Seduta da brividi oggi in Europa, che chiude in rosso ma recuperando dai minimi toccati nel corso degli scambi.
Piazza Affari perde l’1,84% e resta aggrappata a quota 27mila punti.
Il bilancio finale è più pesante per Francoforte -1,97% e Amsterdam -1,87%. Sono poco distanti Parigi -1,75%, Madrid -1,36%, Londra -1,21%.
Lo Stoxx 600 è in perdita del 2,12% e registra il terzo calo settimanale consecutivo, soprattutto a causa dei titoli tecnologici e dei minerari.
Tra i peggiori Rio Tinto, dopo che la Serbia ha revocato le licenze di esplorazione per il litio per preoccupazioni di natura ambientalistica, frenando l’ambizione della compagnia mineraria anglo-australiana di diventare il più grande fornitore europeo del metallo.
Male Siemens Eneregy, che ha dovuto tagliato il proprio outlook, dopo che la propria divisione eolica Siemens Gamesa ha lanciato un warning sulla possibilità di prolungati problemi agli approvvigionamenti.
WALL STREET IN ROSSO CON NETLFIX
A pesare sulla seduta odierna in Europa è stato il mancato rimbalzo del Nasdaq, ieri, a Wall Street dopo un improvviso cambio di rotta verso la fine delle contrattazioni. Oggi il copione potrebbe essere diverso. Il Nasdaq è ancora in calo, zavorrato Netflix (-20%), ma il Dow Jones sta tentando il recupero con titoli come Home Depot, Nike e McDonald’s.
Per quanto riguarda Netlfix, la piattaforma delude dopo i conti trimestrali, ma sono soprattutto le previsioni a marzo 2022 a preoccupare, con la stima di 2,5 milioni di abbonati in più, quasi la metà dei 3,98 milioni del primo trimestre 2021.
La tendenziale avversione al rischio favorisce un leggero miglioramento dell’obbligazionario, dove i rendimenti scendono.
Crolla invece il bitcoin. Il suo valore è intorno a 38.640 dollari (-10,8%) e ha cominciato a calare dopo che la Russia ha proposto di mettere al bando l’utilizzo e l’estrazione delle criptovalute.
Perde quota inoltre il petrolio, che si allontana dai massimi da sette anni.
Continua a pesare sul sentimento globale la corsa dell’inflazione e la stretta annunciata dalla Fed.
Sul punto torna oggi la direttrice dell’Fmi Kristalina Georgieva: la Fed – sostiene – sta agendo in maniera responsabile perché l’inflazione negli Usa sta diventando un motivo di preoccupazione economica e sociale” ma gli aumenti dei tassi che sta per fare potrebbero gettare acqua gelata su quella che è una ripresa già debole altrove. Per Georgeva non sono solo le banche centrali che devono combattere l’inflazione ma anche le altre autorità, mettendo cercando di vincere la pandemia attraverso le campagne di vaccinazione. “Dobbiamo spendere miliardi in campagne di vaccinazione per guadagnare trilioni in attività economiche”.
IN PIAZZA AFFARI SPROFONDA LA GALASSIA AGNELLI
Sul Ftse Mib si salva dalle vendite solo Intesa, +0,2%, in attesa del piano industriale che verrà presentato il 4 di febbraio e con Morgan Stanley che ha inserito il titolo tra i top pick Ue. La banca d’affari ha migliorato il giudizio a “Overweight” (sovrappesare) e portato il prezzo obiettivo a 3,3 euro da 2,9 euro.
Tra i titoli peggiori ci sono quelli della galassia Agnelli: Stellantis -3,54%; Cnh -2,67; Ferrari -3,04%; Exor -2,64%.
Alle vendite ha contribuito la notizia che il socio cinese di Stellantis, Dongfeng, ha collocato l’1,28% del capitale della società al prezzo di 18,30 euro, al di sotto di quello registrato ieri in chiusura (18,79 euro). Secondo il broker Bestinver è preoccupante il fatto che il socio sia sceso sotto il livello del 4,5% del capitale e fa pensare che “l’intenzione di Dongfeng sia quella di gradualmente vendere l’intera partecipazione”. Le azioni del gruppo automobilistico chiudono oggi a 18,128 euro.
Scendono inoltre titoli del settore salute come Amplifon -4,11% e Diasorin -2,82%.
Prysmian perde il 3,79% e arretrano i titoli petroliferi a partire da Tenaris -3,76.
Male le banche con Unicredit -2,87%. Va a picco Generali -3,2%, in attesa del verdetto della Consob sulla lista per il consiglio.
Telecom cede l’1,13%, nel giorno in cui il consiglio della società ha cooptato Pietro Labriola, direttore generale, nominandolo amministratore delegato del gruppo.
SECONDARIO ITALIANO IN ROSSO
Calano i rendimenti dei titoli di Stato sul mercato secondario, ma il Bund fa meglio del Btp e lo spread sale.
Il tasso del decennale italiano si abbassa a +1,29% (da +1,3% di ieri) mentre quello del titolo tedesco di pari durata -0,1% (da -0,07%). Il differenziale sale così a 139 punti base (+1,76%).
SCENDE IL PETROLIO
Dopo aver toccato in settimane gli 89 dollari al barile, il petrolio arretra dai massimi da sette anni. Il Brent tratta in calo dello 0,65% a 87,8 dollari al barile, mentre il greggio texano perde lo 0,42, 85,19 dollari.
L’euro-dollaro è poco mosso, con il cambio intorno a 1,134.