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Borse, focus sul voto di sfiducia al governo francese ma attenzione al caos politico in Corea del Sud

Imagoeconomica

Le turbolenze politiche sono al centro dell’attenzione da una parte in Francia, dove oggi le camere si preparano a votare le mozioni di sfiducia che potrebbero rovesciare il fragile governo di coalizione; dall’altra nella Corea del Sud, dove il presidente Yoon aveva dichiarato la legge marziale, salvo poi revocare la decisione poche ore dopo, innescando la più grande crisi politica degli ultimi decenni nella quarta economia asiatica. Negli Usa le borse hanno chiuso poco variate ieri, ma comunque con l’S&P 500 e il Nasdaq sui massimi, con i titoli legati alla tecnologia che hanno esteso i recenti guadagni in attesa di ulteriori dati sull’occupazione.

A Wall Street brillano i tech mentre si scrutano i dati in vista della Fed

Nelle borse degli Stati Uniti son continuati gli acquisti sul settore tencnolgico già visti tornare nella sduta precedente. L’attenzione è per le prossime mosse della Fed nella riunuine del Fomc il 17-18 dicembre e gli investitori sono attenti a qualsiasi indizio. Due esponenti della Federal Reserve hanno detto ieri di vedere l’inflazione dirigersi verso il target del 2% della banca centrale statunitense e che il mercato del lavoro è “solido”. Non sono arrivati a dire che avrebbero sostenuto un altro taglio dei tassi di interesse più avanti nel mese, ma lunedì, il governatore della Fed Christopher Waller aveva detto di essere propenso “al momento” a sostenere un altro taglio dei tassi questo mese.

Il dato chiave considerato dagli investitori sarà quello di venerdì sull’occupazione mensile. Sono anche in attesa della lettura di novembre delle buste paga private e il rapporto sui servizi dell’Institute for Supply Management. Ieri un rapporto ha mostrato che le offerte di lavoro negli Stati Uniti sono aumentate notevolmente a ottobre, mentre i licenziamenti sono diminuiti al livello più alto degli ultimi un anno e mezzo.

Secondo lo strumento FedWatch del CME Group, i mercati finanziari prevedono una probabilità di circa il 72% di un taglio dei tassi di 25 punti base nella riunione di politica monetaria della Fed della settimana prossima. Il Dow Jones è sceso dello 0,17%, a 44.705,53, l’S&P 500 ha guadagnato lo 0,05%, a 6.049,88 e il Nasdaq Composite ha guadagnato lo 0,40%, a 19.480,91. L’S&P 500 è salito del 5,7% a novembre e di circa il 27% dall’inizio dell’anno. Nel paniere S&P 500 per i settori telecomunicazioni (+1,12%) e informatica (+0,56%). In fondo alla classifica, i maggiori ribassi si sono manifestati nei comparti utilities (-0,88%), finanziario (-0,74%) e beni industriali (-0,65%).

Al top tra i colossi tecnologici di Wall Street, si posiziona Meta Platforms (+3,51%). Da segnalare Amazon hanno chiuso in rialzo dell’1,30% dopo che l’azienda ha annunciato una nuova serie di piattaforme di intelligenza artificiale alla sua conferenza annuale AWS. Apple (+1,28%). Tesla hanno chiuso in calo dell’1,59% dopo che i dati hanno mostrato che le vendite di veicoli elettrici fabbricati in Cina da parte della casa automobilistica sono diminuite del 4,3% su base annua, attestandosi a 78.856 a novembre.

