Sulla scia del rialzo del greggio le Borse europee confermano i guadagnai della seduta e chiudono in rialzo: il Ftse Mib sale del 2,48% e riprende quota grazie a banche e automotive, il Ftse 100 del 2,87%, il Dax del 2,65% e il Cac del 2,99%. A Parigi sale Crédit Agricole sulla spinta di risultati migliori delle attese e un piano per la vendita delle partecipazioni che possiede in oltre 35 banche regionali francesi: con il ricavato potrà rafforzare la struttura patrimoniale e distribuire maggiori dividendi. Salgono anche le materie prime dopo l’annuncio di Glencore, che ha rifinanziato 8,45 miliardi di debito in scadenza a maggio.
Il petrolio Wti in rally +5,27% a 30,57 dollari al barile del dopo che il ministro dell’energia di Teheran si è schierato a favore del tentativo di stabilizzazione del prezzo del petrolio. Oggi si è svolto un meeting in Iran tra alcuni membri dell’Opec. Teheran, stando al sito Shana, ha fatto sapere attraverso il suo ministro petrolifero che è disposto a sostenere ogni azione volta a risollevare le quotazioni. L’incontro c’è stato all’indomani dell’accordo di principio raggiunto tra Arabia Saudita, Qatar e Venezuela (membri del cartello dei Paesi produttori) e Russia (che non ne fa parte) su un congelamento della produzione ai livelli di giugno.
Ora, nonostante le difficoltà del comparto, a scommettere sul settore petrolifero è Warren Buffett. La sua Berkshire Hathaway ha reso noto un investimento nel colosso delle infrastrutture petrolifere Kinder Morgan: stando ai dati consegnati alla Securities and Exchange Commission, la Consob americana, a fine 2015 la conglomerata dell’oracolo di Omaha controllava 26,53 milioni di azioni, valutate circa 395,9 milioni di dollari. Berkshire ha anche incrementato la propria quota della società di raffinazione petrolifera Phillips 66, salendo al 14,3% con l’investimento da 1,08 miliardi di dollari effettuato nel corso del 2015.
La spinta all’Europa è arrivata anche dalla positiva apertura di Wall Street che ha beneficiato del balzo a sorpresa della produzione industriale a gennaio: +0,9% contro un +0,4% del consensus degli analisti. Scendono invece a sorpresa i nuovi cantieri avviati negli Stati Uniti a gennaio. Secondo le statistiche del dipartimento del Commercio, i nuovi cantieri sono calati del 3,8% rispetto al mese precedente al tasso annuo destagionalizzato di 1,099 milioni, il più basso da ottobre.
Alla chiusura dei listini europei il Dow Jones saliva dell’1,28% e l’S&P500 dell’1,48%. Sul fronte valutario il cambio euro dollaro è stabile a 1,1139. Il mercato guarda ora ai verbali dell’ultima riunione della Fed. Lo spread Btp-Bund si raffredda a 134 punti base, con rendimento decennale all’1,64%. A Piazza Affari balza Ferrari +10,38% dopo la notizia che il finanziere George Soros ha acquistato lo 0,4% del capitale. Stamattina gli analisti di Mediobanca hanno rivisto leggermente al rialzo il target del titolo portandolo a 55,86 euro dai 55,33 euro precedenti e confermando il giudizio Outperform.
In grande fermento l’industria, a partire dall’automotive. Fiat Chrysler guadagna il 5,10%. Il rimbalzo coinvolge buona parte del manufacturing europeo, al traino di alcuni bilanci positivi. Acquisti sul gruppo francese Schneider Electric, leader nelle apparecchiature elettriche e nell’automazione, dopo i conti e l’annuncio di un buy back da 1,5 miliardi di euro.
Bene anche i titoli legati al petrolio, tra i migliori del Ftse Mib Saipem +9,22% e Tenaris +6,06%. In evidenza il risparmio gestito di Anima +8,92% e Azimut +8,48%. Positivo, ma con meno slancio, il comparto bancario: Banco Popolare +2,45%. L’ad Pier Francesco Saviotti ha ribadito che le nozze con Pop.Milano +0,43% si faranno a breve senza aumenti di capitale. Mps +2,31%, Unicredit +2,46%, Intesa +2,38% e Ubi +1,49%.
Poste italiane +4,04%. Stamattina Equita ha annunciato di avere avviato la copertura con una raccomandazione Buy. Telecom Italia +3,96% in recupero sulla pesante perdita di ieri quando il mercato si era concentrato soprattutto sui dati e sulla mancanza del dividendo. Oggi gli analisti si esprimono invece positivamente sui risultati attesi a lungo termine con l’aumento degli investimenti per sviluppare la rete fissa e mobile a banda ultralarga.
Deutsche Bank ha confermato il giudizio Buy, limando il target price a 1,20 euro da 1,25 euro. Nomura ha invece ribadito il giudizio Reduce, tagliando di netto il target price a 0,74 euro da 1,02 euro precedente (-28% circa). In negativo sul Ftse Mib scivola solo Atlantia -0,17%.