A passo svelto nella prima parte di seduta, le Borse europee hanno rallentato a causa della volatilità di Wall Street, perché non si placano le tensioni tra Usa e Cina. A tenere banco sono le recenti indicazioni positive provenienti dalle trimestrali mentre non si allentano i timori per una recessione economica globale, dopo l’annuncio della Bank of England che ha annunciato un ulteriore rialzo dei tassi d’interesse nel Regno Unito.
Investitori e analisti guardano anche alla Cina in questo momento così complesso e allarmante sul fronte Taiwan: Pechino nelle prime ore del mattino italiane ha avviato esercitazioni militari considerate storiche, all’indomani di una visita della presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti Nancy Pelosi.
Ovviamente i timori su inflazione, recessione e crisi energetica restano esattamente dov’erano e si teme che soprattutto la corsa dei prezzi possa erodere i margini delle aziende nella seconda parte dell’anno.
A infondere un po’ di ottimismo anche il rendimento dei Btp decennale italiano tornato sotto la soglia del 3%, dopo il picco segnato lo scorso 21 luglio con la caduta del Governo Draghi. Lo spread, si attesta a +209 punti base (-1,68%), mentre il rendimento del BTP a 10 anni si attesta al 2,84%, il Bund a +0,74%.
Riprende vigore anche l’euro che sale fino a sfiorare 1,02 dollari a 1,0198 e scambia a 1,0193 (da 1,013 ieri in chiusura).
Wall Street sconta la visita di Pelosi a Taiwan
Apertura contrastata ma alquanto piatta per gli indici di Wall Street, in una giornata in cui gli investitori rimangono sugli scudi in vista del rapporto sul mercato del lavoro di domani e che potrebbe fornire indicazioni importanti alla Fed, in vista delle future scelte di politica monetaria. Il Dow Jones continua la sessione sui livelli della vigilia e si ferma a 32.736 punti (-0,23%); l’S&P 500 è poco sotto la parità parità (-0,11%) e il Nasdaq cede lo 0,3%.
Protagonista indiscusso di giornata è il reddito fisso: la curva tra Treasury biennale e decennale si è invertita (circa -0,4 punti base), l’inversione maggiore dagli anni 2000. Il rendimento del decennale è arrivato al 2,67%, quello del biennale sopra il 3%. Generalmente indica il rischio di una recessione nei successivi 12 mesi.
Piazza Affari chiude ancora in territorio positivo
Al giro di boa della seduta Milano sale dello 0,31% ancorata ai 22mila punti. Francoforte dell’0,55%, con Zalando “star” della seduta dopo avere chiuso il secondo trimestre in calo, ma in linea con le attese. Bene Parigi (+0,6%), spinta dai risultati di Crédit Agricole, più cauta invece Madrid (+0,16%) mentre Londra con la BoE che, come atteso, ha aumentato i tassi di 50 punti base, limita il rialzo a +0,08%.
Boe alza ancora i tassi e la Bce si prepara al peggio
Gli investitori seguono con attenzione anche le decisioni della Bank of England che ha alzato ancora i tassi d’interesse di mezzo punto (dall’1,25% all’1,75%), l’aumento maggiore dal 1995, per combattere un’inflazione arrivata al 9,4% nel mese di giugno. Nel frattempo la Bce, nel suo bollettino economico, ha parlato di un’economia dell’area euro in “rallentamento” e di ombre sulle prospettive del secondo semestre, se non addirittura oltre, a causa della guerra in Ucraina, del picco dell’inflazione e della maggiore incertezza. In questo contesto, l’Eurotower dovrà decidere cosa fare con la politica monetaria: le decisioni saranno prese di volta in volta in base all’evoluzione dei dati.
A Milano trimestrali sotto i riflettori, svetta Diasorin
A Piazza Affari marciano in ordine sparso le banche. Banco Bpm (-3,15%), dopo i conti che non hanno riservato sorprese, Intesa (-0,35%), Finecobank (-0,8%) e Bper (-0,35%), quest’ultima in attesa dei conti, mentre sono in rialzo Unicredit (+0,69%) e Mediolanum (+2,83%), premiata dai risultati del semestre annunciati ieri.
In altalena anche le utility come Snam +0,91%, A2a +1,24%, Terna -0,48%, Hera -0,14%.
Corre Diasorin (+4,56%) e Prysmian (+3,96%). Frena Tim (-3,28%), dopo i conti del semestre e la revisione della guidance che non scalda il mercato. Prosegue positiva Tod’s (+0,6%) a 40,46 euro, sopra la soglia dell’opa della famiglia Della Valle per acquisire il 25,55%.
Brusca virata per Tenaris (-3,85%) dopo essere stata in testa per metà giornata grazie alla solida trimestrale.
Male anche le automotive a causa della minaccia agli equilibri del mondo dei semiconduttori. Stellantis cede lo 0,69% e Ferrari –0,85%. Anche Pirelli (-0,56%) sotto la parità in attesa dei conti semestrali. Peggio Iveco (-2,17%).
È forte il lusso nonostante le tensioni Usa-Cina e il clima globale. Tra le blue chip Moncler guadagna il 2,62%.
Le più forti vendite, invece, si manifestano su Saipem, che prosegue le contrattazioni a -5,47%.
Spicca la prestazione negativa di Leonardo, che scende dell’2,24%.
Cala il petrolio, sale il prezzo del gas
Seduta in calo per il comparto dell’energia con il petrolio che rallenta. Il Brent a 97,67 dollari (2,11%) e il Wti a 88,97 dollari (-1,86%). I mercati hanno “digerito” a decisione di aumentare la produzione di petrolio di 100mila barili al giorno da settembre ad opera di Opec+, il cartello dei Paesi produttori cui aderisce anche la Russia.
Mentre, ad Amsterdam le quotazioni del gas tornano sui 200 euro al megawattora, dopo i 191 di metà giornata.