Le peggiori performance si sono registrate su Microchip Technology, che ha chiuso a -7,01%. Vendite a piene mani su Intel, che soffre un decremento del 6,10%. Pessima performance per ON Semiconductor, che registra un ribasso del 5,60%

Criptovalute: Ethereum super il Bitcoin

In un momento in cui l’ether stava perdendo un po’ di appeal di fronte al bitcoin, sembra che la seconda criptovaluta del mercato in termini di valutazione stia tornando in auge. Con un’attività record sui suoi mercati dei derivati e il crescente impegno degli utenti verso la finanza decentralizzata (DeFi), l’ether potrebbe tornare ai suoi massimi storici. Così il mercato dei derivati di Ethereum è in fiamme. Secondo CoinGlass , l’open interest nei futures perpetui e standard di ETH ha raggiunto il massimo storico di 6,32 milioni di ETH, per un valore di oltre 27 miliardi di dollari, con un aumento del 17% dall’inizio del mese. Dal 1° novembre, l’ether ha addirittura superato il bitcoin, con un aumento del 47,5% rispetto al 38,5% del BTC.

In Asia occhi alle turbolenze politiche in Corea del Sud

Borse asiatiche nervose e valute volatili, mentre i trader si sono affrettati a fronteggiare la tempesta politica in Corea del Sud, dove è stata imposta la legge marziale, poi revocata poche ore dopo. Un po’ di distensione è arrivata dopo che banca centrale della Corea si è detta pronta all’azione e il ministro delle Finanze ha annunciato che anche il governo è pronto a usare tutte le misure disponibili per stabilizzare i mercati finanziari con “liquidità illimitata”.

La borsa di Seul è in calo dell’1,5% nel finale di seduta, da -2,3% di stanotte, mentre lo won, la valuta locale, perde circa l’1%: il cross è sui massimi da inizio anno a 1.412, dopo aver toccato quota 1,43.

In risposta al tentativo di colpo di Stato, la banca centrale della Corea ha fatto sapere di essere pronta a prendere i provvedimenti necessari al mantenimento della stabilità dei mercati finanziari. La Banca della Corea aumenterà la liquidità a breve termine e adotterà misure “attive”, si legge nel comunicato diffuso dopo una riunione del board.

L’annuncio è arrivato dopo che il presidente Yoon Suk Yeol è tornato sui passi e ha revocato la legge marziale introdotta poche ore prima. In mezzo c’è stata una sollevazione popolare e un voto del parlamento contro l’entrata in vigore della legge. Il ministro delle Finanze Choi Sang-Mok ha annunciato che anche il governo, oltre alla banca centrale è pronto a usare tutte le misure disponibili per stabilizzare i mercati finanziari e valutari, mettendo sul tavolo “liquidità illimitata”. La mossa del presidente, a quanto pare sostenuta dal ministro della Difesa, ha messo d’accordo i partiti rivali. Il People Power Party, al potere in Corea del Sud ma senza una maggioranza in Parlamento, e il partito Democratico, che invece controlla l’Assemblea nazionale con le altre opposizioni, si sono ritrovati uniti nella richiesta di dimissioni del presidente Yoon Suk-yeol, in risposta al caos creato dalla legge marziale, dichiarata e ritirata dopo sei ore nel corso della notte.

Dopo il voto parlamentare congiunto per bloccare la mossa presidenziale e la successiva dichiarazione di revoca approvata intorno alle 4.30 locali (20.30 di martedì in Italia) durante una riunione di gabinetto, le forze politiche hanno chiesto a Yoon di fare un passo indietro. Il partito Democratico ha dichiarato oggi che i suoi deputati hanno minacciato l’avvio formale delle procedure per metterlo sotto accusa in assenza di dimissioni. “La dichiarazione di legge marziale del presidente Yoon Suk-yeol è stata una chiara violazione della Costituzione. Non ha rispettato alcun requisito per dichiararla”, ha reso noto il partito in una nota secondo cui “si è trattato di un grave atto di ribellione e fornisce una base perfetta per il suo impeachment”. Per metterlo sotto accusa sarebbe necessario il sostegno di due terzi del Parlamento, ovvero 200 dei suoi 300 deputati. I democratici e gli altri piccoli partiti di opposizione insieme hanno 192 seggi: ma quando il Parlamento ha respinto la legge marziale di Yoon con la votazione unanime dei 190 presenti, circa 10 voti sono arrivati dal People Power Party.

