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Borse: il Far East e la Fed fanno dimenticare la Grecia, ma le Borse restano deboli

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Piazza Affari, dopo un un tentativo di recupero nelle prime battute, si riporta in territorio negativo, in linea con l’andamento delle altre Borse europee sul perdurare dei timori per la Grecia. A poco più di un’ora dall’avvio delle contrattazioni, l’indice principale Ftse Mib cede lo 0,7%. In attesa dell’esito odierno dell’asta spagnola, lo spread tra Btp e Bund decennali si mantiene intorno ai 438 punti.

SEGNALI POSITIVI IN ARRIVO DALL’ASIA. ANCHE PER L’EURO

FINALE PER FONSAI. MPS VERSO I COCOBOND

L’Asia interrompe la serie dei ribassi dei listini azionari, sotto pressione per le notizie in arrivo dalla Grecia. Tokyo registra un rialzo dello 0,47% in sintonia con Hong Kong +0,51%. Anche l’euro mostra segnali di ripresa a quota 1,2741 sul dollaro. In risalita anche i futures sull’indice S&P.

Due ragioni hanno spinto gli operatori a mettere, per ora, in secondo piano la crisi dell’area euro: gli ottimi dati del Pil giapponese (+4,1% nel primo trimestre, contro 3,5% delle previsioni); la pubblicazione delle minute dell’ultima riunione della Fed da cui risulta che la banca centrale Usa è pronta ad entrare in azione con un QE3 nel caso la ripresa rallenti.

Chiusura negativa invece a Wall Street: il Dow Jones scende dello 0,26 %, l’S&P -0,44% e il Nasdaq in ribasso dello 0,68%. I timori per la crisi greca hanno azzerato le buone indicazioni dall’economia Usa: nel mese di aprile la produzione industriale è salita dell’1,1%, una crescita quasi doppia rispetto al +0,6% prevista in media dagli economisti. Anche dal settore edilizia sono arrivati dati positivi: in aprile sono stati aperti 717mila nuovi cantieri, più dei 685mila previsti.

Il mondo visto da fuori, comunque, appare ben diverso dall’Europa, in preda a timori crescenti e ad improvvisi cambi di umore. La conferma viene dalla giornata nervosa per le Borse, dominate da una forte volatilità con frequenti inversioni di tendenza. La chiusura degli indici in Europa è negativa. A Milano l’FtseMib è sceso dello 0,2%, Londra -0,6%, Francoforte -0,2%. Soltanto a Parigi la seduta è terminata in lieve progresso (+0,3%).

La Grecia deve continuare a far parte dell’Eurozona. Così è sceso in campo Mario Draghi, mentre non si registravano dichiarazioni ufficiali da parte della Germania. Anzi, l’attesa in tal senso generata dall’annuncio di una conferenza stampa del cancelliere si è tradotta in una delusione: frau Merkel si è limitata ad annunciare le dimissioni del ministro dell’Ambiente, protagonista della sconfitta elettorale in Nord Reno Westfalia.

Solo in serata Angela Merkel ha dichiarato in un’intervista alla rete Usa Cnbc: ”Noi vogliamo che Atene rimanga nell’Eurozona. Sono determinata affinché ciò accada. Se la Grecia ritiene che ci siano degli stimoli di crescita da portare avanti nell’eurozona negli interessi della Grecia stessa la Germania è aperta in tal senso, ma solo a patto che si parli di crescita”. Insomma, niente impegni specifici in vista.

Ad Atene intanto è in corso la fuga dagli sportelli bancari: 1,2 miliardi di euro in due soli giorni. Ma, scrive il New York Times, l’emorragia dura dal 2009 al ritmo di 4 miliardi al mese. La fuga si era interrotta (anzi, si era assistito ad un timido rientro) dopo la concessione del prestito Ue di 130 miliardi. Ma dopo le elezioni è ripartita a ritmi mai visti.

