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Borse in forte caduta e spread su per 3 ragioni: la stretta della Fed, la guerra e le sanzioni, il Covid in Cina

Borse in forte ribasso con Piazza Affari che perde il 2%. Ma le vendite investono anche i titoli di Stato e i rendimenti dei Btp corrono: lo spread sfiora quota 170

Borse in forte caduta e spread su per 3 ragioni: la stretta della Fed, la guerra e le sanzioni, il Covid in Cina

Tassi in aumento e crescita al palo, mentre il Covid mette sotto pressione il settore servizi in Cina: il combinato disposto di questi elementi, in un contesto di guerra in Europa (che sembra destinato a durare a lungo, secondo la Nato), deprime i mercati continentali che chiudono in netto ribasso, affossati nel pomeriggio dall’apertura negativa di Wall Street.

Piazza Affari è tra le peggiori e perde il 2,05%, scendendo a 24.447 punti base, con quasi tutto il listino principale in rosso. In attesa delle elezioni si deprime di più il Cac 40 di Parigi, -2,21%; sono fortemente negative Amsterdam -2,22%; Francoforte -1,93%; Madrid -1,58%. La migliore è Londra, che limita le perdite allo 0,33%.

Continuano inoltre le vendite dei titoli di Stato, che vedono rendimenti in rialzo. Sul valutario l’euro tratta debole contro dollaro, in area 1,09, mentre risale il rublo. Sono in calo le materie prime (Brent -2,64%, 103,82 dollari al barile), con l’eccezione del gas naturale, in netto rialzo.

Borse in forte caduta: s’impenna l’indice della paura

Wall Street è partita in ribasso, soprattutto con il Nasdaq -2,3%, mentre corre l’indice della paura o della volatilità (Vix, 24,4 +16%), in attesa che questa sera la Fed pubblichi le minute dell’ultima riunione (nella quale ha aumentato di tassi di 25 punti base). In una nota ai clienti, citata da Reuters, Unicredit sostiene che i verbali saranno importanti per due ragioni principali: potranno fornire indizi sulla probabilità di un aumento di 50 punti base; aiuteranno a capire cosa si aspetta il comitato per orientarsi verso un ritmo più rapido di aumenti. Una certa suspance è stata creata inoltre dalle dichiarazioni da falco, viste ieri, della vicepresidente Lael Brainard, considerata dai più una colomba. In particolare, per Brainard una riduzione del bilancio della Fed potrebbe già cominciare il mese prossimo, a un ritmo molto più veloce degli sforzi precedenti. Gli esperti temono che l’azione della Fed e un rialzo dei tassi di 50 punti base al termine delle prossime tre riunioni, possa provocare un rallentamento dell’economia e Deutsche Bank per la prima volta ha parlato ieri apertamente di recessione nel 2023.

Il tutto mentre si mantiene l’inversione della curva dei rendimenti dei titoli Usa tra 5 e 10 anni e tra 5 e 30 anni. Oggi proseguono le vendite e salgono i tassi del decennale, che è al top dal 2019 oltre quota +2,6% (in rialzo di circa il 3% dalla chiusura di ieri).

Spread in salita e pil in calo in Italia

Tensioni sull’obbligazionario si registrano anche in Europa, dove la Bce è sempre stata molto prudente nelle sue esternazioni, ma dove l’inflazione corre e il rallentamento dell’economia si comincia a far sentire e potrebbe aggravarsi con la messa in campo delle nuove sanzioni volte a fermare la Russia in Ucraina. In particolare, secondo la bozza del Def italiano, anticipata da Reuters, il pil del paese dovrebbe calare nel primo trimestre dell’anno per poi recuperare nei successivi tre mesi. La crescita per l’intero 2022 è vista al 3,1%, in calo rispetto al 4,7% indicato lo scorso autunno. È confermato invece l’obiettivo di deficit/pil a 5,6%.

Il clima non favorisce la carta tricolore, che perde anche oggi quota. Lo spread tra il decennale italiano e tedesco sale a 168 punti base (+2,84%), con un tasso del Btp a +2,32% e quello del Bund a +0,64%.

Piazza Affari in rosso, ma Avio va in orbita

Il miglior titolo di Milano oggi è Avio (+13,58%), azienda aerospaziale quotata sul segmento Star, spinta dalla notizia del maxi contratto con Amazon da Arianspace, cui fornirà motori per il lanciatore Ariane 6, che metterà in orbita satelliti per la banda larga del progetto Kuiper. Si tratta del più grande accordo finora firmato dal consorzio che commercializza i lanci europei. Il progetto di Amazon punta a “connettere i non connessi”, fornendo la banda larga ad alta velocità e bassa latenza alle comunità in tutto il mondo e collegando case, scuole, ospedali, aziende, governi e istituzioni.

Nel paniere principale invece la numero uno è Atlantia che, con uno scatto finale, chiude in rialzo del 2,45%. Sono più tiepidi gli altri titoli positivi del listino, per lo più utility insieme ad Unipol (+0,71%). Si apprezzano quindi Italgas +2,02%, Snam +1,86%, Hera +1,03%, A2a +0,03%.

La lista delle perdite parte da Interpump -5,69%, sotto pressione da alcuni giorni. Male l’auto con Pirelli, -5,41%, Cnh -5,04% e Stellantis -4,45%.

In sofferenza i finanziari, Nexi -5,33%. Tra le banche vanno giù le big Intesa -2,93% e Unicredit -2,25%. L’istituto guidato da Andrea Orcel, rispondendo agli azionisti, in vista dell’assemblea di venerdì, scrive che la banca sta “completando un’urgente valutazione interna dell’impatto, delle implicazioni e delle conseguenze di un’uscita dalla Russia”. Precisa però che “non è possibile trarre conclusioni dall’oggi al domani, ma forniremo presto maggiori dettagli”.

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