I listini snobbano la notizia della scomparsa del rais libico Muammar Gheddafi e vanno a picco nell’attesa del vertice europeo di domenica. Pesano i timori sul destino del fondo Efsf , l’allarme della Troika sulla situazione di Atene e le voci, poi smentite, dello slittamento del summit di domenica: il Ftse Mib sprofonda del 3,78%, il Dax del 2,49%, il Cac del 2,32%, il Ftse 100 dell’1,21%. Wall Street apre in lieve calo e ora il Dow Jones perde lo 0,45% e il Nasdaq l’1,13%.
In mattinata i listini hanno reagito negativamente ai rumours sul mancato accordo sul fondo Salva Stati nel vertice di ieri sera fra Sarkozy e la Merkel. In giornata è però intervenuto il ministro delle Finanze tedesco Wolfang Shauble smentendo le indiscrezioni sul mancato accordo tra Francia e Germania. I due Paesi, ha spiegato, hanno le stesse idee sulle misure da prendere per risolvere la crisi ma precisano che l’accordo non sostituisce le trattative con i 17 Paesi dell’Eurozona. E infatti c’è già chi storce il naso. Come l’Estonia, il cui premier ha oggi detto: ”La nostra posizione e’ chiara. Non vogliamo che venga aumentata la dotazione del Fondo”. E il dato di fatto è che al momento manca ancora l’accordo a livello europeo su come procedere concretamente, nonostante l’ultimatum lanciato dal G20 dello scorso week-end.
Ma siamo ormai ben oltre i tempi di recupero: la Troika lancia l’allame, la situazione in Grecia è sempre più preoccupante e l’ultima tranche di aiuti da 8 miliardi deve essere data al più presto. Non solo. Il Financial Times rivela che per la Troika il secondo piano di aiuti alla Grecia non sarebbe sufficiente a tenerla a galla perché la situazione sta peggiorando molto rapidamente.
Vanno a picco le banche. A Piazza Affari crollano Unicredit che cede il 12,01%, Intesa il 9,81%, Mps l’11,23% e Banco Popolare il 6,92%. Non ce la fa neanche Bpm, sotto i riflettori in questi giorni in vista dell’assemblea di sabato (-3,61%). Lo spread tra i Btp e i Bund è tornato infatti ad allargarsi a ridosso dei 400 punti base con il rendimento dei Titoli italiani che vola al 6% al livello precedente agli acquisti della Bce.
Dal fronte tedesco viene inoltre escluso un meccanismo della leva per l’Efsf che passi per la Banca centrale europea . Un meccanismo quello della leva che comunque non verrà discusso nel vertice di domenica. La bozza sul funzionamento preparata per il vertice europeo prevede ”prestiti preventivi” fra il 2 e il 10% del Pil ai Paesi dell’area euro ”prima che questi trovino difficolta’ a finanziarsi” sui mercati del debito. La bozza però contemplerebbe la possibilità di intervenire sui mercati secondari del debito su input della Bce nel caso questa veda rischi di stabilità. Sul fronte della ricapitalizzazione delle banche, il fondo Efsf potrà essere usato solo dopo che sarà fallito l’intervento di azionisti, investitori privati e governi. Intanto secondo le indiscrezioni rilanciate dal Financial Times, il meccanismo in corso di studio da parte dell?Eba per determinare il fabbisogno di capitale delle banche europee potrebbe portare a necessità di rafforzamento patrimoniale totali a livello di sistema comprese nel range di 70/90 miliardi (da colmare in 6/9 mesi), cifra ben inferiore ai 200 miliardi precedentemente indicati dal Fondo Monetario Internazionale.
In chiusura dei mercati europei l’euro si trova in area 1,368 sul dollaro mentre il petrolio Wti scambia in calo in area 85 dollari al barile.
A Piazza Affari brillano solo Ansaldo Sts (+0.69%), Saipem (+ 0,66%) ed Eni (+0,64%), tutte società che hanno interessi in Libia e che beneficiano delle attese di un ritorno alla normalità del Paese dopo l’uccisione del rais. Ci sono anche motivi specifici: per Eni la scoperta di un giacimento di gas in Mozambico e per Ansaldo le attese speculative sul riassetto della controllante Finmeccanica. Gli altri titoli del Ftse Mib chiudono però tutti in rosso. Tra i peggiori insieme alle banche anche Prysmian (-7,63%) dopo il taglio a neutral da buy di Goldman Sachs.