Perdono colpi le Borse europee, deluse dal nulla di fatto nell’incontro tra il ministro degli Esteri russi Lavrov e quello ucraino Kuleba. A giudicare dai toni di Lavrov, che ha negato che l’ospedale di Mariupol bombardato ospitasse bambini malati (colpa della “manipolazione dei media” secondo lui, ma le immagini lo smentiscono), un qualsiasi accordo, anche parziale, sembra davvero lontano: non c’è nessun progresso nemmeno su questioni umanitarie urgenti.
Borse in panne: il negoziato è fallito
I mercati, che nelle prime ore di scambi avevano cercato spunti per ridurre i ribassi, si riportano sui valori dell’apertura, con cali superiori ai due punti percentuali. Al momento, le principali piazze europee sono sui minimi di giornata: Milano cede il 3,21%, Parigi il 2,15%, Francoforte il 2,1%, Amsterdam l’1,1%, Londra e Madrid circa lo 0,9%. A Londra sono scattate le sanzioni anche nei confronti di Roman Abramovitch, cui non è bastata il tentativo di cessione del Chelsea. La squadra dei blues resta congelata.
La mappa del listino è simmetricamente opposta a quella della vigilia. Salgono i titoli ieri in flessione: in rialzo Leonardo (+1,14%) davanti a Tenaris (+0,60%). In lieve rialzo Snam.
Nel resto del listino, da segnalare il balzo di Italian Sea Group (+8%). La società ha non solo smentito che lo yacht Sherehazade in rimessaggio faccia capo a Vladimir Putin, ma ha precisato che è in essere soltanto un contratto con un cliente russo, da cui deve ancora incassare 6 milioni di euro relativi al saldo consegna nave, prevista nei primi mesi del 2023. Si evidenzia comunque che il soggetto contraente non rientra tra quelli colpiti da sanzioni internazionali.
Borse in panne: petrolio in ripresa, giù le banche
In calo Eni (-1,8%), che ieri ha sospeso l’acquisto di petrolio dalla Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Il gruppo ha aggiunto che sta monitorando con attenzione gli sviluppi che riguardano l’approvvigionamento del gas.
Perdono colpi banche e auto dopo l’impennata della vigilia. Lasciano sul terreno più del 6 per cento Unicredit, Intesa e Bper. Stellantis cede il 5,5 %.
Nel pomeriggio inizierà il vertice tra i capi di stato di Versailles dedicato alle misure su energia e difesa in cui, forse, si affronterà il tema degli eurobond, su cui non esiste però un pieno accordo: l’euro tratta a 1,1050, in lieve calo.
È in corso anche il direttorio della Bce. Nell’attesa del comunicato finale e della conferenza di Christine Lagarde i mercati confermano la sensazione di un rinvio della stretta della banca centrale: il Bund decennale tratta a + 0,15%, -6 punti base in meno. BTP decennale a 1,61%. Lo spread scende a 148 punti. In un’audizione in Parlamento il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera ha detto che l’Italia per ora è coperta rispetto al rialzo dei tassi di interesse e non ci sono in questo momento elementi che portino a pensare che la spesa per interessi sia significativamente superiore a quella stimata nel budget 2022. Quanto alla reazione alla crisi ucraina, Rivera ha sottolineato come i tassi si siano “a tratti abbassati per una questione di fuga dal rischio che porta a spostare risorse sul debito, anche sul debito pubblico”. I segnali di risposta comune dell’Unione europea alla crisi “hanno anche portato a una compressione dello spread rispetto al Bund tedesco”.
Il petrolio WTI sale del 4%. Gli Emirati Arabi Uniti si sono detti disponibili ad aumentare la produzione, ma i dati sulle scorte diffusi ieri hanno mostrato quanto sia vulnerabile il fronte dei paesi consumatori.
Gas Naturale -5% a 147 euro, prezzo più che dimezzato rispetto al picco record di inizio settimana toccato a 345 euro.
L’oro, anch’esso ieri in forte calo, è tornato sotto i duemila dollari, stamattina perde lo 0,7% a 1.978 dollari.