Stagflazione. Occorre risalire indietro di quasi mezzo secolo per rivivere quella miscela tra inflazione in ascesa ed economia ferma, incapace di venire a capo dell’aumento delle materie prime e delle tensioni sui salari innescate dagli aumenti. Il fantasma della stagflation fa capolino oggi nei commenti sui mercati internazionali dopo la frenata delle Borse a settembre: – 5,8%, il risultato peggiore dal marzo 2020, il primo mese della pandemia.
Le previsioni? Il tam tam dei guru non promette nulla di buono, come confermano i future sui mercati Usa, stamane in forte ribasso. Oggi usciranno i dati sull’inflazione americana: se l’aumento mensile supererà le previsioni (+0,2%), l’indice S&P potrebbe forare al ribasso quota 4.300, per poi assestarsi nei prossimi giorni a -2,5%. Che fare? Per i listini europei la svalutazione dell’euro farà probabilmente da parziale paracadute per il Toro. Per Wall Street vale il consiglio di un vecchio marpione, Nicholas Colas, memoria storica dei listini alla testa di Data Trek Research: “Gli investitori devono rassegnarsi a vivere alcune settimane difficili. Tenete duro”.
FERME LE BORSE CINESI, BRUSCO CALO A TOKYO
Chiuse da stamane le Borse cinesi, compresa Hong Kong, per la golden week, in cui si fermano in pratica tutte le attività.
Il gelo in arrivo da Wall Street ha investito Tokyo (-2,3%), nonostante i dati positivi in arrivo dal Tankan relativo alle aspettative delle grandi aziende. L’indice delle grandi aziende manifatturiere è salito nel terzo trimestre a 18, da 14: il consensus era 13.
In ribasso anche le altre piazze asiatiche: Sidney -2%, Kospi di Seul -1,3%, Taipei -1,8%. Giù anche il Sensex indiano: -0,9%.
GIÙ I LISTINI DI WALL STREET, ACCORDO SUL DEBITO FEDERALE
Il future dell’S&P500 perde lo 0,5%, anche se almeno il tema dello sforamento dei limiti all’indebitamento degli Stati Uniti è stato accantonato con il voto al Congresso di ieri sera. Ma è sempre più tormentato l’iter del piano Biden sulle infrastrutture: la sinistra non lo voterà se non verrà presentato in contemporanea anche il piano di riforme da 3.500 miliardi di dollari. Il moderato Mnuchin ha detto che voterà solo un provvedimento dimezzato (non più di 1.500 miliardi).
Chiudono i rosso gli indici principali: Dow Jones -1,59%, S&P -1,19%, Nasdaq -0,44%.
VOLA L’ORO, PETROLIO +9,5% NEL MESE
Il dollaro resta sui massimi nei confronti di quasi tutte le valute del pianeta. Il cross euro-dollaro è a 1,157.
Le materie prime sono tornate ieri a salire: il Bloomberg Commodity ha chiuso la giornata in rialzo dell’1,2%, soprattutto per effetto del +1,8% dell’oro, salito a 1.752 dollari.
Petrolio Wti invariato a 75 dollari il barile: settembre si è chiuso con un rialzo del 9,5%. Brent poco mosso a 78,32 dollari.
“In tarda mattinata, l’entusiasmo sull’azionario europeo ha iniziato a scemare, senza un motivo preciso, se non la sensazione che la stabilizzazione dei rendimenti perdesse di fermezza”, rileva Giuseppe Sersale di Anthilia. Ad agitare le acque del Vecchio Continente ha contribuito la crescita dell’inflazione nel mese di settembre in Germania, Francia e Italia. In particolare, l’impennata dei prezzi nella repubblica federale, pari a +4,1% (+3,4% in agosto), è ai massimi da 30 anni. In Francia si è registrata un’accelerazione a +2,1% (da 1,9% di agosto); in Italia +2,6%, un livello che non si vedeva dal 2012, superiore alle attese. Intanto il cross euro/dollaro è sceso sui minimi da luglio 2020, a 1,15. Per il dollaro Usa è il quinto rialzo consecutivo.
In questo contesto appare volatile l’obbligazionario, con il tasso del Treasury decennale prima in lieve calo e ora in lieve rialzo.
Archivia una seduta in rosso il secondario italiano. Lo spread tra Btp e Bund di durata 10 anni sale a 104 punti base (+1,36%), con tassi rispettivamente a +0,85% e -0,19%.
Al di là dell’effetto contagio dai Treasuries, il rialzo dei tassi europei e italiani tiene naturalmente conto degli aggiornamenti macro sull’inflazione tedesca, balzata in settembre al tasso annuo armonizzato di 4,1%. Da confrontare con il 3,4% di agosto, la lettura di settembre supera il consensus dei mercati finanziari e segna il record da gennaio 1997.
