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Borse in cerca di rimbalzo dopo l’intesa Usa-Ue sui dazi

Pixabay

“È un grande giorno, comincia una nuova era nelle relazioni tra l’Europa e gli Stati Uniti”. Così Donald Trump al termine di tre ore di colloquio con il presidente della Ue Jean-Claude Juncker, in cui è stato siglato un armistizio, se non la pace, sul fronte dei dazi tra le sponde dell’Atlantico. In sintesi: l’Europa si impegna ad acquistare più gas naturale e soia dagli Usa, in cambio gli Stati Uniti si impegnano a rivedere le tariffe su acciaio ed alluminio e a non imporre dazi sull’auto, perlomeno finché saranno in corso le trattative per una completare revisione delle regole del Wto.

PROVE DI RIMBALZO PER FCA DOPO IL TONFO

È un cambio di rotta tanto imprevisto quanto radicale, nel solco dell’ultima intuizione di Sergio Marchionne, che, unico tra i leader del settore, aveva previsto che la disputa poteva risolversi in un successo per tutti. Ma, come ha annunciato ieri John Elkann, “Sergio, l’uomo e l’amico, se n’è andato”. Toccherà a Mike Manley guidare la riscossa dopo il violento ribasso (-15,5%) del titolo Fca dopo il profit warning sugli utili e i ricavi annunciato ieri, giorno difficile anche per Gm e Ford, entrambe sotto del 4% abbondante. Non è difficile prevedere un rimbalzo dell’automotive dopo l’accordo sui dazi di mercoledì. E infatti, giovedì mattina in apertura Fca sale del 3,96%, Ferrari dell’1,38% e Exor del 2,12%.

I COSTI DELLA PRIVACY PIEGANO MARK ZUCKERBERG

Ma si profila una giornata drammatica per Facebook ed altri campioni del tech. Ieri sera, a Borsa chiusa, la società di Mak Zuckerberg ha annunciato che, complici i maggiori costi regole sulla privacy adottate dopo lo scandalo di Cambridge Analytics e la fuga di grandi investitori pubblicitari, i profitti del social network sono destinati a crollare “per diversi anni”. In cifre, i margini operativi, oggi attorno al 44% del fatturato, scenderanno al 30% nei prossimi due anni.

La risposta non è tardata. Negli scambi del dopo Borsa il titolo Facebook è sceso del 23%, bruciando più di 150 miliardi di dollari in meno di due ore.

IN CALO LA CINA, MANOVRE AL RIALZO SULLO YEN

Non mancheranno, insomma, altre emozioni per i mercati, in attesa stamane del direttorio della Bce e della successiva conferenza stampa di Mario Draghi.

Contrastate stamane le Borse asiatiche, spinte dall’accordo sui dazi ma in allarme per il tifone Facebook. I listini cinesi arretrano dello 0,6%, sale dello 0,2% il Kospi coreano nonostante la minor crescita del Pil.

Poco mossa Tokyo, in attesa delle prossime decisioni della BoJ: lo yen è salito per il settimo giorno di fila sul dollaro a 110,79. In attesa della Bce sale anche l’euro a 1,1735.

Chiusura positiva per Wall Street, ma dopo Borsa in profondo rosso in scia agli annunci di Facebook. L’indice Dow Jones +0,68%, S&P 500 +0,91%. Meglio di tutti il Nasdaq (+1,17%).

In rialzo stamane il petrolio: Brent a 74,39 dollari.

EUROPA IN ROSSO ASPETTANDO DRAGHI

Contrastati ieri i mercati del Vecchio Continente in attesa dell’incontro in serata a Washington tra Donald Trump, e il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker.

La Borsa di Milano ha chiuso con il calo peggiore: -1,43%, a 21.561 punti, tra scambi in forte aumento a 2,6 miliardi di euro con un incremento di 575 milioni rispetto alla vigilia.

Arretra Francoforte (-0,87%) davanti a Madrid (-0,72%) e Londra (-0,66%). Limita i danni Parigi (-0,14%). Sale solo Zurigo (+0,15%).

Nel question time alla Camera, il ministro Economia Giovanni Tria ha assicurato che l’indebitamento netto del 2019 sarà rivisto al rialzo in modo “limitato” e comunque entro il limite europeo del 3% in rapporto al Pil.

SALE LO SPREAD, IN ARRIVO 7,5 MILIARDI DI BTP

Lo spread tra i Btp e i Bund si chiude di un punto base a fine seduta, grazie al recupero dei prezzi alla vigilia del direttorio della Bce. Dopo un’apertura debole in cui la forbice di rendimento tra Btp e Bund è salita fino a 230 punti, lo spread è sceso a 228 punti base. Il rendimento dei decennali italiani cala al 2,68% contro 2,64% di martedì sera.

Il ministero dell’Economia offrirà tra 5,5 e 7,5 miliardi di euro in titoli a medio-lungo termine nell’asta in agenda lunedì 30 luglio, tra cui il nuovo Btp 10 anni dicembre 2028.

Nel dettaglio, saranno offerti 3-4 miliardi di euro del nuovo Btp dicembre 2028, che staccherà una cedola di 2,8% contro 2% dell’attuale benchmark febbraio 2028; 1,5-2 miliardi del Btp 5 anni marzo 2023, cedola 0,95%; 1-1,5 miliardi di euro del Ccteu settembre 2025.

