Guai ad aver fretta. Nessuno vuole compiere mosse che potrebbero rivelarsi affrettate in quest’ultimo scorcio d’estate, condizionato dalle mosse delle banche centrali. In attesa dell’intervento di Janet Yellen alle fine della settimana, i mercati segnano il passo: l’ottimismo del numero due della Fed Stanley Fischer (ormai è stato centrato l’obiettivo del pieno impiego e il target d’inflazione è vicino) fa pensare ad un prossimo aumento dei tassi. Ma a gennaio lo stesso Fischer aveva parlato di quattro rialzi per il 2016, previsione che non si è concretizzata. Sale perciò il dollaro, ma non di molto. Frena invece il petrolio, con effetti negativi su Wall Street. Pochi si aspettano un rialzo dei tassi a settembre: secondo CME FedWatch il mercato prezza questa possibilità al 20%. La stessa rilevazione calcola che un incremento a dicembre è prezzato al 43%.
In questo clima d’attesa, il comparto bancario ha avuto a disposizione una giornata di tregua, favorita dall’attesa dell’esito del vertice di Ventotene. Dall’incontro è emersa la volontà di Angela Merkel di sostenere Matteo Renzi, che ha varato “riforme coraggiose” che consentiranno all’Italia di avere “un futuro sostenibile”. Ma gli elogi non si sono tradotti in un via libera, per ora, a un’ulteriore flessibilità, visto che “nel patto di stabilità ce n’è già molta”. La partita a scacchi, insomma, è appena agli inizi.
A TOKYO IL PMI SEGNA IL PASSO. COLPO GROSSO DI PFIZER
Borse asiatiche in ordine sparso. Nel finale di seduta, Tokyo segna un rialzo dello 0,1%. Hong Kong perde lo 0,2% e Shanghai guadagna lo 0,2%. Seul +0,3%. Fiacco l’andamento della produzione industriale giapponese, a giudicare dall’indice Pmi, in crescita rispetto a luglio ma ancora sotto la sogli dei 50 punti, linea di confine tra espansione e stagnazione.
Quasi piatta Wall Street. L’indice Dow Jones arretra dello 0,12% , S&P 500 -0,06%. Il Nasdaq sale dello 0,12%. Tra le blue chip, da notare il calo di Apple (-0,8%). Alla ribalta invece Pfizer (+0,5%), che ha acquistato per 14 miliardi di dollari la biotech californiana Medivation (+19,8%). Il colosso del Viagra può così aggiungere al suo portafoglio il farmaco contro il cancro alla prostata Xtandi, che ha un altissimo potenziale ed ha già generato 2 miliardi di dollari di ricavi nelle prime vendite.
BRENT IN CALO: TREGUA IN NIGERIA, RIPARTE LO SHALE OIL
La nota negativa arriva dai petroliferi. Il greggio tipo Brent segna un calo del 3%, a 49,4 dollari il barile sulla scia del rafforzamento della valuta Usa. Ma contano anche altri fattori: continua a salire il numero degli impianti di trivellazione attivi negli Stati Uniti, tornato a 491, cioè ai livelli di febbraio. Inoltre, i guerriglieri del Delta del Niger hanno annunciato la cessazione delle attività militari e la partecipazione ad un negoziato con le autorità di Lagos. La produzione petrolifera della Nigeria, a causa del conflitto, è sui minimi degli ultimi vent’anni.
A Wall Street il comparto energia ha perduto lo 0,9%. Marathon Oil che perde il 7,3%, Exxon e Chevron perdono lo 0,7% circa. A Piazza Affari arretra Eni (-0,6%). L’amministratore delegato Claudio Descalzi ha affermato che entro la fine dell’anno dovrebbe essere chiusa la vendita di una quota del giacimento di gas in Mozambico. Nel suo intervento al meeting di Rimini, il manager ha anche detto che avanza la trattativa per la cessione di una quota del campo egiziano di Zohr. Saipem (-2,7%) è stata la peggior blue chip di ieri a Piazza Affari. Tenaris -1,5%.
RIMBALZA MILANO, TORNANO LE ASTE DEL TESORO
Seduta molto volatile ieri per i listini europei. Oltre al vertice di Ventotene, da segnalare sul piano politico la candidatura di Nicolas Sarkozy alle presidenziali del 2017. Oggi l’attenzione sarà concentrata sui dati Pmi in Europa, che dovrebbero risultare sostanzialmente invariati ad agosto. Milano ha chiuso ieri con un +0,36%, a quota 16.369 punti, dopo aver toccato un minimo a 16.257 punti. In rosso Parigi (-0,33%), Francoforte (-0,59%) e Londra (-0,61%). Madrid, unico altro listino in positivo oltre a Piazza Affari, segna +0,06%.
