In attesa delle elezioni Usa di domani e dell’avvio dell’embargo sul petrolio iraniano, i mercati aprono la settimana all’insegna della cautela.
Partono al ribasso le Borse asiatiche, senza dar seguito al promettente rimbalzo della scorsa settimana. La Borsa di Hong Kong perde il 2,5%, l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen l’1,6%.
Il renmimbi, la valuta cinese, torna a indebolirsi dopo due giorni di apprezzamento, a 6,91. Seul è in calo dell’1,3%. Non va meglio a Tokyo, sotto dell’1,3% in apertura.
XI NON APRE A TRUMP, DEBOLE LA CORPORATE JAPAN
All’apertura della fiera di Shanghai, rivolta alle importazioni in Cina, il presidente Xi Jinping ha rinnovato le promesse di ulteriori aperture del mercato agli stranieri (senza però prendere impegni precisi) e ribadito la tolleranza zero verso le aziende che violano i brevetti, ma non ha raccolto i segnali di dialogo lanciato da Washington.
Contrastata anche l’apertura di Tokyo. La campagna delle trimestrali segnala una discesa dei profitti: solo +0,5% in netto calo sui dati precedenti. Ma la frenata non impedisce alla Banca del Giappone di muovere i primi passi verso l’uscita dalla politica dei tassi sottozero. Il governatore della Banca centrale Haruhiko Kuroda, parlando agli industriali, ha dichiarato: “L’economia non si trova più in una condizione tale da dover ricorrere ad ampie azioni politiche di contrasto alla deflazione”. Ovvero, il mondo degli affari e dell’industria si prepari alla fine degli stimoli.
EMBARGO: ESENZIONE IN VISTA PER L’ITALIA
Sotto i riflettori il petrolio nel giorno d’avvio delle sanzioni Usa a Teheran. Sanzioni morbide a giudicare dai primi risultati. Continua infatti la discesa delle quotazioni del greggio: il Brent è scivolato a 72 dollari circa, assai al di sotto dei valori, attorno agli 80 dollari, del mese scorso. A favorire il calo dei prezzi, oltre all’aumento della produzione in Usa, Russia ed Arabia Saudita, contribuiscono le esenzioni dal blocco concesse da Washington a otto Paesi tra cui : Cina, Gippone, Corea del Sud e Turchia. L’elenco completo verrà annunciato in giornata e, secondo l’Associated Press, comprenderà l’Italia, unico Paese Ue premiato da Trump.
STERLINA IN ALTALENA, BORSE DEBOLI IN APERTURA
L’euro è poco mosso a 1,138 su dollaro. Prevista apertura in calo per Londra e Francoforte.
Grande fermento sulla sterlina in scia alle indiscrezioni sul negoziato della Brexit. La valuta è schizzata a 1,3062 sul dollaro dopo un articolo del Times in cui si elencano i punti dell’intesa doganale ma stamane perde colpi sotto 1,3: per The Telegraph l’intesa è ancora lontana.
EUROGRUPPO, VERSO IL NO ALLA MANOVRA
L’Italia affronterà oggi, senza grandi speranze di promozione, l’esame della manovra da parte dell’eurogruppo: il ministro Giovanni Tria sarà probabilmente sotto il fuoco incrociato dei colleghi mentre la Commissione europea pare più determinata che mai ad andare in fondo verso l’apertura di una procedura d’infrazione. L’8 novembre è in programma l’uscita delle previsioni economiche aggiornate della Commissione europea, che terranno già conto dei saldi inseriti dall’Italia in manovra.
I DEMOCRATICI VERSO IL CONTROLLO DELLA CAMERA
L’attenzione dei mercati è però già concentrata sul voto americano. Le elezioni di metà mandato, test sul gradimento della gestione Trump, rappresentano di gran lunga l’appuntamento più importante della settimana, probabilmente decisivo per capire la rotta degli Stati Uniti per i prossimi due anni. Si stima un’affluenza record alle urne, nell’ordine del 60% degli aventi diritto. I sondaggi prevedono il successo dei democratici alla Camera mentre i repubblicani dovrebbero conservare la maggioranza in Senato.
LA FED PREPARA I PROSSIMI RIALZI
Domani, il giorno dopo il confronto elettorale Usa, comincerà la riunione della Federal Reserve, la penultima del 2018. Non ci sarà conferenza stampa, al termine dei due giorni di meeting, a conferma che non sono previste per ora novità sui tassi. L’appuntamento con il rialzo è fissato per dicembre, nonostante le tensioni sui mercati azionari. A favore della mini-stretta giocano l’aumento dell’occupazione (i senza lavoro sono fermi al 3,7% ai minimi dal ’69) e l’aumento delle buste paga (+3,1% nell’ultimo mese). Prima della riunione del Fed arriverà anche i dati sull’attività manifatturiera e sulla fiducia dei consumatori.
TRIMESTRALI, ARRIVA LA VALANGA
Settimana ricca di dati societari, sia in Italia che nel resto dell’economia globale.
Si comincia oggi con il settore auto. È in programma il consiglio di amministrazione Ferrari, in contemporanea con la conferenza stampa della Fiom-Cgil sulla situazione produttiva e occupazionale negli stabilimenti italiani del gruppo.
Arrivano in settimana anche i dati sui Big giapponesi, vedi Toyota (martedì), Subaru e quelli di Bmw (mercoledì).
Riflettori oggi anche sui conti di Italgas, martedì toccherà all’Enel.
Domani comincerà con Intesa San Paolo anche la sfilata delle trimestrali bancarie dopo l’esito positivo degli stress test dell’Eba. Seguiranno da martedì gli altri istituti, a partire da Unicredit e Bpm, assieme alle assicurazioni (Generali, Cattolica, Unipol) e al gestito.
Da ricordare in settimana, tra gli altri, anche i consigli di Leonardo, Poste, e Telecom.
In pieno svolgimento anche la campagna delle trimestrali in Europa ed a Wall Street: il 74% delle aziende del listino S&P 500 hanno già annunciato i risultati migliori delle stime.