L’andamento del petrolio è di questi tempi il termometro più sensibile degli umori dei mercati alle prese con le mille voci sulla guerra. E negli ultimi giorni il petrolio WTI è tornato su di gran carriera, accelerando nelle ultime ore, dopo il +8% di ieri, una delle variazioni giornaliere più ampie dell’ultimo anno e mezzo. Stanotte gli acquisti sono proseguiti e stamattina il greggio del Texas tratta a 105 dollari il barile, +2,5%.
Oggi si parlano Biden E Xi
Il motivo? Così come nei giorni scorsi il calo del greggio ha accompagnato le speranze per l’avvio di una trattativa, l’aumento tra ieri ed oggi sta a segnalare che si è entrati nella fase più delicata, quella in cui, mentre sul campo Mosca sembra in crescente difficoltà, si corre il rischio di rompere il filo di un possibile accordo. Alle 14 si parleranno al telefono il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e quello cinese Xi Jinping, due protagonisti chiave della partita. Ma alla vigilia Bloomberg, citando fonti Usa, rivela che Pechino si starebbe orientando verso il sostegno a Putin. Ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken: “Scatterà la nostra punizione”.
In questa cornice le Borse sembrano avviate, dopo i rialzi dei giorni scorsi, a un finale di settimana d’attesa.
Fa parziale eccezione Tokyo. Il Nikkei è in salita dello 0,4% (+6,3% nella settimana) nel giorno delle comunicazioni della Banca del Giappone, che ha optato per il mantenimento dell’attuale politica monetaria ultra espansiva, distaccandosi in questo modo dalla via intrapresa dalla Federal Reserve e dalla Banca d’Inghilterra. Lo yen si indebolisce sul dollaro.
Dopo due giorni di rimbalzo, l’Hang Seng di Hong Kong perde l’1%, in forte recupero dal -3% iniziale, il bilancio settimanale provvisorio è positivo (+3,5%).
Incerto l’andamento del Csi 300 di Shanghai e Shenzhen. Il principale indice della borsa cinese gira in rialzo nelle battute finali dal -1% di partenza. La settimana termina a questi prezzi con un calo dell’1%.
Il Kospi di Seul, +0,4%, chiude la settimana con un rialzo dell’1,50%. BSE Sensex di Mumbai +1,8% (+5,0% in settimanale).
L’energia sostiene Wall Street
L’aumento del petrolio ha sostenuto ieri i listini di Wall Street. L’S&P 500 è cresciuto dell’1,2% come il Dow Jones. Nasdaq+1,3%. I future di Wall Street sono in calo di circa mezzo punto percentuale.
Ieri i protagonisti della seduta non sono stati i tech, ma i petroliferi: il settore Energy ha chiuso in rialzo del 3,4%.
Continua, per il quarto giorno di fila, il rialzo dei rendimenti dei T bond, giunti a 2,192 (da 2,1875).
Dopo l’ok dell’Antitrust Ue, Amazon ha annunciato di aver completato l’acquisizione della Metro Goldwin Mayers per 8,45 miliardi di dollari. È la seconda operazione più grande di sempre per il colosso tech.
Oro a -0,5% a 1.932 dollari. Quarto giorno di apprezzamento dell’euro, stamattina cross a 1,108.
Bce divisa: Lagarde rivuole gli stimoli, i falchi no
Le ricadute economiche della guerra in Ucraina al momento non giustificano un ritorno alle politiche in stile “whatever it takes”. Lo ha detto Francois Villeroy de Galhau, governatore della Banca centrale francese e componente del board Bce, dopo che il governo di Parigi ha presentato un piano di emergenza per gestire la crisi. Poche ore dopo è scesa però in campo Christine Lagarde che ha sostenuto che la guerra “pone rischi significativi per la crescita” dell’Eurozona. Per questo la Bce è pronta a fare marcia indietro sui suoi piani di riduzione dello stimolo monetario e, se fosse necessario di fronte ai rischi posti dal nuovo scenario geopolitico, resta pronta a mettere in atto nuovi strumenti. Del resto, ha incalzato il capo economista Philip Lane, “almeno un punto percentuale dell’inflazione dei beni potrebbe essere attribuibile a fattori temporanei legati all’energia e abbiamo motivi per prevedere che calerà”. Al contrario, l’olandese Claas Knot insiste per un aumento dei tassi nel quarto trimestre.
