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Borse, effetto Big Tech: i conti avvieranno il rilancio o lo storno?

FIRSTonline

Quella che si è aperta oggi è una settimana che potrebbe fungere da spartiacque tra un’eventuale cavalcata e un possibile storno dei mercati. Dopo la corsa sfrenata dei primi sei mesi del 2021 e la correzione (già recuperata) dovuta ai timori per la diffusione della variante Delta, i listini internazionali dovranno decidere su quale strada proseguire per i prossimi mesi. Ad incidere su questa scelta arrivano le trimestrali dei giganti americani della new economy. Si comincia con Tesla, che pubblicherà i conti in serata, e si continuerà con i colossi dell’Hi-Tech statunitense: Apple, Microsoft, Alphabet e Facebook, che presenteranno i conti del trimestre in settimana. Nei prossimi giorni sono in programma i risultati del 20% dell’intero listino Usa, accompagnati da Ipo e Spac pronte a debuttare. Finora l’85% delle società ha superato le aspettative degli analisti. Anche in Italia sale la febbre da trimestrali, con le principali big del Ftse Mib chiamate a svelare il loro stato di salute: da Enel a Eni, passando per Terna, Telecom Italia, Leonardo, Unicredit a Mediobanca.

In questo contesto, la seduta di lunedì si è chiusa sotto il segno dell’incertezza, con le Borse europee che nel pomeriggio hanno recuperato le perdite guidati da Piazza Affari, regina di giornata con che un rialzo dello 0,68% trainata da petroliferi e risparmio gestito. A zavorrare gli indici continentali sono state le notizie provenienti da Pechino, dove il Governo ha deciso di “imbrigliare” le società private dell’istruzione, limitando gli investimenti stranieri e le quotazioni. Timori anche per l’Hi-Tech. Dopo l’offensiva contro Didi, l’Uber cinese che si è recentemente quotata a Wall Street, l’Antitrust cinese ha deciso di imporre a Tencent di porre fine agli accordi in esclusiva sulla musica in streaming. “In generale – commenta di Mps Capital Services – più che le misure di per sé, ciò che preoccupa il mercato è che la maggiore regolamentazione da parte della Cina possa avere delle ripercussioni negative sulla crescita”.

Nel resto d’Europa, le Borse chiudono contrastate: la peggiore è Amsterdam (-0,75%), seguita da Francoforte (-0,4%) che paga il calo della fiducia delle imprese tedesche a luglio, con l’indice Ifo che scende a 100,8 punti a fronte dei 102,5 attesi dagli analisti. In parità Parigi e positiva Madrid (+0,54%). A Londra (-0,1%), spicca la performance di Ryanair (+1,76%) che ha rivisto al rialzo le stime sul traffico per l’intero anno.

Oltre oceano, Wall Street oscilla attorno ai record di chiusura testati lo scorso venerdì in attesa di trovare una direzione sulla scia delle trimestrali. Secondo quanto riportato da Bloomberg, l’amministrazione Biden intende mantenere per ora le restrizioni ai viaggi in vigore in seguito ai timori per l’aumento dei caso di Covid e per la variante Delta. L’attenzione degli investitori nel frattempo è ancora rivolta verso la Fed, che mercoledì prossimo potrebbe dare indicazioni sul futuro dei programmi di sostegno. A due ore dall’apertura del mercato, Il Dow Jones perde lo 0,09% a 35.029; lo S&P 500 è piatto (+0,03% a 4.414 punti); il Nasdaq arretra dello 0,05% a 14.828 punti. 

Tornando in Italia, il Centro studi di Confindustria fa sapere che “lo scenario che si va consolidando per l’Italia è di un rimbalzo del Pil forte nel 2° trimestre 2021, meno nel 3° e 4° trimestre”.”A giugno si è irrobustita la risalita, grazie all’accelerazione delle vaccinazioni e a meno restrizioni. A luglio, però – evidenzia la congiuntura flash – l’aumento dei contagi in varie parti d’Europa pone nuovi rischi di raffreddamento dell’attività economica, specie nel turismo e in particolare da agosto, sia tramite il canale della fiducia che per eventuali nuove misure anti-Covid”.  

A Piazza Affari il Ftse Mib sale a quota 25.296 punti (+0,68%). Nonostante il lieve calo del prezzo del petrolio (Brent -0,14%), in vetta al listino ci sono i petroliferi, con Saipem (+3,72%) seguita a ruota da Tenaris (+2,9%) ed Eni (+2%).

Bene il risparmio gestito con Banca Mediolanum (+2,48%), Azimut (+2,1%) e Banca Generali (+1,93%). Il via libera della Bce ai dividendi e l’attesa per l’esito degli stress test fa bene al comparto bancario che nel pomeriggio ingrana la quinta (Ftse Italia Banche +1,96%) guidato da Intesa Sanpaolo (+2,3%), Unicredit (+1,69%).

In fondo al listino principale si piazza invece Inwit (-3,4%)  a causa del mancato inserimento nel decreto Recovery di un emendamento per innalzare le soglie di inquinamento elettromagnetico ai livelli europei, misura che consentirebbe di accelerare la copertura del territorio in 5G grazie all’incremento degli operatori di tlc ospitati sulle attuali torri. Negative anche Diasorin (-1,97%), Nexi (-1,84%) e Amplifon (-1,43%). 

Passando all’obbligazionario lo spread si attesta a quota 108 punti base (-0,4%), con il rendimento del BTp decennale benchmark allo 0,62% dallo 0,63%, della vigilia.

Si impenna di nuovo il bitcoin, che in giornata ha superato i 39mila dollari (+15%), riportandosi ai livelli del mese scorso. A innescare le vendite è ancora una volta il mattatore Elon Musk, numero uno di Tesla, che ha dichiarato che il gruppo delle auto elettriche potrebbe tornare ad accettare il bitcoin come metodo di pagamento. Musk, la settimana scorsa, aveva anche detto che sia Tesla sia SpaceX detengono bitcoin. Ulteriore sostegno viene dal fatto che Amazon ha separatamente iniziato la ricerca di un project manager esperto di criptovalute.

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Categories: Finanza e Mercati