Tornano le aste del Tesoro: mercoledì sera, a mercati chiusi, saranno annunciate le modalità dell’asta Bot a 6 mesi che avrà luogo lunedì prossimo. Giovedì sarà la volta delle comunicazioni delle aste a medio lungo che si terranno martedì 30. Il secondario italiano ha archiviato ieri la seduta in lieve rialzo inferiore però a quello del Bund. Lo spread si è così ampliato a 120 pb. Questo determina un ampliamento dello spread che si porta in area 120 punti base.
OK A CHEMCHINA (PIRELLI) IN SYNGENTA. TANTI OMISSIS PER RENAULT
Sul fronte societario, da rilevare il via libera dell’antitrust Usa all’acquisto della svizzera Syngenta da parte della cinese ChemChina, socio di maggioranza di Pirelli. L’operazione vale 44 miliardi.
Esplode a Parigi il caso Renault (+0,90%). Tre dei 17 membri della commissione governativa che ha indagato sulle emissioni nocive dei motori del gruppo hanno denunciato che dal rapporto sono state eliminate le parti più scomode e scottanti per l’azienda.
OK DELL’ANTITRUST AD ATLANTE, UBI E BPER TRATTANO LE GOOD BANKS
La sessione di Piazza Affari è stata scandita al solito dal movimento dei titoli bancari, oggetto di ricoperture favorite dalle parole del premier Matteo Renzi, che ha slegato la tenuta del governo dall’esito del referendum costituzionale di quest’autunno.
Ancor più importante l’iniezione di fiducia arrivata dopo la pubblicazione della decisione dell’Antitrust favorevole all’acquisizione del controllo di Veneto Banca da parte di Quaestio Capital Management attraverso il Fondo Atlante. L’autorità ha infatti deciso di non avviare alcuna istruttoria in merito all’operazione, ritenendo che non determini “la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante nei mercati interessati, tali da eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza”.
Si riapre intano l’asta per le good banks emerse dal decreto salva Banche. Sale Ubi Banca (+1,5%): la società potrebbe presentare un’offerta per la Nuova Cariferrara. Banca Popolare dell’Emilia Romagna (+0,6%) si prepara invece a farsi avanti per la Nuova Banca delle Marche e per la Nuova Banca Etruria. Accelerano sul finale anche Intesa (+0,7%) e Monte Paschi (+0,4%).
ANALISTI DIVISI SU UNICREDIT, CALTAGIRONE SALE ANCORA IN GENERALI
Meglio di tutto fa Unicredit: +1,3% dopo aver perduto l’8,4% nelle tre sedute precedenti. Su 34 analisti censiti da Bloomberg prevale l’ottimismo: 15 consigliano di acquistare il titolo e 15 di tenerlo in portafoglio, mentre gli altri 4 suggeriscono di venderlo. Il prezzo obiettivo medio è di 2,91 euro. Da inizio anno il titolo arretra del 62,34%. Sulle attuali stime del consenso il P/E atteso per quest’anno è fissato a 5,91 volte.
Nel comparto assicurativo Generali ha guadagnato lo 0,6%. Francesco Gaetano Caltagirone continua ad accumulare azioni della compagnia triestina: il 19 agosto scorso ha comprato 223.600 titoli a 11,5 euro per azione, per un controvalore complessivo di 2,571 milioni di euro.
VOLA MOLMED: LA UE APPROVA LA ERAPIA ANTITUMORALE
Continua il braccio di ferro a distanza tra Mediaset +0,6% e Vivendi, in attesa della trimestrale del gruppo francese in programma per giovedì 25. Si accendono i riflettori sugli acquisti sui titoli del Biscione effettuati dai fondi di investimento di Lazard, tradizionale alleata di Vincent Bolloré.
Battuta d’arresto per Cnh Industrial (-2%), malgrado il rally a Wall Street della concorrente Deere (+13%). Fiat Chrysler è in rialzo dello 0,9%, Ferrari +0,5%. Autogrill +0,3% ha completato l’acquisto delle attività di ristorazione negli aeroporti di Los Angeles e Las Vegas per un importo di 36,8 milioni di dollari.
Il titolo migliore è stato Molmed, +11% dopo l’annuncio del via libera della Commissione Ue all’immissione condizionata in commercio per Zalmoxis, la prima terapia cellulare paziente-specifica di MolMed contro leucemie e altri tumori del sangue ad alto rischio. È stato il miglior titolo di ieri a Piazza Affari.