L’Europa rallenta a causa della guerra: Pil -1,5%
Insomma, in Bce il dibattito per fronteggiare la crisi è più vivo che mai. Anche perché, nota Ignazio Visco, dopo una sola settimana le stime sulla congiuntura della Bce sono obsolete: la realtà è ben peggiore perché la guerra sta pesando sulla crescita mondiale e in particolare sull’area della moneta unica. Secondo la capo-economista dell’Ocse Laurence Boone il costo è di un punto e mezzo percentuale di pil, contro un punto a livello globale e ancora meno per gli Stati Uniti.
La crescita dell’economia tedesca rallenterà al 2,1% nel 2022, lo ha reso noto l’Ifw, tra i principali istituti economici del Paese, che fa parte di un gruppo di adviser del governo. L’istituto ha rivisto al ribasso le precedenti stime di una crescita pari al 4%. “L’economia tedesca si ritrova ad affrontare ancora una volta delle forti correnti avverse”, ha affermato Ifw, che cita nuovi colli di bottiglia alle forniture, gli alti costi delle materie prime e un calo delle opportunità di vendita a causa della guerra. Le più recenti previsioni del governo tedesco di fine gennaio aveva stimato una crescita del 3,6%, in rialzo dal 2,9% dello scorso anno.
Stabile lo spread, anche la BoE aumenta i tassi
In un quadro segnato dai movimenti delle banche centrali e dall’incertezza dei vertici della Bce il secondario italiano spicca per la stabilità dei prezzi. Il Btp decennale è fermo in chiusura ad un rendimento dell’1,91 (da 1,90%). Lo spread con il Bund di pari durata, trattato a +0,39%, sale a 151 punti contro 150.
Anche la Bank of England, come previsto, ha alzato i tassi di un quarto di punto a 0,75%. La decisione viene spiegata nuovamente come misura per contrastare la crescita da record dell’inflazione nel Regno Unito.
Otto dei nove membri del Comitato di politica monetaria hanno votato a favore dell’aumento, ma il vicegovernatore Jon Cunliffe ha votato contro, visto il forte impatto sulla domanda dall’aumento dei prezzi delle materie prime.La BoE ha detto che l’inflazione si avvia a raggiungere circa l’8% ad aprile
Solo Piazza Affari in rosso (-0,66%)
Smaltita l’euforia per un possibile piano che metta rapidamente fine alla guerra in Ucraina, i listini europei hanno vissuto una seduta nervosa e contrastata.
Piazza Affari resta negativa e perde lo 0,66%, scendendo a 24.123 punti base, soprattutto a causa delle vendite sui titoli bancari,
Perdite più contenute a Francoforte (-0,43%). Sono positive Madrid (+0,33%), Parigi (+0,36%) e Amsterdam (+0,56%).
Londra +1,3% nel giorno del rialzo dei tassi. La sterlina corregge in ribasso dello 0,5%.
Thyssengroup cede il 9,4% dopo aver sospeso l’outlook del 2021/22 per il free cash flow escludendo operazioni di M&A, a causa della crisi ucraina. Il gruppo ha aggiunto che non è chiaro se sarà in grado di effettuare lo spin-off della divisione siderurgica della società.
Mosca paga le rate in dollari: evitato il default
Svanisce almeno un fattore di incertezza: la Russia, almeno per ora, non farà default. I coupon sui titoli di stato russi in scadenza questa settimana sono stati ricevuti dalla banca corrispondente JPMorgan, sono stati processati e la banca ha quindi effettuato un bonifico a favore dell’agente pagatore Citi.
La Russia ha comunicato di aver pagato i debiti (117 milioni di dollari) in scadenza questa settimana in valuta Usa e non, come minacciato, in rubli.
JPMorgan, in qualità di banca corrispondente estera, era obbligata a processare i pagamenti, anche se, date le circostanze, ha dovuto confrontarsi con le autorità prima di poter procedere, visto il sequestro dei depositi di Mosca: il mancato pagamento avrebbe penalizzato i detentori della cedola.
Torna a salire il petrolio: Morgan Stanley prevede 120 dollari
Torna la pressione sulle materie prime. Petrolio Brent e Wti salgono del 9%, entrambi di nuovo oltre i 100 dollari il barile. Avanza anche il Gas Naturale europeo +4%. Il forte rimbalzo del petrolio giunge dopo che si sono raffreddati gli entusiasmi su una rapida fine del conflitto in Ucraina.
