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Borse e banche, il calvario continua: FtseMib sotto quota 16mila

FIRSTonline

Nuova seduta a forte volatilità sui listini globali, guidata dalle vendite sulle banche e sui titoli energetici. Il Ftse Mib chiude il calo del 3,21% mentre lo spread Btp-Bund, dopo aver sfondato 150 punti base, chiude a 145. Rosso anche per le altre Borse europee: Parigi -1,69%, Londra -1%, Francoforte -1,11%. Atene perde il 2,89% dopo un calo del 5% in giornata.

Gli investitori tornano a comprare beni rifugio come il decennale tedesco, l’oro e lo yen. Questa mattina il Nikkei ha chiuso in calo del 5,4% mentre il resto dei principali listini asiatici, come Shanghai e Hong Kong, è chiuso per il capodanno cinese. Il petrolio Wti è invariato mentre il Brent cede l’1,95%. L’oro sale ancora dello 0,46%.

TASSI NEGATIVI PER 6MILA MLD DI DOLLARI

La corsa di questi giorni ai beni rifugio ha fatto segnare un altro dato record: per la prima volta nella storia il rendimento dei titoli di Stato decennali del Giappone è sceso in territorio negativo. Il risultato è che lo stock del debito mondiale che in questo momento ha un rendimento negativo sale a 6mila miliardi di dollari.

Sugli investitori pesano i timori sul bail in, con l’allarme che ha travolto anche Deutsche Bank che ha dovuto rassicurare sulla propria capacità di ripagare i prestiti subordinati, ma anche il ritorno dell’incertezza legata alle mosse della Fed. Domani è attesa la testimonianza di Janet Yellen al Congresso Usa.

Intanto in Europa Jens Weidmann, a capo della tedesca Bundesbank, ha avvisato che il calo del prezzo del petrolio farà ridurre sensibilmente le stime dell’inflazione 2016.

Il cambio euro dollaro sale dell’1,06% a 1,1312. La forte volatilità investe anche i listini Usa con il Dow Jones che, archiviati i passaggi in territorio positivo, cede lo 0,49% e l’S&P500 lo 0,45%. Sul fronte macroeconomico le scorte all’ingrosso Usa hanno fatto meglio delle attese con un calo dello 0,1% a dicembre.

GHIZZONI, MERCATO IN ATTESA DI SEGNALI FORTI

In Italia al tappeto sul FTse Mib finiscono tutte le principali banche: Ubi Banca -8,87%, Banco Popolare -8,63%, Bpm -8,35%, Unicredit -7,91% e Intesa Sanpaolo -6,21%. Questa è una settimana densa per tutto il comparto: c’è attesa per il decreto su bad bank, Bcc e recupero crediti, si stanno scaldando i motori dell’M&A e il mercato si attende possibili novità sul fronte delle nozze Banco Popolare-Bpm per la fine della settimana e diversi grandi gruppi stanno annunciando i risultati dell’esercizio 2015.

Tra questi anche Unicredit, che ha registrato utili di 1,7 miliardi di euro e una proposta di dividendo scrip di 12 centesimi di euro per azione. Il Ceo Federico Ghizzoni, durante la presentazione dei risultati, ha confermato l’intenzione di tornare al dividendo cash il prossimo anno. Per Ghizzoni il sell off sui mercati non si fermerà nel breve periodo. “Penso che a essere realisti non si fermerà nel breve – ha commentato durante la conferenza stampa sui risultati – non ci sono notizie tali da invertire la tendenza negativa. E’ un mercato alla ricerca di ragioni per invertire la rotta, finché non ci saranno segnali forti dalle banche centrali o dal Governo il mercato non invertirà la tendenza in atto. L’enorme liquidità che si realizza vendendo equity non rientra però in circolo, è parcheggiata, secondo me tornerà sull’equity quando il mercato avrà la percezione che si è toccata una base solida da cui ripartire”.

Alcuni titoli hanno viaggiato in controtendenza sul Ftse Mib: Telecom Italia +3,57% in attesa del piano, Campari +1,56%, Mediaset +1,36% e Luxottica -1%. Dopo le turbolenze legate al riassetto dei vertici, il titolo del gruppo di occhialeria rimbalza in scia delle valutazioni degli analisti di Jefferies che hanno migliorato la raccomandazione a hold da sell.

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