LISTINI IN ROSSO, CAPITOMBOLO DI APPLE. A RISCHIO IL RATING I FRANCIA E GERMANIA
L’Orso è uscito dal letargo? I segnali non mancano. Il malessere cinese continua a produrre i suoi effetti. Rallenta Tokyo -0,29%, segna il passo Hong Kong -0,15%, quasi invariata Shanghai +0,1%. A Wall Street l’indice S&P scende dell’1,43%, Dow Jones -0,94%, Nasdaq -1,84%. A Milano l’indice FtseMib ha perso lo 0,9%. La Borsa di Londra ha perso l’1%, Parigi -2,3%. Pesante Francoforte (-2,2%) che segna il nuovo minimo dal 10 dicembre 2012. Il petrolio è tornato a scendere e il Brent ed è di nuovo sotto i 100 dollari al barile: 97,58 dollari (-1,8%) stamane sui mercati asiatici, 86,9 (-1,9%) il Wti.
La ripresa, insomma, è assai più fragile di quanto non abbia lasciato il rally dei mercati nel primo trimestre. Anche stamane soffrono in Asia i titoli dei Big delle materie prime, come Bhp Billiton -3,3% a Sidney. Rio Tinto è scesa a Londra del 3,8% dopo i dati deludenti sulla produzione di minerale di ferro nel primo trimestre (la Cina è il primo importatore).
Ma l’allarme coinvolge nche l’hi tech. A Seul i titoli di Lg, che fornisce i display per l’i Phone, perdono il 3,4% dopo che dagli inventari dei magazzini emerge una brusca contrazione delle vendite. A New York, intanto, i titoli Apple hanno rotto ieri al ribasso la barriera dei 400 dollari per poi chiudere a 402,80 con un calo del 5,5%.
USA “CRESCITA MODERATA”, IN ITALIA “RIPRESA LONTANA”
La ripresa, insomma, è assai più fragile di quanto non abbia lasciato il rally dei mercati nel primo trimestre. La cautela è confermata dal Beige Book della Fed pubblicato ieri sera: l’economia statunitense sta crescendo a un ritmo “moderato”, grazie al traino dell’auto ed alla ripresa del settore costruzioni che hanno compensato l’effetto dei tagli al bilancio federale. Nel precedente report la crescita era stata valutata “tra il modesto e il moderato”. In 5 dei 12 Distretti in cui sono divisi gli Stati Uniti è stata registrata una crescita “moderata”, in cinque “modesta” e due hanno evidenziato “lievi accelerazioni”.
Note allarmate invece arrivano dalla Banca d’Italia. Secondo il bollettino trimestrale di via Nazionale restano “prospettive sfavorevoli” sul mercato del lavoro, che ha bruciato 157mila contratti a tempo indeterminato. Tornano gli investimenti esteri sul Btp ma la luce in fondo al tunnel ancora non si vede. Per questo l’incertezza politica non deve spegnere sul nascere i timidi segnali di ripresa , anche se non si sono visti gli effetti devastanti sulla tenuta del debito del Paese che si potevano temere.
Ma dalla Germania arriva la previsione lugubre di Jens Weidman; la crisi, dice il presidete della Bundesbank, potrebbe durare ancora dieci anni. In caso di nuova frenata dell’economia, ha aggiunto, la Bce potrebbe tagliare i tassi.
SPREAD, TIENE QUOTA 300. BANCHE IN ROSSO A PARIGI
Grande volatilità sul fronte dei titoli di Stato. A fine seduta il rendimento del titolo a 10 anni è al 4,23%, lo spread è invariato a quota 300. Ma a metà giornata il differenziale di rendimento Btp/Bund era sceso a quota 291, in contrazione di ben 10 punti base e su livelli precedenti la tornata elettorale di febbraio. Poi il Btp ha annullato tutto ciò che aveva guadagnato.
Pesano le voci di un possibile downgrading del rating francese. A Parigi brusco scivolone per le banche: BnpParibas -4,9%, Société Générale -4,3%.
Egan-Jones ha declassato la Germania il cui rating passa così a A da A+. La piccola agenzia di rating è diventata famosa in tutto il mondo per essere stata la prima a decretare un downgrade degli Stati Uniti. Era il 16 luglio 2011. Il mese dopo S&P fece altrettanto in scia allo stallo sull’innalzamento del debito pubblico. E fu panico sui mercati.
Netto il ribasso dell’euro che perde lo 0,9% contro il dollaro e scende a 1,305 da 1,317 della chiusura precedente. Il Movimento più contenuto nel confronto con il franco svizzero: il cross è a 1,2142 da 1,2155.
TELECOM-H3G, BERNABE’ SI SCHIERA A FAVORE
La tenuta dello spread ha sostenuto le banche italiane. Unicredit ha chiuso con un calo modesto (-0,3%), Mediobanca -0,5%, positive Intesa +0,7% e MontePaschi +0,2%. Le assicurazioni hanno chiuso in ribasso: Generali -2,6%, Fondiaria-Sai -2,9%.
All’assemblea di Telecom Italia Franco Bernabé si schiera a favore dell’operazione H3G. “L’integrazione ipotizzata – ha spiegato Bernabè – presenta delle sinergie industriali che comportano riduzioni di costo in termini di strutture commerciali e di sviluppo delle reti Lte a cui si aggiungono i benefici di due bacini di clientela complementari”. La risposta del comitato chiamato a lavorare l’operazione arriverà, al più tardi, ai primi di maggio. Ma non sarà facile mettersi d’accordo sui conti.
Dall’analisi preliminare dei risultati del gruppo controllato da Li Ka Shing emerge che il margine operativo lordo – rettificato secondo standard omogeni con quelli secondo i quali viene redatto il bilancio di Telecom – sarebbe di circa 100 milioni (contro i 260 milioni annunciati), mentre i clienti attivi del gruppo sarebbero circa 7,3 milioni contro i 27 milioni di Tim.
Fra i titoli industriali, StM è caduta in ribasso del 5% nonostante le buone notizie del settore semiconduttori. Intel ha diffuso indicazioni positive sul 2013. L’olandese Asml, primo provider mondiale di macchinari per produrre chip, è salita del 2,5% dopo avere diffuso la previsione di una ripresa delle vendite nel secondo trimestre.
In netta discesa Prysmian -2,4% dopo che l’ad, Valerrio Battista ha detto ieri che il 2013 sarà un anno più difficile del precedente. Debole il settore auto (Stoxx -2,4%) dopo i dati negativi sulle vendite in Europa il mese scorso (-10%). Bmw è scesa del 2,7%, Volkswagen -2,9%. Fiat ha perso solo l’1% dopo risultati migliori del mercato (-2%). Pirelli è scesa dell’1,7%, Brembo -4,1%. Finale positivo per Finmeccanica +0,1%.
Poco mossi i titoli del lusso: Ferragamo e Luxottica hanno chiuso invariati. A Londra Burberry è salita dell’1,8% dopo avere annunciato ricavi in crescita del 10% grazie alla forte domanda in Cina. Continua il calvario della maticola Moleskine caduta del 5% a 1,753 euro. Il titolo ha esordito in Borsa il 3 aprile dopo un collocamento a 2,3 euro (-23% in nove sedute, di cui otto in ribasso).