Chiusura debole per i listini europei, dopo un recupero finale al traino di Wall Street: Francoforte -0,49%; Parigi -0,18%; Madrid +-0,12%; Londra -0,15%. Milano cede lo 0,23% a 19.330 punti, al termine di una seduta a singhiozzo, dove il Ftse Mib è arrivato a perdere fino al 2%, per poi recuperare, passare in positivo e infine fermarsi in frazionale ribasso.
A dare un po’ di spinta, nel pomeriggio, è stata la Borsa di New York, partita in verde dopo aver archiviato ieri un trimestre straordinario, con il Nasdaq che ha guadagnato con gli interessi quanto perso a causa della pandemia. Al momento però anche gli indici Usa procedono in ordine sparso, perché le ragioni d’incertezza sono tante. Il record giornaliero di contagi di ieri (quasi 47mila negli Stati Uniti), il monito del virologo Fauci e la raccomandazione stare in casa il 4 luglio; le previsioni della Fed sui tempi della ripresa; il riacutizzazarsi delle tensioni Usa-Cina con l’entrata in vigore della legge sulla sicurezza e gli arresti a Hong Kong. Sull’altro piatto della bilancia però oggi pesa in favore dell’ottimismo la speranza di un vaccino.
Pfizer (+4,9%) e la tedesca BioNTech (+4,8%) hanno annunciato infatti che un prodotto in fase di sviluppo ha mostrato ‘potenziale’ e risulta ben tollerato dagli esseri umani, dopo le prime fasi di sperimentazione. La Pfizer sostiene che, se il vaccino sarà approvato, potrà preparare fino a 100 milioni di dosi entro la fine dell’anno e “potenzialmente” oltre 1,2 miliardi di dosi entro la fine del 2021. Bene, dal fronte macro, anche l’indice Ism sulla manifattura, salito a giugno a 52,6 da 43,1 a maggio contro attese di 49,5. Fra i titoli americani di spicco Tesla (+4,6%) sta mettendo a segno uno storico sorpasso su Toyota e si avvia a diventare la casa automobilistica con maggiore valore al mondo.
Fra le materie prime è buona l’intonazione del greggio, anche a seguito di scorte settimanali Usa in calo in misura superiore alle attese. Il Brent sale dell’1,7% a 41,97 dollari al barile. Si appanna l’oro che tratta in netto calo sotto 1774 dollari l’oncia, dopo aver superato ieri la soglia dei 1800 dollari.
Sul mercato valutario l’euro si apprezza leggermente contro il dollaro e scambia a 1,126. Non sembra pesare molto il dato sugli occupati Usa del settore privato di giugno, sotto le attese. Il rapporto Adp ha messo in evidenza la creazione di 2,369 milioni di posti di lavoro, contro previsioni di 2,5 milioni. In Europa intanto gli indici Pmi sul settore manifatturiero mostrano segnali di miglioramento a giugno: 47,3 punti dai precedenti 39,4 punti di maggio.
Per quanto riguarda l’Italia l’ufficio studi di Confindustria ipotizza una nuova modesta ripresa della produzione industriale a giugno (+3,9%), dopo il balzo di maggio (+32,1%, che si confrontava però con un mese di totale lockdown). A livello trimestrale, Confindustria stima che al 30 giugno la contrazione abbia raggiunto il 21,6% dopo il calo di 8,4% nel primo trimestre.
In Piazza Affari la big cap migliore di oggi è Nexi, +4,35%, alla luce dell’accordo perfezionato ieri con Intesa (-0,76%) sui sistemi di pagamento. Intanto il premier Conte torna sull’Iva e in un passaggio del question time alla Camera dice: “L’ipotesi, su cui si può anche ragionevolmente lavorare, a mio avviso è quella di mettere insieme due istanze, dando una scossa ai consumi attraverso un possibile sgravio dell’Iva per chi ricorre alla moneta elettronica”.
Bene Recordati +2,18%; Inwit +2,24%; Campari +1,39%. Banche contrastate: Mediobanca +1,19%; Banco Bpm -2,26%, mentre si continua a parlare di un possibile matrimonio con Mps (-2,6%). In evidenza le utility con Hera +1,26%, Italgas +1,16%, Terna +0,52%. Le vendite colpiscono l’automotive, come a livello europeo. Pirelli -2,52%; Cnh -2,7%; Fiat -1,77%. In calo Banca Generali -2,33% e Stm -2,02%. Migliora lo spread: 169 punti base (-3,31%), con un rendimento del decennale italiano di 1,26%.