Il London Stock Exchange Group, da che era predatore, rischia di divenire preda, tanto più se gli azionisti del Golfo decidessero di disinvestire le proprie quote di controllo. Attualmente, il 20,6% dell’Lse Group è nelle mani di Borse Dubai, mentre il 15,1% fa capo alla Qatari Investment Authority. La partecipazione di Dubai sembrerebbe, a detta degli analisti, quella più a rischio di smobilitazione. Non soltanto delusione, dunque, per la mancata fusione con il gruppo Tmx che gestisce la Borsa di Toronto. L’operazione, che avrebbe messo insieme la quarta e la settima borsa al mondo per capitalizzazione, avrebbe dato vita a un colosso da circa 6 miliardi di dollari, secondo solo al gruppo Nyse Euronext. Il deal sarebbe sfumato per l’opposizione degli azionisti di Tmx, che non avrebbero ricevuto un adeguato sostegno da parte di Lse e che ora dovranno versare una penale di 10 milioni di dollari per il loro veto al merger. Lse, che già controlla il 100% di Borsa Italiana, dovrà rivedere rapidamente i propri piani di espansione internazionale se vuole mantenere la sua autonomia. Un potenziale acquirente è il numero due mondiale, il gruppo Nasdaq Omx, che raggruppa il listino dei tecnologici di Manhattan, la Borsa di Stoccolma e altre piazze minori concentrate in Scandinavia e nel Baltico.
Borse, il futuro di London Stock Exchange passa per Dubai
La mancata fusione con Toronto espone LSE al rischio di takeover ostili – Il merger da 3,5 miliardi di dollari con la piazza candese avrebbe creato il secondo operatore borsistico mondiale