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Borse in bilico tra Fed e Ucraina ma la stretta sui tassi sarà dolce: ombre Isis su Ericsson, che crolla

Photo by Giorgio Trovato on Unsplash

La Fed sarà meno severa di quanto temuto da Wall Street. La pubblicazione delle minute dell’ultima riunione della Banca centrale ha ridimensionato la paura di una stretta molto dura, come lasciavano prevedere le dichiarazioni di James Bullard, presidente della Banca di Saint Louis. Ma a frenare il sollievo dei mercati ci pensa la crisi ucraina. Il ritiro delle truppe russe, per ora, non c’è. Anzi, la pressione ai confini continua, assieme ai cyberattacchi ai centri di comando di Kiev. Il risultato è un insolito equilibrio di forze, indice di smarrimento crescente per i mercati alla ricerca di una bussola.

Stamane i listini asiatici riflettono il clima di incertezza. Il Nikkei di Tokyo cede l’1%. In ribasso anche l’Hang Seng di Hong Kong (-0,5%), mentre esplode una nuova ondata di contagi in città. Lievi guadagni per il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen (+0,3%). Più tonico il Kospi di Seul (+1%): in Corea del Sud, il tasso di disoccupazione è sceso in dicembre a 3,6%, da 3,8% di novembre: il consensus era 3,7%. Piatte le borse dell’India e dell’Australia.

I future di Wall Street perdono stamane circa mezzo punto, lo stesso quelli dell’Europa. Ieri i tre principali indici della borsa degli Stati Uniti hanno chiuso intorno alla parità: S&P500 +0,09%, Dow Jones +0,11%. Il Nasdaq chiude a +0,11%. Il listino di Time Square era arrivato a perdere circa l’1% nel pomeriggio, ma nell’ultima ora ha quasi del tutto annullato il ribasso. La risalita finale è iniziata dopo la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve: quasi tutti i commentatori hanno detto di non vedere indicazioni nuove sulle prossime mosse della Banca centrale. Per ora volta vale il detto no news, good news.

Il rendimento del Treasury Note a dieci anni è tornato giù, sotto quota 2%, a 1,96%. Gli accenni alla riduzione del bilancio contenuti nelle minute hanno provocato un irripidimento della curva dei tassi: lo spread due anni-dieci anni è salito di cinque punti base, a quota 52.

Cisco sale del 5% nel dopo Bosa sull’onda dei risultati. Crollo di Viacom Cbs (-17,4%) dopo i conti inferiori alle attese.

Il petrolio perde stamane l’1,5% a 92 dollari. Oro in ripresa: +0,2%, a 1.874 dollari, al pari delle valute rifugio: si apprezzano lo yen ed il franco svizzero, euro in lieve calo a 1,135 sul dollaro.

Europa piatta, nella Bce i falchi all’attacco

Chiusura contrastata per i listini europei. Da una parte torna a far capolino l’avversione al rischio, dall’altro la produzione industriale (+1,4% a gennaio) risulta più solida del previsto, nonostante l’allarme energia. Ma torna a farsi sentire la pressione sui tassi. Ieri il presidente della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau, in un intervento alla London School of Economics, ha detto che Francoforte potrebbe terminare gli acquisti di asset del programma convenzionale App già nel terzo trimestre del 2022.

Isabel Schnabel, membro tedesco del direttorio, ha invece ribadito che Francoforte non può ignorare un aumento “senza precedenti” dei prezzi delle case, specie in Germania, quando affronta le stime sull’inflazione, che difficilmente scenderà quest’anno sotto il 2%. “È sempre più probabile – ha affermato – che l’inflazione si stabilizzi intorno al nostro obiettivo del 2% nel medio termine. Ciò significa che dovremmo iniziare a pensare a una graduale normalizzazione della nostra politica”. Il tutto nell’attesa dei verbali della Fed, da cui non si aspettano segnali positivi, e del Bollettino mensile della Bce.

Arretra lo spread, Btp sopra il 2%

Chiude in verde il secondario italiano. Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata arretra a 163 punti base (-2,49%), con tassi in calo a +1,9% e +0,27%. Ma in mattinata il titolo tricolore aveva superato il 2% per la prima volta da maggio 2020. Il Tesoro italiano ha condotto un’operazione di buyback in cui ha riacquistato quattro bond per complessivi 3,25 miliardi.

Sul primario la Germania ha collocato 3,27 miliardi di euro nel Bund decennale con tassi in rialzo. In movimento anche il Portogallo: offerti 1,25 miliardi in titoli a 3 e 11 mesi.