L’indice MSCI Asia Pacific perde lo 0,5%. L’indice Nikkei di Tokyo è sulla parità e lo yen è poco mosso, appena sotto la soglia psicologica di 150. In moderato rialzo l’Hang Song di Hong Kong, +0,3%. In calo dello 0,2% il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen. La Cina ha aumentato il sostegno allo yuan fissando un tasso di riferimento giornaliero significativamente più forte del previsto, dopo che la valuta gestita si era indebolita ai minimi di un anno nella sessione precedente. La Banca Popolare Cinese ha fissato il cambio dollaro Yuan a 7,1934. Il premio rispetto alla stima media di Bloomberg si è ampliato rispetto alla sessione precedente e si è portato sui massimi da agosto. Lo strumento preferito da Pechino per orientare le aspettative sullo yuan è stato sopra il livello di guardia a 7,2 dai primi di novembre, in coincidenza con la fase di forte apprezzamento del dollaro.

In calo dello 0,4% la borsa di Sidney, si indebolisce il dollaro australiano dopo i dati su un’economia risultata più debole delle attese. Il prodotto interno lordo dell’Australia è salito dello 0,8% rispetto all’anno precedente, la lettura più debole – escludendo la pandemia – dal dicembre 1991. Su base pro capite, il PIL è sceso per il settimo trimestre consecutivo, anche questo il peggior risultato da quando trimestre consecutivo, il peggior risultato dal 1991. I trader di swap hanno incrementato le scommesse per prezzare pienamente un taglio dei tassi di interesse ad aprile, rispetto al 60% di ieri. “La debolezza della crescita evidenzia la necessità di un taglio dei tassi d’interesse, ma è difficile per la RBA, dato che l’inflazione resta alta”, ha affermato Alex Joiner, capo economista di IFM Investors.

In Europa occhi sul governo francese. Per il future sul BTP decennale decimo rialzo consecutivo

Le borse europee sono viste aprire poco variate con iI futures sullo Eurostoxx 600 in calo dello 0,15%. Future Dax -0,1%. Future Cac40 di Parigi -0,2%. FTSEMIB di Milano ieri in rialzo dell’1,1%.

Resta alta l’attenzine per la Francia, dove oggi si voterà la fiducia per il governo. I futures sui titoli di Stato francesi sono deboli, mentre il future sul BTP decennale registra il decimo rialzo consecutivo, un evento che non si verificava dalla primavera del 2020. L’euro non è lontano dal minimo degli ultimi due anni toccato a novembre.

I deputati francesi voteranno a partire dalle 16, una mozione di censura che, salvo imprevisti dell’ultimo minuto, farà cadere il governo guidato dal primo ministro conservatore Michel Barnier, in carica da soli tre mesi, lasciando il Paese sull’orlo di una nuova crisi politica.

Gli investitori hanno penalizzato gli asset francesi durante la crisi politica, con l’ulteriore ampliamento dello spread tra i titoli di Stato francesi e il benchmark tedesco e l’accelerazione delle vendite dell’euro.
Da quando il presidente Emmanuel Macron ha indetto elezioni anticipate all’inizio di giugno, il CAC 40 della borsa francese è sceso di quasi il 10% ed è la più pesante tra le principali economie dell’UE. La moneta unica è scesa di quasi il 4% nello stesso periodo.

Intanto il capo della Bundesbank ha chieso un freno al debito più morbido per incrementare gli investimenti.

Monte Paschi. Dalle comunicazioni diffuse dalla Consob emerge che Francesco Gaetano Caltagirone dal 25 novembre detiene una partecipazione aggregata nel capitale del Monte dei Paschi pari al 5,057%. La partecipazione è detenuta tramite dieci società controllate. Nel dettaglio, il 4,509% è relativo a diritti di voto riferibili ad azioni di Banca MPS, mentre il restante 0,548% è relativo ad altre posizioni lunghe con regolamento fisico (opzioni “put” con scadenza 21 marzo 2025). Inoltre Barclays, scrive sempre la Consob, detiene una partecipazione aggregata nel capitale dell’istituto senese pari al 5,401%. La partecipazione è detenuta tramite tre società controllate. Nel dettaglio, l’1,102% è relativo a diritti di voto riferibili ad azioni dell’istituto bancario, il 4,257% è relativo ad altre posizioni lunghe con regolamento fisico (“right to recall” senza data di scadenza), mentre il restante 0,042% fa riferimento ad altre posizioni lunghe con regolamento in contanti (Portfolio Swap” con scadenza 29 aprile 2025).