Nel frattempo l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) ha affermato che 3 milioni di barili al giorno (bpd) di petrolio e prodotti russi potrebbero essere esclusi dal mercato a partire dal prossimo mese di aprile. La perdita di fornitura sarebbe di gran lunga maggiore del previsto calo della domanda di 1 milione di barili al giorno innescato dall’aumento dei prezzi del carburante, ha affermato l’IEA in un report.
Morgan Stanley ha aumentato la sua previsione del prezzo del Brent di 20 dollari il barile per il terzo trimestre a un target di 120 dollari al barile, prevedendo un calo della produzione russa di circa 1 milione di barili al giorno da aprile. Un calo in grado di più che compensare la revisione al ribasso della domanda globale di circa 600.000 barili al giorno, ha affermato la banca d’affari.
Oggi l’Eni presenta il suo futuro
Test importanti oggi in Piazza Affari per i colossi di Stato. Eni (+2,66% dopo i conti presentati ieri) illustra il piano strategico al 2050. L’utile 2021 scende a 5,8 miliardi (da 6,1) per tener conto della stima del risultato di Saipem. Non cambia però il dividendo: 0,86 euro per azione il cui saldo di 0,431 euro sarà messo in pagamento dal 25 maggio prossimo, con lo stacco della cedola il 23. L’acconto era stato distribuito a settembre 2021.
Saipem (+4,1%) è stata ieri uno dei titoli migliori: la società si è aggiudicata un contratto da Aker Bp per una campagna di perforazione al largo delle coste della Norvegia. L’inizio delle operazioni è previsto a partire dalla fine del quarto trimestre 2022, quando Scarabeo 8 avrà terminato i lavori in cui è attualmente impiegato. Controvalore 325 milioni di dollari. Tenaris avanza del 3,5%.
Starace: nulla da temere da tasse sugli extraprofitti
In giornata sono arrivati anche i conti di Enel, in calo dell’1,79%. Il colosso dell’energia chiude il 2021 con l’utile netto di gruppo che sfiora i 3,2 miliardi di euro, con un incremento del 22,2%, e un risultato netto ordinario di quasi 5,6 miliardi di euro (+7,6%), grazie all’andamento positivo della gestione operativa.
Francesco Starace ha sottolineato che l’Enel “non ha nulla da temere” da misure per tassare gli extraprofitti. L’attuale turbolenza non mette a rischio il pagamento dei prossimi dividendi. Enel non ha forniture di gas dalla Russia.
Nella seduta di ieri ha brillato Diasorin in cima al listino con un rialzo di oltre 6% dopo i risultati 2021 sopra le attese e la guidance per l’anno confermata. Diversi broker hanno alzato le raccomandazioni sul titolo: Equita Sim, Banca Akros e Mediobanca Securities.
Banche di nuovo sotto tiro: Banco Bpm maglia nera (-6,9%)
Pesanti le banche dopo il recupero della vigilia. Intesa Sanpaolo perde il 3,8%. Il ceo Carlo Messina ha detto che darà un’indicazione sull’impatto del conflitto in Ucraina sugli utili 2022 in occasione dei risultati del primo trimestre. Sotto tiro anche Banco Bpm (-6,9%), Unicredit (-4,40%) e Fineco (-4,21%).
Positiva Atlantia (+2%) dopo che la Corte dei conti ha dato il via libera agli atti propedeutici alla cessione di Autostrade per l’Italia al consorzio guidato da Cdp.
Rimbalza anche Iveco (+3,44%) a differenza di Stellantis (-3,5%) alla vigilia di nuovi stop produttivi per mancanza di chip.
È Juventus (-7,8%) il titolo peggiore della scuderia Agnelli dopo l’eliminazione dalla Champions che avrà pesanti riflessi sul bilancio del club.
Open Fiber chiede 2,6 miliardi di danni a Tim
Gira in negativo Telecom Italia (-1,16%) dopo che è emerso dal bilancio che dovrà affrontare una richiesta di risarcimento danni aumentata a 2,6 miliardi nella causa relativa al presunto abuso di posizione dominante nel mercato della banda larga dopo la citazione da parte della (per ora) rivale Open Fiber.
Cede il 2% Buzzi dopo che JP Morgan ha tagliato il giudizio a “underweight” da “neutral” con target price a 17 da 23 euro.
Bene Moncler che ha ribadito la sua esposizione marginale alla Russia.
Sale di quasi 40% Eprice dopo che il gruppo di e-commerce ha accettato la proposta vincolante di Negma Group finalizzata al risanamento della società.