A Madrid, intanto, il premier Mariano Rajoy lanciava un altro allarme: la Spagna rischia di non avere più accesso ai mercati finanziari. Il differenziale tra i decennali di Madrid e Berlino, che ha chiuso a 482,2 punti base con il rendimento dei Bonos al 6,29%, ha superato i 500 bp nel corso della seduta.

Lo spread tra Btp e Bund, dopo aver raggiunto i 450 punti, chiude a 436 punti base con il rendimento del Btp a 10 anni al 5,83%. L’Italia è stata promossa a pieni voti dalla missione del Fondo Monetario Internazionale.

In Europa si è visto un tentativo di rimbalzo nel settore bancario e dei titoli finanziari. A Milano sono salite Unicredit +0,5% eIntesa +0,2%. Banco Popolare ha chiuso in lieve calo (-0,1%), Popolare Milano ha guadagnato il 4,3%, Popolare dell’Emilia+2,4%. L’ad di Montepaschi Fabrizio Viola apre alla possibilità di emettere Co Co Bond per far fronte alla necessità di rafforzare il patrimonio sollecitata dall’Eba. I Co Co Bond (che sta per Contingent Convertibles Bond) sono stati utilizzati da più istituti all’estero, a partire dal Credit Suisse. Si tatta di obbligazioni che, su richiesta dell’emittente, possono venir convertite in capitale azionario qualora lo richiedessero i parametri. Per queso motivo il rendimento dei Co Co Bond è di norma superiore a quello di una normale obbligazione.

In forte discesa Carige -10% e A2A -4,4%, titoli entrambi destinati ad uscire dall’indice Msci.

Giornata campale per Fonsai. Oggi il cda affronterà sia il dossier dei concambi con Unipol (“stiamo lavorando per trovare un accordo” si è limitata a dire il presidente Giulia Ligresti) che la proposta Sator-Palladio, la cui validità è stata prorogata dagli offerenti fino a domani.

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Infine la corsa contro il tempo per evitare il fallimento della holding Sinergia. Il piano “sarà pronto per il 13 giugno”. Lo ha detto Claudio Calabi, vicepresidente della società, dopo una visita in una delle sedi del gruppo Ligresti. I lavori per il piano “procedono, stiamo lavorando” ha detto Calabi a chi chiedeva se ci fossero dei progressi nella sua predisposizione.

Fra i titoli industriali spicca il rialzo di Finmeccanica +4,5%, spinta dalle voci di un possibile ingresso nel capitale della francese Thales ma, soprattutto, dal sostegno all’attuale management ribadito dall’azionista pubblico nell’assemblea di ieri. In cda si è poi deliberato, dopo vivace discussione tra i diretti interessati, che le società operative riportino al direttore generale Alessandro Pansa ma su delega del presidente Giuseppe Orsi e non del consiglio, come avrebbe voluto il dg.

Fiat è avanzata dell’1,1%, nonostante le indicazioni “nere” del mercato dell’auto in Europa. Ma Chrysler continua a stupire in senso positivo negli Usa, come dimostra la felice partenza delle vendite della Dodge. Fiat Industrial ha chiuso in ribasso dell’1,9%. StM è salita dell’1%.

Telecom Italia ha chiuso in calo dello 0,2%, nonostante la promozione di Goldman Sachs che ha alzato il giudizio a neutral da sell.

Buon rialzo di Terna +1,4%, che ha presentato risultati del primo trimestre migliori delle attese. In un’intervista al Corriere della Sera l’ad della Cdp, Giovanni Gorno Tempini, gela le ambizioni della società (partecipata dalla stessa Cdp) nei confronti di Snam: la società delle reti del gas finirà sotto la stessa Cdp. La società delle reti, sul modello inglese della National Grid, non si farà. Al contrario Snam, alle prese con un piano di investimenti da 7 miliardi, dovrà cercare partnership all’estero anche per adeguarsi alla crescita del mercato dello shale gas.

E’ proseguita la caduta di Iren -10% dopo risultati deludenti del primo trimestre.

In forte discesa anche Carige -10% e A2A -4,4% che usciranno dall’indice Msci.

Categories: Finanza e Mercati