Le Borse europee avviano la settimana con il vento in poppa in una giornata priva di due punti di riferimento importanti: il mercato cinese è chiuso e lo rimarrà fino a mercoledì, mentre Wall Street è ferma in occasione del Presidents’ Day.
A risollevare gli umori europei ci pensano però il calo generalizzato dei contagi da Covid-19, nonostante la diffusione delle varianti, e il mercato giapponese, che ha toccato i nuovi massimi dal 1990 dopo il buon dato sul pil, salito nel quarto trimestre dell’anno scorso del 12,7%. Sugli scudi anche il petrolio che viaggia in forte rialzo, per la gelata che sta investendo l’emisfero nord del pianeta: il Wti, contratto con consegna a marzo, sale dell’1,6% a 60,44 dollari al barile, mentre il Brent guadagna l’1,14% a 63,14 dollari al barile. Sul fronte dei cambi, l’euro passa di mano a 1,2140 dollari, in rafforzamento da 1,2120 di venerdì scorso.
Per quanto riguarda i market mover odierni, secondo i dati dell’Eurostat, a dicembre la produzione industriale nell’area euro è calata dell’1,6% e nella Ue dell’1,2% rispetto a novembre (+2,6% e +2,3% rispettivamente). Rispetto a dicembre 2019 il ribasso è dello 0,8% e dello 0,4%. La media annua per il 2020 rispetto al 2019 ha registra un calo dell’8,7% nell’area euro e dell’8% nella Ue.
In questo contesto Piazza Affari festeggia il nuovo governo guidato da Mario Draghi, segnando un rialzo dello 0,89% a 23.614 punti base, mentre lo spread continua a scendere portandosi a quota 90 punti base (-1,59%), con il rendimento del BTp decennale in leggerissimo rialzo allo 0,51%. Il Premier e i ministri hanno giurato sabato al Quirinale, mentre è atteso per mercoledì il voto di fiducia in Parlamento. “Nonostante il rischio per le finanze pubbliche italiano resti alto, riteniamo che la nomina di Draghi come primo ministro, la sua credibilità a livello internazionale e il continuo supporto agli acquisti della BCE migliorino drasticamente il profilo di rischio dell`Italia e potrebbero spostare flussi di capitale sull`Italia e l’Unione europea”, ha spiegato Luigi De Bellis, co-responsabile dell’ufficio studi di Equita Sim, sottolineando che la leadership di Draghi renderà più facili e stretti i rapporti con la BCE e l’UE. “Dal mandato di formare un nuovo governo dello scorso 3 febbraio – ha continuato De Bellis – lo spread BTP-Bund si è ridotto di circa 25 punti base (da 113 punti base a 90 – ai minimi degli ultimi 5 anni, con il rendimento del BTP al 0,48%), ma vediamo spazio per un’ulteriore riduzione”.
Galoppano anche gli altri listini europei con Madrid a fare da apripista (+1,43%) seguita da Londra (+1,43%), Parigi (+1,07%) e Amsterdam (+0,7%). Più timida Francoforte, che a poco più di un’ora dall’avvio delle contrattazioni sale dello 0,3%.
Tornando a Milano, la scena oggi è tutta per i titoli petroliferi. In vetta al Ftse Mib ci sono Tenaris (+6%) e Saipem (+4,06%), mentre Eni riconquista la soglia di 9 euro per azione, salendo del 2,3% in attesa dei conti ( e decisioni sul dividendo) che saranno pubblicati giovedì. Occhi puntati anche su Poste Italiane che martedì riunisce il Cda per approvare il bilancio 2020.
Acquisti anche su Finecobank (+2,19%) e Leonardo (+1,95%) che la settimana scorsa ha consolidato la sua presenza nel settore aeroportuale firmando due importanti contratti con SEA e SACBO, rispettivamente società di gestione degli aeroporti internazionali di Milano Malpensa e di Milano Bergamo, secondo e terzo scalo più trafficati in Italia.
Andamento positivo anche per i big bancari: Banco Bpm sale dell’1%, Intesa Sanpaolo guadagna l’1,55% dopo i conti di Eurizon che chiuso il 2020 con un utile netto consolidato di 512,9 milioni di euro e un margine da commissioni a 835,4 milioni. Rialza la china anche Unicredit (+1,58%), dopo la battuta d’arresto della scorsa settimana, quando l’istituto ha pubblicato i conti 2020 peggiori delle attese a causa di un rosso pari a 2,8 miliardi di euro.
Contrastate le utilities: Enel (+0,07%), Hera (+0,38%), Acea (-0,39%). Sul fronte dei ribassi, restano al palo Interpump (-1,81%), Diasorin (-0,7%), Amplifon (-0,5%) e Prysmian (-0,3%).
Fuori dal Ftse Mib è da segnalare la performance di Pierrel (+20,7%), fornitore globale dell’industria farmaceutica e delle bioscienze specializzato nella ricerca e sviluppo, nella produzione farmaceutica per conto terzi di medicinali e nello sviluppo, registrazione e licensing di nuovi farmaci o formulazioni.
Uno sguardo al prossimo futuro: si attendono novità dagli Usa sulla possibile introduzione di nuove misure di stimoli da parte dell’amministrazione Biden, mentre mercoledì, la Federal Reserve pubblicherà i verbali dell’ultima riunione. Venerdì saranno invece rilasciate le prime stime degli indici Pmi Ihs-Markit per febbraio.