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Borse in rally, corrono Popolari e energia

Partenza al galoppo per le Borse europee dopo il rally di Giappone e Hong Kong.

Il probabile rinvio dell’aumento del costo del denaro negli Stati Uniti è il tema del momento, ruba la scena e quasi tutto il resto. Ma Barack Obama, alla vigilia del vertice della Banca Mondiale, può celebrare un grande successo: l’accordo Trans Pacific siglato con 11 patners, dal Gaippone all’Australia, che rappresentano un quinto dei commerci mondiali.  

L’indice Ftse Mib accelera e guadagna il 2,10%. Fa meglio Francoforte che sale del 2,2%. Parigi +2,8% e Madrid +2,9% volano. 

La Borsa del Giappone ha chiuso in rialzo dell’1,6%, quella di Hong Kong dell’1,6%.

L’euro si apprezza per il terzo giorno consecutivo su dollaro a 1,125.

Lo spread Btp/bund è sceso sotto la barriera dei 110 punti.

L’indice Markit Composite sulle aspettative dei direttori degli acquisti delle aziende della zona euro, è stato rivisto al ribasso a settembre, a 53,6 da 53,9: per i mercati è un nuovo passo per l’accelerazione del Qe della Bce.

A Piazza Affari salgono i protagonisti di “Mondazzoli”:  Rcs sale del 5% dopo l’annuncio della vendita di RCS Libri a Mondadori +3%.

 Yoox sale del 3,3%, da oggi è operativa la fusione con Net-a-Porter: per Federico Marchetti la stima di 60 milioni di sinergie tra le due società è “conservativa”. Moncler +2,3%.

Tiene banco nel comparto bancario il tema del risiko tra le Popolari: il Credit suisse sta lavorando all’integrazione tra Ubi +3% e Banco Popolare +4%. Tra gli altri titoli Intesa  +2,4%, Unicredit  +2%, Monte Paschi +1.6%.

Il rimbalzo del petrolio e delle altre materie prime dà la carica al settore.  

 A Londra,  Glencore sale dell’8% in attesa della cessione del settore soft commodities (materie prime agricole).

 L’indice Stoxx delle società petrolifere guadagna il 3,3%.

 A Milano Eni +2%, Tenaris +3% e Saipem +4%.

La miglior blue chip è Mediaset [MS.MI] del 4%. Telecom Italia è in rialzo del 3%. 
  
Più deboli le utility, penalizzate dall’intenzione dell’Autorità per l’Energia di rivedere il quadro delle tariffe di distribuzione dell’energia elettrica. 
 Fa eccezione Enel +1,4%, trainata dalla prossima cessione della centrale slovacca. A2A +0,5%. Terna perde il 2,5%.

Bene gli industriali: Finmeccanica +1,8%, StM +1,9%, Fiat  Chrysler  +1,6%, Prysmian  +3%.

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