Corre l’inflazione UK, BoE verso nuovi rialzi

Le tensioni sui prezzi sono forti anche oltre i confini della zona euro. In Gran Bretagna il tasso annuale dei prezzi al consumo è salito al 5,5% a gennaio, il più alto dal marzo 1992, contro le attese degli analisti che prevedevano un 5,4%, così come registrato a dicembre. Questa pressione apre le porte a un nuovo rialzo dei tassi da parte della BoE, che potrebbe essere il terzo consecutivo.

Milano in pareggio, sale solo Mosca

Incolore Piazza Affari: il listino principale chiude in perfetto equilibrio a 26.969 punti base. Poco mossi anche gli altri mercati: Francoforte -0,26%; Parigi -0,21% e Londra -0,06%. In rialzo Amsterdam (+0,5%) e Madrid (+0,25%). Mosca (+1,28%) continua il recupero.

Crolla Ericsson: ha finanziato l’Isis in Iraq

Sprofonda Ericsson (-14,4%) dopo aver comunicato che un’indagine interna condotta nel 2019 ha rivelato gravi violazioni delle norme di conformità del gruppo in Iraq. La società è accusata di aver finanziato l’Isis pur di proseguire i lavori.

Schindler -5,17% dopo aver segnalato che le operazioni del gruppo in Cina subiranno una contrazione nel 2022 in seguito ai ritardi nelle attività di costruzioni, all’inflazione dei costi per le materie prime e ai disagi nella catena d’approvvigionamento.

Corre Prysmian, Piazza Affari crede nel rilancio Saipem

Campione di giornata in Piazza Affari è stata Prysmian (+3%), ben posizionata nel settore delle infrastrutture energetiche a ruota delle previsioni positive per la francese Nexans.

Con il greggio che riprende con forza terreno sulle continue tensioni in Ucraina, salgono i petroliferi. Eni guadagna lo 0,7% circa, Saipem +1,9%, spinta anche dall’attesa degli investitori sul piano industriale in corso di preparazione da parte del nuovo management. Secondo Bloomberg, la manovra finanziaria per salvare Saipem potrebbe arrivare a 4 miliardi.

Galateri annuncia l’addio alle Generali

Tra i finanziari, spicca l’addio del presidente Gabriele Galateri al vertice delle Generali. Il top manager ha annunciato in una lettera al Cda che non si ricandiderà alla fine del suo mandato in aprile.

Vola Cattolica (+5%) in vista dei concambi che verranno definiti nella fusione con Generali dopo l’Opa di novembre.

Banche deboli, tempi più lunghi per il Risiko

Bene Nexi. In discesa le banche, grandi protagoniste della vigilia. Banco Bpm cede il 2% circa in linea con il settore dopo gli ultimi rialzi spinti dalle indiscrezioni su una possibile offerta da parte di Unicredit (-1,6%). Gli analisti continuano a credere alla possibilità di un merger tra i due istituti, ma le attese di un deal imminente sembrano svanire anche alla luce del recente apprezzamento del titolo di piazza Meda.

Realizzi anche su Bper, in flessione dello 0,9% dopo gli ultimi guadagni in scia all’operazione di acquisizione di Banca Carige (-0,2%).

In forte calo Mps (-4%) anche se in serata l’istituto senese ha smentito le indiscrezioni sulla necessità di un aumento di capitale da 3,5 miliardi di euro che “non trovano alcun fondamento”.

Debole Iveco, si risveglia Tod’s

Tra gli industriali debole Iveco (-0,71%): Kepler Cheuvreux ha avviato la copertura con rating buy e prezzo obiettivo a 12 euro. In evidenza Tod’s (+2,22%), su cui Intesa SanPaolo ha alzato il giudizio da hold a add, con prezzo obiettivo che passa da 48,7 a 53,3 euro.

Fuori dal listino principale vola Leone Film (+10,94%), la controllata dagli eredi del regista Sergio. La società cinematografica ha chiuso lo scorso anno con ricavi per 98,1 milioni, in crescita del 35% rispetto ai 72,5 milioni nel 2020; ebitda 48,1 milioni, in aumento del 72% a fronte dei 28 milioni del 2020. Nell’Egm corre Sciuker (+9%) sull’onda del boom dell’edilizia. La società attiva nella progettazione e produzione di finestre ecosostenibili ha chiuso il 2021 con un valore della produzione pari a 103 milioni euro, in crescita del 355,8%.

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