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Borse e guerra: l’Asia non si unisce all’euforia Ue e Usa sul disgelo. T-Bond, campanello d’allarme

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Una svolta? O solo una tregua prima di un’altra offensiva? Dopo i colloqui di Istanbul il segretario di Stato americano Antony Blinken ha affermato di non aver visto segni di “reale serietà” da parte della Russia nelle trattative. Più possibilisti i leader europei, a partire dalla Germania. I mercati, invece, sembrano avere pochi dubbi, a giudicare dai forti rialzi dei listini europei che hanno avuto un seguito a Wall Street, dove, per la verità, fa più effetto la corsa dei rendimenti dei T bond, culminata per poche ore nella famigerata inversione della curva: il titolo a due anni ha superato il rendimento del decennale, campanello d’allarme per la recessione. “Non è detto – sostiene un gestore a Reuters – che ogni volta che si verifica il sorpasso arrivi la recessione. Ma è certo che ogni recessione è preceduta da questo fenomeno”. Anche per questo l’euforia di ieri sembra in buona parte svanita.

Perde l’1,4% il Nikkei di Tokyo. Lo yen si apprezza su dollaro in modo importante per il secondo giorno consecutivo. Il cross scende a 121,8, dai massimi degli ultimi sei anni toccati a inizio settimana.

Il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen è in rialzo del 2%. La parte Est di Shanghai resta isolata ed in lockdown totale, come previsto dal piano di contenimento del contagio che tra qualche giorno riguarderà anche la parte ovest. I positivi crescono, ieri hanno sfiorato quota 6.000.

La borsa della Corea del Sud è intorno alla parità, in rialzo dello 0,8% il BSE Sensex di Mumbai.     

I future di Wall Street sono poco mossi. Ieri quarta seduta consecutiva di rialzo dell’S&P500+1,2%. Dow Jones +0.97%. Il Nasdaq ha chiuso in rialzo dell’1,8%.

Il Treasury Note a dieci anni, arrivato ieri vicino alla soglia d’allarme di 2,50% di rendimento, tratta stamattina a 2,34%. Lo spread tra il decennale ed il biennale, sceso ieri in negativo, stamattina è di nuovo positivo, a 3 punti base.      

Il petrolio WTI risale, dopo la flessione dei primi due giorni della settimana, a 105 dollari il barile.

Terzo giorno di apprezzamento dell’euro a 1,111, favorito dai “passi concreti” del negoziato di cui hanno parlato le delegazioni dei contendenti. L’Eurostoxx chiude ai massimi dal 23 febbraio

Si avvicina la pace, o almeno una tregua? Fin dalla mattina i mercati europei hanno scommesso sulla prospettiva di un possibile accordo nonostante l’avvio gelido dei colloqui a Istanbul, con le due delegazioni che non si sono strette la mano. Ma con il passare delle ore sono emerse proposte concrete, anche se la diffidenza verso Mosca resta.

Di qui un rimbalzo formidabile. L’indice Eurostoxx 50, che raggruppa le società più importanti della zona euro, si è portato sui massimi dal 23 febbraio, il giorno precedente l’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Dai minimi di marzo l’indice ha messo a segno un rimbalzo del 17,50%, ma la perdita da inizio anno resta ampia, intorno al 7%.

Milano corre, Parigi fa meglio grazie a Renault

Anche Piazza Affari (+2,41%) recupera le perdite subite con guerra, superando ampiamente quota 25mila e fermandosi a 25.307 punti base.

Parigi sale del 3,08% spinta dal rally di Renault (+11,2%) e di Faurecia (componentistica, +17,25%). Madrid +2,87%, Francoforte +2,35%; Amsterdam +2,05%.

La più cauta è Londra (+0,62%), che soffre il calo di Barclays (-3,47%) dopo che uno dei principali investitori ha messo in vendita azioni per circa il 3% del capitale della banca.

Mosca insiste. Pagheremo i debiti in rubli

Sono misti gli indici di Mosca, dove è ripresa anche la contrattazione dei titoli internazionali. Il Moex, denominato in rubli, perde lo 0,91%, mentre lo Rtsi, denominato in dollari, guadagna il 7,11%.

