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Borse in ansia aspettando il referendum greco

S&P: l’onere di finanziamento del debito italiano potrebbe crescere di 11 miliardi in caso di vittoria del NO – Fmi: Atene ha bisogno di 60 miliardi – Usa, l’occupazione sale meno delle attese – Draghi allarga il Qe a Enel, Snam, Terna e Ferrovie – Fca nel mirino della sicurezza stradale Usa – Banche in ritirata, ma salgono gli impieghi di Intesa.

Borse in ansia aspettando il referendum greco

I mercati si preparano all’ultima seduta prima del voto greco. Oggi all’appello mancherà già Wall Street, in vacanza per l’Independence day. Le case d’affari Usa, così come le agenzie di rating, hanno anticipato i commenti della vigilia. Secondo Goldman Sachs, in caso di vittoria del no, il rendimento del decennale italiano salirà al 3%. S&P si spinge a dire che l’onere di finanziamento del debito italiano potrebbe crescere di 11 miliardi. “Ma l’impatto del Grexit –aggiunge – sarà comunque contenuto”.

Sotto la pressione di simili vaticini le Borse trattengono il fiato sospese in una sorta di limbo. A Milano l’indice Ftse Mib è finito in ribasso dell’1,4% in un contesto di scambi ridotti. La Borsa di Parigi è scesa dell’1%, Francoforte -0,7%. Lo spread è invece rimasto sui livelli della seduta di ieri a 149 punti base con il rendimento del decennale al 2,33%.

USA, L’OCCUPAZIONE SALE MENO DEL PREVISTO 

Deboli le Borse americane, in vista del lungo week end e, soprattutto, d possibili amare sorprese greche al ritorno al lavoro lunedì. Alla fine l’indice Dow Jones ha ceduto lo 0,16%, S&P 500 attorno alla parità così come il Nasdaq (-0,08%). Stabili anche i prezzi del petrolio: il Wti ha chiuso ancora sotto quota 57 dollari.

A Wall Street i listini hanno anche registrato la delusione per i dati sulle nuove assunzioni: 223 mila a giugno, contro una previsione di 230 mila. Il tasso di disoccupazione è calato al 5,3%, ancora troppo alto per far prevedere un aumento dei tassi. Il dollaro rallenta così la sua corsa sull’euro trattato attorno a 1,11. Stabili anche i prezzi del petrolio: il Wti ha chiuso ancora sotto quota 57 dollari.

Anche l’Asia frena. Tokyo è in ribasso dello 0,4%. L’indice Nikkei ha perduto l’1% circa in settimana, In tosso anche il resto del’area Asia Pacifis. Si sbriciolano intanto le borse cinesi: Shanghai -6%. Il calo dal 12 giugno è sel 30% circa.

FMI: ATENE HA BISOGNO DI 60 MILIARDI

In attesa del voto greco, la sortita più decisa arriva dal Fondo Monetario che ha pubblicato la sua analisi sulla Grecia del 26 giugno scorso, prima della decisione di Tsipras di indire il referendum. Cinque mesi sotto la gestione di Syriza, è il succo dell’analisi, hanno messo il Paese in ginocchio. Pesa l’abbandono delle riforme e lo stop del piano di privatizzazioni, mentre il pil e le entrate fiscali si inabissano. Per evitare la caduta in un’estrema povertà che “potrebbe durare decenni” daranno necessari aiuti finanziari per 60 miliardi nei prossimi tre anni. 

DRAGHI ALLARGA IL QE A ENEL, SNAM, TERNA E FERROVIE

Intanto la Bce, cui potrebbe toccare l’onere di staccare la spina alle banche greche (cioè ritirare i fondi Ela ) in caso di vittoria del no, appresta le linee di difesa in caso la situazione di Atene, oggi in “quarantena finanziaria”, precipiti. 

Ieri Mario Draghi ha ammesso tredici nuovi nomi, tra cui quattro italiani, alla lista degli emittenti i cui bond possono essere acquistati dalla Bce nell’ambito del programma di quantitative easing. I nuovi emittenti italiani ammessi agli acquisti sono Enel, Snam, Terna e Ferrovie dello Stato i cui bond sono immediatamente balzati verso l’alto sul mercato, fino a 35 punti base. Effetti benefici anche per gli altri emittenti.

RWE DA’UNA SCOSSA AGLI ELETTRICI, RIPRENDE QUOTA SAIPEM

In Europa sono salite le Utility (Stoxx del settore +1,2%): il movimento è guidato dalla tedesca Rwe su del 4,9% dopo che Sigmar Gabriel, il vice socialdemocratico di Angela Merkel, ha rinunciato a introdurre una tassa sul carbone. A Piazza Affari Enel ha chiuso in calo dello 0,3%, Enel Green Power invariata, Snam +1,4%.

Performance mista dei petroliferi. Eni è scesa dell1%. Ha brillato invece il titolo Saipem +2,37% che ha già assorbito l’effetto della sospensione delle attività della propria piattaforma Scarabeo 5, data in concessione a Statoil: la perdita di fatturato per l’esercizio in corso ed il prossimo non sarà significativa. In ascesa anche Maire Tecnimont (+1,39% a 3,06 euro).

FCA NEL MIRINO DELLA SICUREZZA STRADALE USA

L’Agenzia della Sicurezza stradale Usa ha messo ieri sotto accusa Fiat Chrysler -2,2% per non aver notificato entro i sessanta giorni previsti i difetti del sistema degli air bag Takata montati sulle vetture del gruppo. E’ stato così vanificato l’effetto del rialzo delle vendite in Usa ed in Italia. Dal Brasile, intanto provengono notizie nere: il mercato è in calo del 25% circa. 

In calo anche Cnh Industrial (-1,8%). Finmeccanica ha perso il 3%. StM -1,7%. La società leader in Europa nel settore semiconduttori ha siglato un contratto di fornitura di durata quinquennale con la cinese Huawei da 500 milioni di dollari. L’accordo, firmato in occasione di una visita in Francia del primo ministro cinese Li Keqiang, dovrebbe condurre ad un aumento degli ordini del produttore di semiconduttori.

BANCHE IN RITIRATA. SALGONO GLI IMPIEGHI DI INTESA

A Piazza Affari il calo del comparto bancario ha trascinato in negativo il Ftse Mib.  Le maggiori perdite sono state registrate da Monte Paschi -2,94%, Banca Carige -3,18%, Ubi Banca -2,72% già in forte crescita alla vigilia. Intesa Sanpaolo -2,57%. Nel primo semestre l’istituto ha erogato prestiti per 19 miliardi di euro. Alla luce di questo, può superare il target di erogazioni a medio lungo termine di 37 miliardi previsto per quest’anno.

Ammonta, invece, tra 7,5 e 10 miliardi la cifra investita nel corso dell’ultimo anno e mezzo dai grandi soci esteri di Intesa Sanpaolo. Sono i numeri rivelati dall’ad Carlo Messina nel corso di un convegno dedicato alle Pmi. In calo sia Bpm-2,7% che il Banco Popolare -2,4%. Ha chiuso in territorio negativo anche Unicredit -1,93%.

GIU’ IL LUSSO, FRENA TELECOM 

Nuova frenata del lusso. Arretrano Ferragamo -2,4% e Moncler -3,5%. In discesa anche Telecom Italia -1,6%. Mediaset -0,4%. 

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