Dopo qualche incertezza iniziale, le Borse europee prendono coraggio e a metà mattina viaggiano tutte in positivo. Milano guadagna lo 0,4%, come Parigi e meglio di Madrid (+0,2%), Francoforte e Londra (entrambe +0,1%). Spread Btp-Bund in lieve calo a 226 punti base.
Piazza Affari: i titoli migliori e peggiori di oggi
Per quanto riguarda i singoli titoli a Piazza Affari, in testa ai rialzi c’è Tim (+3,4%), che risale dai minimi. Seguono Finecobank (+1,58%), Campari (+1,51%) e Unipol (+1,49%). Bene anche il risparmio gestito e Amplifon (+1,3%; Barclays ha avviato la copertura con overweight e prezzo obiettivo a 31 euro). Più incerte le banche, ora comunque in positivo, sostenute dalle prospettive di aumenti dei tassi.
Tra i titoli peggiori figurano invece Prysmian (-1,27%), Pirelli (-1,25%), Eni (-0,95%) e Generali (-0,39% dopo che SocGen ha ridotto il target price).
Il caso Mps
Fuori dal Ftse Mib, c’è estrema volatilità sul titolo Mps, che ora perde il 2,7% dopo essere stato sospeso in avvio per eccesso di rialzo (+5,7%). I mercati speculano in vista dell’assemblea di giovedì 15 settembre chiamata ad approvare il maxi-aumento di capitale da 2,5 miliardi che farà crescere il peso di Anima Holding e di Axa nell’azionariato.
Inflazione americana: attesa per i dati
Sul fronte macro, oggi c’è grande attesa per i dati sull’inflazione americana. Il mercato ritiene che la corsa dei prezzi abbia raggiunto il picco, ma aspetta i numeri ufficiali per capire quali saranno le mosse della Fed, la cui riunione è in agenda per la prossima settimana.
I dati in arrivo dall’Europa
Intanto, l’inflazione in Germania ha segnato un +0,3% in agosto, in rallentamento rispetto al mese precedente, ma con un dato tendenziale ancora in crescita (+7,9%). L’indice Zew peggiora a -61,9 a settembre da -55,3 ad agosto.
In Gran Bretagna segnali positivi dal mercato del lavoro, con il tasso disoccupazione sceso a maggio-luglio a +3,6%, mai così basso dal 1974.
L’euro si rafforza
Sul versante valutario, continua il rialzo dell’euro, con il dollaro che ripiega in vista di un allentamento della pressione sui prezzi negli Usa e la divisa unica che si assesta a 1,104 dopo un top a 1,0156. A sostenere la moneta unica, sottolineano gli analisti di Unicredit, sono anche altri due fattori: “Le dichiarazioni da falco di alcuni membri della Bce su un possibile inasprimento aggressivo della politica monetaria e gli ultimi sviluppi del conflitto in Ucraina, che hanno favorito un ulteriore calo dei prezzi del gas naturale, riducendo così l’appeal del biglietto verde come valuta rifugio”. Euro/yen a (144,27), dollaro/yen (142,40).
Materie prime: gas in calo
Quanto alle materie prime, in calo il gas naturale Ttf di Amsterdam (-1,7%, a 187 euro al MWh), mentre il petrolio Wti ottobre sale a 88,19 dollari (+0,47%) e il Brent novembre a 94,35 dollari (+0,37%).