor +11,03% e Pirelli +10,38%.
Si apprezza Stm, +10,39% all’indomani della presentazione di nuovi prodotti del cliente Apple (in progresso a New York), tra cui il nuovo iPhone SE, modello economico del suo smartphone.
Le prese di beneficio pesano solo sui titoli oil: Tenaris -5,53%; Saipem -1,44%; Eni -0,5%.
Petrolio in calo nonostante l’embargo Usa
Il petrolio saluta l’embargo Usa ai prodotti energetici russi con un ribasso. Dunque, nonostante le sanzioni decise da Washington, che non possono essere condivise dalla Ue vista la grande dipendenza dei paesi dal gas russo, il Brent perde circa il 5% e tratta intorno a 121 dollari al barile; il Wti arretra di una percentuale analoga in area 117 dollari.
A pesare sui prezzi contribuiscono le parole del direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia, secondo il quale i 60 milioni di barili di riserve di petrolio messi in campo per compensare le interruzioni di forniture, sono solo “una risposta iniziale” e, ci saranno altre misure simili in caso di necessità.
Sì indebolisce l’oro, al momento sotto quota 2000 dollari. Lo spot gold tratta in calo del 2,7%, intorno a 1993,70 dollari l’oncia. Arretrano inoltre palladio, platino e argento.
Dollaro in retromarcia
Il dollaro si sgonfia nei confronti delle principali valute: l’indice del biglietto verde è al momento in calo in misura superiore all’1%. Si risveglia così l’euro che tratta in progresso dell’1,5% circa e riporta il suo “prezzo” a 1,1073 dollari.
A fornire un po’ di carburante alla moneta unica è la possibilità (per ora non confermata) di una emissione congiunta di bond da parte dell’UE per finanziare le spese di energia e difesa.
Sono in rally le criptovalute. Il bitcoin segna un rialzo superiore al 10% e vale oltre 42.400 dollari. A tonificare le monete digitali è il progetto della Casa Bianca di un dollaro digitale e una nuova strategia del governo verso il settore.
Cala lo spread, salgono i rendimenti di Bund e T-Bond
La propensione al rischio allontana gli investitori da investimenti sicuri come i Bund. Sale infatti il rendimento del decennale benchmark tedesco a +0,19%. Il Btp 10 anni chiude a +1,6% e lo spread scende del 5,47 a 142 punti.
Oltreoceano scendono i prezzi dei T-Bond e salgono i rendimenti. Il Treasury decennale registra attualmente un rendimento dell’1,922% in rialzo del 2,7% rispetto alla chiusura di ieri.
Si avvicinano intanto le decisioni delle banche centrali. Domani tocca alla Bce, da cui non si attendono sorprese, visto il nuovo quadro geopolitico che accentua i timori di stagflazione.
Dalla riunione del Fomc – il braccio di politica monetaria della Fed – della prossima settimana, ci si aspetta d’altra parte un rialzo dei tassi d’interesse di 25 punti base. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha recentemente ribadito che la Banca centrale agirà “con attenzione” sulla stretta monetaria.