Giornata debole per le Borse europee, che ieri avevano toccato i livelli massimi da 20 mesi. Dopo una partenza negativa, nel corso della mattinata i listini recuperano in parte le perdite, ma a metà seduta rimangono in territorio leggermente negativo: a Milano il Ftse Mib perde lo 0,2%, in linea con Francoforte e Parigi. Londra -0,3%. A prevalere sono le prese di beneficio innescate da alcuni risultati societari.
In asia, i mercati azionari di Shanghai e Shenzhen hanno archiviato la seduta in calo (-0,3% per entrambi) in un mercato caratterizzato da un inasprimento della liquidità e da prese di profitto nel settore delle costruzioni. La Borsa di Hong Kong, come quelle di Tokyo e Seul, era chiusa per festività.
Oltre alla pioggia di dati economici e di trimestrali, l’attenzione degli investitori si concentra sul comunicato che la Fed emetterà stasera alle ore 20 italiane, al termine della riunione del board. Il mercato dà per certo che la Banca centrale americana non modificherà la politica monetaria, ma si aspetta che Janet Yellen dia qualche segnale sulla possibilità di un rialzo dei tassi il mese prossimo.
Intanto, da Bruxelles arrivano i nuovi dati sul Pil dell’Eurozona, che fra gennaio e marzo – secondo le stime preliminari di Eurostat – è cresciuto dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e dell’1,7% su base annua. I numeri sono in linea con il consensus degli economisti. La crescita nell’ultimo trimestre del 2016 è stata rivista al rialzo dallo 0,4% allo 0,5% su base congiunturale e dall’1,7% all’1,8% su base tendenziale.
Dalla Germania, invece, arriva la conferma che ad aprile il tasso di disoccupazione tedesco si è mantenuto al 5,8%, il livello più basso dai tempi della riunificazione. Il dato, reso noto dall’agenzia federale tedesca sul lavoro, è coerente con le attese degli analisti.
Sul versante obbligazionario, lo spread Btp-Bund si attesta a 193 punti base, in lieve discesa, con il rendimento sui Btp decennali italiani che negli stessi minuti viaggia al 2,26%.
Quanto ai singoli titoli di Piazza Affari, viaggiano in decisa controtendenza Unicredit (+1,4%), Banco Bpm (+1%) e Luxottica (+1,3%), che si collocano in testa al Ftse Mib. Fra gli altri bancari, Intesa invariata e Ubi -0,3%. Le azioni peggiori sono invece quelle di Tenaris, Cnh Industrial e Stm, tutte in ribasso del 2%.
Per la società di semiconduttori il ribasso arriva dopo il +1,8% di ieri. Nello stesso settore, Dialog Semiconductor arretra oggi del 2,9% in avvio dopo che il suo principale cliente Apple ha registrano una inattesa flessione nelle vendite di iPhone. I titoli avevano perso ad aprile il 14% sui timori che la Apple portasse parte della sua produzione di componenti in-house.
Proseguono le vendite su Fca (-0,4%) dopo il -4% della vigilia: ieri sera i dati sulle immatricolazioni in Italia in aprile hanno mostrato un brusco stop con un -4% per le vendite di Fiat Chrysler. Anche le blue chip tedesche Daimler e Bmw sono in terreno negativo a causa di deludenti vendite di auto negli Usa.
Viaggia intorno alla parità Telecom Italia nel giorno del Cda sui conti e nella settimana decisiva per il rinnovo del board.
A Francoforte Hugo Boss fa segnare -6%. I trader spiegano il crollo con il dato sulle vendite a parità di perimetro, risultato leggermente al di sotto delle aspettative. La casa di moda tedesca ha comunque messo a segno profitti in crescita del 25% nel primo trimestre, poco sopra alle attese, anche grazie alla ripresa della domanda di beni di lusso dalla Cina. Analoghi segnali sono venuti da Lvmh, leader mondiale del settore, e da Hermès.
Tra i titoli migliori in Europa si segnalano le azioni del settore farmaceutico, con Novo Nordisk e Fresenius in rialzo rispettivamente del 4,6 e 2,7% dopo aver alzato le stime sui profitti del 2017. La finlandese Nokian Tyres è invece tra i peggiori, in calo del 4,8% dopo aver mancato l’obiettivo sull’utile operativo nel primo trimestre.
Sul mercato valutario, l’euro tiene quota 1,09 dollari. Rimbalza il prezzo del petrolio, con il Wti a 48,06 dollari al barile (+0,84%) e il Brent a 50,92 dollari al barile (+0,91%) dopo i dati dell’Api che mostrano un calo delle scorte negli Usa e in attesa dei dati ufficiali che saranno diffusi oggi. Da segnalare, comunque, che le scorte mondiali restano sui massimi storici nonostante i tagli della produzione Opec. A Milano Eni -0,2%.