Rispetto ai primi di settembre il rendimento del decennale tedesco segna un rialzo di 18 centesimi.
Piazza Affari Piazza Affari perde lo 0,21% (25.683 punti). Settembre si chiude in rosso (-1,1%). Ma il bilancio trimestrale è ampiamente positivo (+2,1%).
Finale di mese negativo anche per le altre piazze: Francoforte -0,72%; Parigi -0,62%; Amsterdam -0,5%; Madrid -0,85%; Londra -0,39%.
Il mercato svizzero, ricco di titoli difensivi, è tra i peggiori a settembre, mentre l’indice britannico e quello spagnolo, in cui i bancari hanno un forte peso, chiudono il mese in rialzo.
H&M -3,4% dopo aver segnalato che i problemi di fornitura hanno penalizzato le vendite a settembre.
Il colosso delle bevande Diageo chiude a +1,3% dopo un aumento dei margini operativi.
A Parigi schizza al rialzo Eutelsat (+12%) sull’interesse di Patrick Drahi. Ma la società ha già respinto l’offerta.
Carrefour, in rialzo nella mattinata del 2,7%, chiude a -3%: pesano i colloqui in corso con Auchan in vista di un possibile merger.
CREDIT SUISSE PREMIA TENARIS, VOLA SARAS
Vivaci a Milano i petroliferi. Ben raccolta Tenaris, in rialzo dello 0,85%, sotto i massimi di seduta. Il Credit Suisse ha rivisto al rialzo il target price sul titolo a 7,30 dal precedente obiettivo di 4,40 euro. Bene anche Eni (+0,5%). La prospettiva dell’aumento dei margini di raffinazione spinge al rialzo Saras (+4,8%). Pesante però la perdita di Maire Tecnimont (-3,1%).
DEL VECCHIO COMPRA IL MATTONE DI A2A
Deboli gli altri energetici, tra cui Enel (-1,7%). Ma fa eccezione A2a (+0,3%): Covivio, l’immobiliare controllata da Delfin e da Credit Agricole, è in pole position per aggiudicarsi un portafoglio real estate della multiutility lombarda dopo aver messo sul piatto l’offerta migliore, attorni ai 100 milioni.
Il titolo migliore della giornata è stato Recordati: +2,63%.
CORRE IL GESTITO, AGOSTO RACCOLTA RECORD
Tonico il risparmio gestito, sull’onda dell’andamento della raccolta di agosto: afflussi per 4,1 miliardi, all’83% destinati al gestito, ovvero il miglior dato di sempre: Fineco +0,93%, Banca Mediolanum +0,86%, Azimut +0,81% e Poste Italiane +0,85%.
NAGEL RAFFORZA IL PATTO, CALTAGIRONE SALE IN GENERALI
Sempre sotto i riflettori Mediobanca: +11,02% a 10,44 euro. I soci che aderiscono al patto di consultazione si sono espressi a favore del piano industriale del Ceo Alberto Nagel e si sono detti disposti a incrementare le loro quote. Tra questi la famiglia Acutir, Gavio e Lucchini. Inoltre, a favore di Nagel si sono schierati alcuni soci esterni all’accordo, tra cui Unipol e l’imprenditore francese Vincent Bolloré, con un complessivo 5% del capitale che si aggiunge al 10% circa del patto, irrobustito dall’arrivo della famiglia Monge.
Francesco Gaetano Caltagirone ha proseguito gli acquisti sul mercato di titoli Generali (-0,16%), arrotondando la sua partecipazione di un altro 0,2% circa.
Non si placa la pressione in vendita su Tim (-2,2%), sui minimi da novembre 2020. Giù anche Nexi (-2,88%).
RISORGE ZUCCHI, PROGETTO ELETTRICO IN COLOMBIA PER RENERGETICA
Risorge Zucchi (+15%), in scia ai positivi dati semestrali che evidenziano un ritorno all’utile.
Mutuionline ha chiuso la seduta con un rialzo dell’1,91%, a quota 42,75 euro, dopo che gli analisti di Equita sim hanno ribadito il buy a 52 euro.
Sull’Aim si mette in evidenza Renergetica (+8,91%) dopo la cessione di un progetto per l’energia in Colombia. Crolla Vetrya (-13%). Il gruppo ha deciso di far ricorso alla procedura concorsuale e di predisporre un nuovo piano per risolvere la crisi aziendale. In relazione all’inchiesta della Procura di Milano, la società ha dichiarato di essere estranea ai fatti.