Unicredit. Secondo gli analisti di Deutsche Bank l’istituto milanese potrebbe mettere sul piatto tre miliardi in più per aggiudicarsi Banco Bpm. Gli analisti hanno anche alzato il target price sulle azioni di Piazza Meda da 7,2 a 8,6 euro in scia alle attese di un sostanziale rialzo del prezzo dell’ops. Il valore individuato si basa sulle prospettive di crescita del Banco, anche alla luce delle opzioni nell’m&a con Anima e Mps ed equivale a una valutazione superiore di tre miliardi di euro rispetto a quella inizialmente formulata da Andrea Orcel. Orcel dovrebbe incontrare il numero uno del Credit Agricole, Philippe Brassac, venerdì 20 dicembre, scrive stamattina MF, anche se non ci sono ancora conferme, e comunque entro la pausa natalizia

Enel. Alberto De Paoli, attualmente responsabile della divisione “Resto del Mondo”, starebbe per lasciare Enel dopo anni di ruolo di rilievo, ricoprendo la carica di CFO e responsabile dell’amministrazione, finanza e controllo durante il mandato di Francesco Starace, come scrive Milano Finanza. Sembra ora intenzionato a dedicarsi a progetti imprenditoriali, e il suo posto sarà preso da Roberto Deambrogio. La notizia era già circolata in estate, ma l’uscita di De Paoli è stata ritardata su richiesta di Cattaneo. L’uscita di De Paoli si inserisce in una serie di cambiamenti significativi nelle prime linee del gruppo dopo l’arrivo di Cattaneo, tra cui i trasferimenti di Gianni Vittorio Armani da Iren, per la guida delle reti globali, e di Francesco Puntillo come capo del dipartimento legale, subentrando a Giulio Fazio. Nel 2023, avevano lasciato Enel anche figure chiave come Francesca Di Carlo, Simone Mori, Ernesto Ciorra, Elisabetta Ripa e Francesco Venturini, quest’ultimo sostituito da Francesca Gostinelli, ricorda ancora il quotidiano finanziario. Cinque associazioni italiane di consumatori hanno presentato un’azione legale collettiva contro Enel presso il tribunale di Roma, accusando la più grande utility del Paese di non aver informato in maniera adeguata i clienti in merito a significativi aumenti dei prezzi di gas ed elettricità.

Stellantis. Dopo il tonfo (-6,3%) di lunedì per le dimissioni del ceo Carlos Tavares, Stellantis martedì 3 a Piazza Affari se l’è cavata con un rimbalzino: +1,6% a 11,93 euro, con il titolo che resta sui minimi da due anni e ceduto quasi il 45% da inizio anno. Il ministro Urso apre a Elkann, che però per ora non andrà in Parlamento. John Elkann intende nominare Luca Maestri, il direttore finanziario uscente di Apple come nuovo amministratore delegato della casa automobilistica italo-francese, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera. La casa automobilistica ha smentito in una nota le indiscrezioni stampa sull’entità della buonuscita che verrebbe riconosciuta a Carlos Tavares che domenica si è improvvisamente dimesso dalla carica di AD.

Leonardo . L’Italia sta preparando un nuovo pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina in una rinnovata dimostrazione di sostegno a Kiev da parte del governo di Giorgia Meloni, secondo quanto riferito da due fonti vicine alla questione.

Campari Deutsche Bank taglia a Hold. Stamattina la società ha annunciato che il nuovo Ceo sarà Simon Hunt.

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