La zampa dell’Orso, dopo il Nasdaq, ha afferrato anche i listini europei avviati ad un finale di settimana in rosso. Dopo la chiusura al ribasso dei mercati Usa, infatti, le Borse europee, Piazza Affari compresa, registrano tutte un bilancio negativo, con una perdita media superiore all’1,5%, peraltro in peggioramento nel primo pomeriggio. A Milano, perdono colpi i tecnologici (Prysmian -3,45%, Stm –2,81%) e i petroliferi (Tenaris -2,97%). Una nota particolare la merita Stellantis, sotto del 3% circa dopo il passo indietro di Donfeng. La casa cinese, a suo tempo accorsa a sostegno di Peugeot, prosegue il piano di sganciamento dalla holding: l’1,28% del capitale è stato ceduto stamane a 18,30 euro, con un forte sconto sui prezzi di ieri (18,70 euro). E l’operazione si riflette sui prezzi di Exor- 2,8% e di Ferrari. Sono numerosi però i segnali di frenata che confermano l’impressione di una perdita di slancio delle azioni, dopo un anno d’oro per i listini. In particolare:
- Pesa sui mercati l’andamento di alcuni titoli già beniamini del rialzo. A New York andrà in onda il crollo di Netflix, anticipato stanotte dai conti annunciati a Borsa chiusa. Il colosso dello streaming è precipitato fino a -20% dopo aver annunciato una frenata dei nuovi abbonati (solo 2,5 milioni nel trimestre in corso) ed un aumento dei costi per garantire la qualità dei programmi.
- In Europa va in scena invece il tracollo di Siemens Gamesa in calo del 15% a Madrid. La società attiva nel settore delle energie da fonte rinnovabile ha avvertito che i problemi nelle forniture dureranno più delle aspettative di qualche mese fa, il che porterà ad un aumento dei costi di produzione delle turbine a conferma che la strada verso l’energia sostenibile è meno agevole del previsto.
- I rendimenti delle obbligazioni, pur in calo dai massimi di Bond e Bund toccati nei giorni scorsi, riflettono la prospettiva di un prossimo rincaro del costo del denaro in attesa della riunione del comitato monetario della Fed. In Italia il rendimento del Btp decennale è in calo all’1,342% mentre lo spread Btp/Bund a 133 punti (132,92), negli Usa il Treasury è attualmente all’1,790%.
- La fine della stagione del denaro a zero o quasi ha coinciso con il secco arretramento dei titoli tecnologici, sia in Usa che in Europa.
- La prospettiva di un possibile attacco della Russia all’Ucraina pesa sull’andamento delle materie prime, stamane in calo, e sulla congiuntura economica. Soffrono così i titoli petroliferi.
- A questo si aggiunge la decisione di Mosca di vietare sia l’uso che il mining delle criptovalute. Il diktat di Putin, secondo Bloomberg, ha cancellato in un colpo solo circa 150 miliardi di dollari di valore facendo precipitare le quotazioni attorno ai 38 mila dollari, gettando nel panico una parte della speculazione.
La sensazione generale è che il mondo si stia attrezzando per il dopo pandemia. La stagione dei sostegni all’economia ed al reddito (complice della clamorosa ritirata dal mercato del lavoro di milioni di lavoratori, mal pagati, sia in Usa che in Europa) volge al termine. Di riflesso, il denaro condannato a costare di più (anche per metter sotto controllo debiti ed inflazione) si indirizza verso i settori value, più remunerativi, a danno della tecnologia, almeno quella che non produce profitti. Un cambio di rotta dalle dimensioni miliardarie che promette una fase di grande instabilità sui mercati destinata a durare almeno qualche mese.