Ma non si placa la guerra economica. Mosca, non solo insiste sul pagamento del gas in rubli (richiesta già rinviata al mittente), ma ha fatto sapere che intende riacquistare gli eurobond per 2 miliardi in scadenza il mese prossimo in rubli e non in dollari.

Fuochi d’artificio sulle obbligazioni: Btp fino a 2,26%

Non si fermano però le vendite sul mercato obbligazionario. Dopo aver ritoccato i massimi dall’aprile 2020 spingendosi fino a 2,26%, il tasso del decennale italiano ha però chiuso sui livelli dell’avvio di seduta attorno a 2,12%

Sale anche il rendimento del Bund a 0,63% (+6 punti base). Lo spread Italia-Germania a 10 anni scambia in chiusura poco lontano dal minimo intraday di 146 punti base.

Il tasso del Btp a 2 anni è balzato a un massimo di 0,383% da 0,257% della scorsa chiusura. Dopo le notizie in arrivo da Istanbul, i mercati monetari della zona euro hanno prezzato rialzi dei tassi da parte della Bce di oltre 65 punti base entro fine anno.

Un analogo movimento ha interessato anche il tasso del due anni tedesco, tornato per la prima volta in territorio positivo dal 2014.

In asta il Tesoro italiano ha assegnato ieri 5 miliardi di Bot semestrali con un rendimento stabile a -0,488%.

Gli aumenti dei rendimenti non spaventano Philip Lane, il capo economista della Bce. “La maggior parte dell’alta inflazione della zona euro – ha detto – è uno shock importato che svanirà nel tempo. Ma il calo dell’inflazione non implica che questi alti prezzi si invertiranno. L’Europa potrebbe doversi abituare a prezzi più elevati”.

Generali: sale Caltagirone. Del Vecchio può comprare ancora

Nella giornata del rally frenano i protagonisti delle ultime sedute. Perde colpi Generali. Ieri il titolo, dopo due sedute di rialzo, ha perso il 2,04%, mentre l’indice Euro Stoxx delle assicurazioni saliva del 2%. Sempre ieri, Delfin (Del Vecchio) e Crt hanno reso noto che è cessato il patto di consultazione del 10 settembre scorso, già abbandonato da Caltagirone a fine gennaio. Lo scioglimento, datato 27 marzo, si imputa al “venir meno delle finalità per le quali lo stesso era stato costituito”. Può essere che i due pattisti, ormai vicini al 10% (Delfin ha ufficiosamente l’8,2%, Crt l’1,7%), preferiscano marciare divisi verso l’assemblea comprando altre azioni senza violare il 10%, che potrebbe richiedere l’autorizzazione Ivass.

Francesco Caltagirone è intanto salito al 9,519% del capitale, un pacchetto che alle attuali quotazioni vale 2,94 miliardi.

Tim, la risposta a Kkr slitta al 4 aprile

Poco mossa Telecom Italia (-0,12%), in attesa di notizie sulle decisioni del cda di ieri sera. In una lettera mandata lunedì sera, TIM ha chiesto ulteriori chiarimenti a KKR sui termini dell’offerta per l’intero gruppo, indicando nel 4 aprile il termine per una risposta, spiegano due fonti vicine alla situazione. In particolare i chiarimenti riguardo la conferma del prezzo indicato in via preliminare a novembre e se KKR è disposta a una due diligence di natura esclusivamente confirmatoria, spiegano le fonti.

Dossier Russia: volano Unicredit, Buzzi e Pirelli

In forte recupero i titoli più collegati al business con la Russia. Guida la corsa Unicredit (+7,52%) assieme alla francese Société Générale (+8,3%), l’altro istituto più bersagliato per la presenza sul mercato russo.

Kbw alza il giudizio ad Outperform: il nuovo target price è 13,9 euro.

Lo stesso analista ha ridotto il target price di Intesa (ieri +5,70%), di Bper Banca e di Banco Bpm. Bocciata Mediobanca.

Corre Buzzi (+7,02%), presente sia in Russia che in Ucraina. L’azienda è stata aiutata anche dalla conferma del buy di Berenberg e di Ubs.

Rimbalza anche Pirelli (+5,09%) già discussa per i passati legami con Rosneft.

Boom di Stellantis (+6,6%) dopo le rassicurazioni di Carlos Tavares sul ruolo di Torino come centro di competenza ingegneristica internazionale per l’elettronica.  

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Categories: Finanza e Mercati