Segnano il passo le Borse europee in attesa degli esami di fine ottobre che quasi certamente si chiuderanno con un nuovo aumento dei tassi da parte della Bce. A sollevare gli umori non sarà la sofferta intesa tra i partner Ue sul gas, per ora accordo di facciata da riempire di contenuti. L’addio di Mario Draghi, poi, priva la Comunità di un grande protagonista proprio quando l’Eurozona soffre di un’acuta crisi di leadership, come dimostra il rinvio a data da destinarsi del vertice franco-tedesco, evento che non si è mai verificato dai tempi di Adenauer e De Gaulle in poi. E così le ultime notizie dalle Borse europee risentono del clima generale.
Ma qual è, intanto, lo stato dell’arte dell’economia Ue alle prese con la sindrome recessione? L’avvio della campagna delle trimestrali del Vecchio Continente consente di tracciare un primo, sommario quadro di alcune tendenze, a partire dal settore lusso, un segmento ridotto ma significativo della capacità di resilienza del manufacturing europeo da cui emerge la conferma delle difficoltà tedesche di fronte ai mercati post-global, che sembrano premiare il lusso a scapito dei consumi casual. Ecco in pillole le ultime novità della mattinata delle Borse europee.
Borse europee ultime notizie: focus sul lusso, trimestrali
- La mattinata si è aperta con una nuova delusione per il made in Germany. Il colosso dell’abbigliamento sportivo Adidas -9% sui minimi dal 2016. Utile trimestrale in netto calo e profit warning sui risultati del 2022. Sull’utile netto del terzo trimestre (179 milioni di euro contro 479 milioni) pesa la liquidazione delle attività in Russia dell’anno scorso, soprattutto a causa della “liquidazione delle attività in Russia” ma anche il deterioramento delle tendenze in Cina, a causa del persistere del Covid-19″.
- Assai più resistenti i gruppi francesi, sia quelli dell’hard luxury che del largo consumo. La conferma, sempre stamane, arriva da L’Oréal: il gruppo ha registrato vendite trimestrali per 27,94 miliardi di euro, +20,5% rispetto allo stesso periodo del 2021. A parità di perimetro e tassi di cambio costanti, le vendite sono cresciute del 12%.
- Ancora più euforica la reazione di Hermès: le vendite sono schizzate su grazie alla spinta del caro dollaro in Usa (+28%) , ma anche in Asia (+ 34% in Giappone, nonostante il calo dello yen). Come già nel caso di Lvmh, la società più capitalizzata d’Europa, Hermès, senza far cifre, ha rivisto al rialzo gli obiettivi di vendita a medio termine, con propositi “molto ambiziosi”.
- Fa, almeno in Borsa, eccezione Kering. Il fatturato è salito del 14%, grazie a un’ottima performance in Europa, nonostante i ricavi di Gucci, suo brand di punta, siano stati inferiori alla crescita complessiva (9% contro una previsione di 11%). Ma l’aumento del 14% su base comparabile, che esclude le fluttuazioni valutarie, è stato migliore del consensus degli analisti.
- Anche il made in Italy ha retto meglio del previsto nonostante le prese di beneficio che colpiscono stamane in particolare Moncler. A partire da Brunello Cucinelli in scia anche al rialzo della guidance. Come commenta Equita “il marchio continua a beneficiare della crescente visibilità per il rinnovato interesse per l’abbigliamento post-pandemia: il posizionamento nel lusso assoluto riduce i rischi di impatto dal rallentamento macro”.
- Asia benevola infine, anche per Essilor Luxottica che ha registrato lì (+22%) la maggior crescita dei ricavi, in salita anche in Nord America, il principale mercato del gruppo grazie anche all’effetto cambi.