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Borse in frenata, il Toro fa i conti con i costi. La Germania si prepara al rischio di inflazione a doppia cifra

Salgono i rendimenti di mercato, ma la Bce non seguirà la Fed. Battuta d’arresto per i listini. A Piazza Affari però riprende la corsa delle Generali. Riparte anche Tim

Borse in frenata, il Toro fa i conti con i costi.  La Germania si prepara al rischio di inflazione a doppia cifra

Dopo l’ora dell’euforia (prematura), Borse in frenata. I mercati finanziari fanno i conti con i costi del conflitto per le economie del Vecchio Continente. E con le possibili terapie per fronteggiare la caduta della ripresa. Di riflesso, all’indomani del rally che ne ha portate alcune, tra cui quella di Francoforte, sui livelli precedenti la guerra, gli indici hanno imboccato la via del ribasso a partire proprio dalla piazza tedesca -1,54% alle 13, un punto abbondante peggio di Piazza Affari -0,40%. 

Borse in frenata, la Germania prepara l’emergenza gas

E’ stata del resto la Germania in particolare a spegnere gli entusiasmi attivando il preallarme del piano di emergenza sul gas.  La decisione è arrivata dopo che la Russia ha ribadito che intende farsi pagare le forniture di energia solo in rubli.

Di qui la scelta di Berlino di prepararsi al peggio: niente tagli, per ora, ma il messaggio ai tedeschi è che “ogni risparmio anche di un solo chilowattora sarà importante”. Intanto scatterà un monitoraggio preciso dei consumi in vista di possibili razionamenti per le attività produttive. Norbert Wieland, il professore di Francoforte a capo della task force, ha detto che nel caso di un’interruzione delle forniture, “la prima economia dell’Europa finirà in recessione con un tasso di inflazione a doppia cifra” un segnale che ha spinto Holzmann, il banchiere centrale austriaco, a ribadire  la necessità di un aumento dei tassi di mezzo punto entro dicembre. 

Borse in frenata, Lagarde: più politica fiscale

Più o meno in contemporanea con gli annunci da Berlino, però, è arrivato il messaggio di Christine Lagarde.   La diagnosi è altrettanto negativa: “L’Europa – ha detto – sta entrando in una fase difficile. Nel breve termine, ci troveremo di fronte un’inflazione più elevata e una crescita più bassa“, ha affermato. Non solo. “C’è una considerevole incertezza su quanto ampi saranno questi effetti e quanto a lungo dureranno, più dura la guerra più è probabile che i costi siano rilevanti”. Ma la terapia suggerita dalla banchiera non passa dalla tradizionale medicina dei tassi alti. “Per compensare gli effetti a breve termine dell’aumento dei prezzi dell’energia e delle sanzioni, le politiche fiscali nazionali dispongono di una serie di strumenti da implementare, come tagli e sussidi fiscali”. Ora però occorre un approccio europeo “per adeguarci al mondo post-invasione”. Ovvero una serie di iniziative che dovranno coinvolgere governi e privati. L’inflazione?  Opzionalità, gradualità e flessibilità” restano le parole d’ordine per la conduzione della politica monetaria in una fase di “alta marea” in cui dovremo abituarci a tassi più alti per un bel po’, lascia intendere madame Lagarde. 

Insomma, via libera ad una politica comune espansiva coraggiosa, assai al di là dei confini della dottrina del fiscal compact. Prudenza in materia monetaria, nonostante la spinta al rialzo dei tassi Usa. Ma gli Stati Uniti, indipendenti sul fronte energetico, possono affrontare il rischio di una modesta recessione pur di sconfiggere l’avanzata dell’inflazione, magari prima delle elezioni di novembre. L’Europa, in attesa di trovare alternative al gas russo ed alla dipendenza dal petrolio, non può consentirsi forti aumenti dei tassi ufficiali come dimostrano i dati: fiducia dei consumatori, in ribasso a -18,7 a marzo da -8,8 a febbraio, sentiment nel settore manifatturiero calato a 10,4 da 14,1. Male anche la fiducia nel settore retail, in ribasso a 0,2 a marzo da 5,5 a febbraio.

E le obbligazioni sono in tensione

E così Il mercato obbligazionario rimane in tensione. Il Treasury Note a dieci anni, arrivato ieri vicino alla soglia d’allarme di 2,50% di rendimento, tratta a 2,40%, da 2,34% di stanotte. Tornano su i tassi anche in Europa. BTP a 2,16%, +5 punti base, Bund + 0,66%.

Sul fronte azionario intanto è svanito l’ottimismo della vigilia. A sostenere l’indice di Piazza Affari, che limita i ribassi, restano oltre ai petroliferi, i titoli delle partite in corso

  • Tim + 3,77%. La società ha chiesto ulteriori chiarimenti a KKR sui termini dell’offerta per l’intero gruppo, indicando nel 4 aprile il termine per una risposta, spiegano due fonti vicine alla situazione. In particolare i chiarimenti riguardo la conferma del prezzo indicato in via preliminare a novembre e se KKR è disposta a una due diligence di natura esclusivamente confirmatoria.
  • Generali + 2,18%.  Francesco Gaetano Caltagirone detiene il 9,519% della società di assicurazione, secondo quanto indicato in un documento. Delfin e CRT hanno annunciato di aver dissolto il patto di consultazione su Generali.

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