LA GIORNTA PIÙ TRISTE DELLA GALASSIA AGNELLI

È stata la giornata più amara per Fiat Chrysler, colpita dalla scomparsa di Sergio Marchionne, il leader che l’ha guidata per 14 anni da una condizione di “società tecnicamente fallita” a settima potenza mondiale dell’auto. Dopo la presentazione dei conti del primo semestre affidata al neo ceo Mike Manley, i titoli sono stati investiti da una violenta corrente di vendite, che ha preso velocità nel pomeriggio dopo l’apertura dei mercati Usa.

Fca ha chiuso le contrattazioni in ribasso del 15,5% a 13,99 euro, con un minimo toccato a 13,85 euro. Seduta negativa anche per gli altri titoli della galassia Agnelli: Exor -3,49% a 53,66 euro, Ferrari -2,19%, ma ha comunque sorpassato il valore di Borsa del gruppo italo-americano (21,699 miliardi contro 21,679). Limita i danni Cnh Industrial (-0,27%) che annuncerà i conti oggi.

PREVISTI IN CALO UTILI E RICAVI. FCA BRUCIA 3,87 MILIARDI

A non piacere al mercato sono stati i risultati del secondo trimestre, specialmente l’utile netto, e la revisione della guidance per la fine dell’anno. Fca ha chiuso il secondo trimestre dell’anno con un utile netto di 754 milioni di euro, in calo del 35% rispetto allo stesso periodo di un anno fa e un utile netto adjusted trimestrale di 981 milioni, in calo del 9%. I ricavi netti, invece, sono saliti del 4% a 28,99 miliardi di euro, quando l’ebit adjusted è sceso dell’11% a 1,655 miliardi di euro. Le consegne complessive nel trimestre sono state di 1,3 milioni di vetture (+6%), quelle consolidate di 1,25 milioni (+10%).

Il consensus degli analisti era per ricavi netti di 28,7858 miliardi di euro, un utile operativo di 2,017 miliardi, con un margine del 7,2%. L’utile netto era atteso a 1,267 miliardi di euro, un dato decisamente superiore a quello raggiunto dal gruppo.

Per quanto riguarda le stime per la fine dell’anno, Fca si aspetta ora ricavi netti tra 115 e 118 miliardi di euro, un ebit adjusted tra 7,4 e 8 miliardi di euro, con un utile netto adjusted confermato pari a circa 5 miliardi di euro. La liquidità netta industriale è attesa intorno a circa 3 miliardi di euro, contro una precedente stima di circa 4 miliardi di euro. La guidance data alla fine del primo trimestre era per ricavi netti di circa 125 miliardi di euro. Con il tonfo di ieri Fca ha perso oltre 3,87 miliardi di euro di capitalizzazione.

La tempesta non ha risparmiato neppure Juventus (-4,14%).

MAZZATA SU STM DOPO I CONTI (POSITIVI)

Seduta drammatica anche per Stm (-8,8%), che ha chiuso in calo dell’8,83% dopo una trimestrale positiva (utile netto di 261 milioni di dollari, +9,2% su trimestre e +72,8% su anno) ma con previsioni sui margini che hanno deluso il mercato. Pesa la possibile escalation della guerra dei dazi.

NOTE POSITIVE PER MONCLER, SAIPEM E TIM

In terreno positivo, dopo i conti, diverse blue chips italiane. Moncler ha chiuso con un balzo del 2,61%. Il fatturato si si è attestato a 161 milioni (+22,9% a cambi correnti), battendo le stime degli analisti Un andamento che ha beneficiato dell’ottima performance delle vendite registrata in Asia e in Emea. Per il 2018 la società stima “uno scenario di ulteriore crescita”.

Saipem (+2,14%) ha chiuso un semestre in rosso come da attese, ma ha evidenziato una forte ripresa del portafoglio ordini. La società ha annunciato di essersi aggiudicata una serie nuovi contratti per un valore complessivo di 800 milioni di dollari. Il primo è stato assegnato da Saudi Aramco. La seconda commessa, assegnata da ExxonMobil, riguarda il giacimento di West Qurna nell’area sud-orientale dell’Iraq. Una terza commessa riguarda la Serbia.

In luce Telecom Italia (+1,48%). Nel secondo trimestre l’ebitda domestico è risultato debole, ma comunque in linea con le attese, mentre il debito, pari a 25,1 miliardi di euro, è stato migliore del previsto grazie all’elevata crescita del free cash flow operativo (+51% a 903 milioni di euro). Numeri che fanno supporre un secondo semestre in miglioramento.

AVANZA MEDIOBANCA, VOLA CREVAL

Novità positive per il comparto bancario dalla Bce (-0,7% l’indice di settore). L’istituto di Francoforte ha segnalato che la crescita dei finanziamenti alle imprese della zona euro in giugno ha toccato il massimo post-crisi con un incremento del 4,1% dal 3,7% di maggio, è il dato più robusto da metà 2009. Sul listino avanzano Unicredit (+0,6%) e Mediobanca (+1,7%), la migliore tra le blue chip. Intesa (-0,6%). È proseguito il volo di Creval (+4,81%) sull’onda dell’accordo di bancassurance con il Crédit Agicole.

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