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Borse, finale in rosso: pesano il Nasdaq e super-euro

Chiusura in rosso per i principali listini europei, appesantiti a metà pomeriggio dalla partenza negativa del Nasdaq, con i tecnologici in ribasso e lo spettro bolla che si riaffaccia. Piazza Affari si ferma a -1,63%, 20.704 punti, e non è la peggiore. La maglia nera spetta a Parigi -1,88%. Seguono Francoforte -1,83% e Madrid -1,6%, mentre Londra contiene i danni, -0,51%.

I segnali macroeconomici sono positivi dall’una all’altra sponda dell’Oceano: il pil Usa cresce nel primo trimestre oltre le attese (+1,4% invece di +1,2%), l’inflazione in Germania a giugno mostra una dinamica superiore al previsto, il clima di fiducia di produttori e consumatori in Europa tocca i massimi dal 2007. Questo però sembra offrire fondamentali in grado di reggere tassi più elevati, soprattutto dopo le parole di Mario Draghi, martedì scorso, nelle quali gli esperti continuano a leggere cenni di prossima uscita dalle misure di quantitative easing, con buona pace delle smentite lasciate trapelare ieri dalla Bce. In questa cornice, l’euro si porta ai massimi da un anno sul dollaro, a 1,429 (+0,46%) e i rendimenti dei titoli di Stato sul secondario salgono. Il decennale italiano tocca il 2,16%; lo spread col Bund va a 170.20 punti, +2,35%. 

Wall Street apre contrastata, con le banche in rally che sostengono il Dow, mentre Apple, Alphabet, Google, Facebbok e Microsoft  zavorrano il Nasdaq. Al momento però la perdita è dell‘1,71% e il malumore ha contagiato tutti i listini; la giornata, anche a New York, sembra prendere una piega monocolore, rosso fiammante.

Prosegue la lenta risalita del petrolio, con il Brent che tocca i 47,84 dollari al barile, +0,63%. Cala l’oro, -0,46%, 1243,612 dollari l’oncia.

In Piazza Affari alcune banche mettono a segno una performance importante, in particolare Banco Bpm +3,45%, in scia alla nota positiva di Banca Imi, e Ubi +2,38%, grazie all’ottimo risultato della ricapitalizzazione, conclusosi con il 99,31% delle sottoscrizioni.  Scende Bper, -0,54%, che ha ricevuto l’ok all’acquisto di Cariferrara dalla Commissione Europea. Arretrano le big: Unicreid -1,72% e Intesa -1,35%. 

Fra i petroliferi va bene Tenaris, +0,82%, mentre Eni lascia sul terreno l‘1,92%. 

Le vendite colpiscono praticamente tutti i settori: finanziario, moda, auto, utility. 

Fra i titoli peggiori troviamo Ferragamo, -3,18%, Moncler e Ynap, entrambe -3,01%. Giù Stm -2,42% e Recordati -3,37%. Perdono appeal i titoli di società esposte verso il dollaro come Cnh, -3,63 e Leonardo -3,07%. Vanno a picco le utility, soprattutto Enel -2,02 Snam – 2,41, Terna -2,31%.

In retromarcia auto e dintorni: Fiat -3,06%; Ferrari -2,59%; Exor -3,11%; Brembo -3,38%. 

Fra le società a minor capitalizzazione si segnala il fortissimo rialzo di Stefanel, +23,86%, grazie alla sottoscrizione di un accordo di ristrutturazione e rafforzamento patrimoniale. Fra i bancari spiccano Creval +5,19% e Banca Carige +3,5%. Fra i peggiori Prelios -7,92% e Tod’s -7,79%.

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Categories: Finanza e Mercati