La serie di tagli dei tassi degli ultimi giorni, con interventi sproporzionati di 50 punti base in Svizzera e Canada e un allentamento di 25 punti base da parte della Banca centrale europea, ha contribuito a dare una spinta al dollaro Usa, che è balzato dell’1% sull’euro, dell’1,6% sul franco svizzero e dell’1,8% sullo yen giapponese. Wall Street ha chiuso in modesto calo, ma ha sorpreso il calo del 13,7% di Adobe. Anche Nvidia ha perso l’1,41%, ma Broadcom guadagna il 14% nell’afterhours, segnalando un boom di ordini da intelligenza artificiale. Soprattutto da sottolineare le forti pressioni sul settore obbligazionario Usa, con conseguente deciso aumento dei rendimenti. Le borse asiatiche sono per lo più in forte calo guidate dalla Cina ancora delusa per la mancanza di incisività al nuovo piano di aiuti del governo. Le borse europee sono viste aprire deboli dopo la decisione scontata ieri della Bce sui tassi.
Salgono i rendimenti dei Treasuries Usa
Il dollaro ha tratto energia anche dai rendimenti più elevati dei Treasury, poiché gli investitori hanno ridimensionato le aspettative di un aggressivo allentamento della politica monetaria statunitense il prossimo anno. I mercati sono ancora fiduciosi in un taglio da parte della Federal Reserve la prossima settimana, ma hanno praticamente rinunciato a una mossa a gennaio, che è valutata a una probabilità del 20%. Prima della successiva riunione della Fed si sarà già insediato Donald Trump nello Studio Ovale potrebbe aver già emanato decine di ordini esecutivi con ampie implicazioni commerciali e politiche, dicono gli analisti.
Un ulteriore fattore degno di nota per i rendimenti statunitensi e il dollaro è che la crescita oltre le attese dei prezzi alla produzione statunitensi pubblicati ieri tanto che gli analisti hanno rivisto al ribasso le aspettative per l’indice PCE core cruciale a circa lo 0,13% dallo 0,2% in poi.
Questa settimana i titoli del Tesoro a lungo termine hanno subito pesanti perdite, con il rendimento del titolo di riferimento a 10 anni in aumento di 17 punti base, mentre i rendimenti a 30 anni sono saliti di 22 punti base, il più grande aumento settimanale in oltre un anno. Anche un’asta del treasury trentennale di ieri non è stata brillante. Del resto l’aumento dei rendimenti riflette in gran parte un riprezzamento al rialzo dei tassi di base che sono visti scendere solo lentamente al 3,8% entro la fine del 2025, rispetto all’1,75% dell’Europa e al 2,7% del Canada.
Wall Street in calo. Soprende il -13,7% di Adobe dopo i dati. In discesa anche Nvidia
Lo stesso dato del Ppi ha spinto al ribasso Wall Street che ha terminato con un calo dello 0,53% sul Dow Jones: l’indice americano prosegue in tal modo una serie negativa, iniziata il 5 di questo mese, di sei ribassi consecutivi. Sulla stessa linea in calo l’S&P-500, che chiude sotto i livelli della vigilia a 6.051 punti. In lieve ribasso il Nasdaq 100 (-0,68%) e l’S&P 100 (-0,61%). Giornata decisamente negativa per Adobe (-13,7% a 474,63 dollari), dopo la diffusione dei risultati finanziari del 4° trimestre 2023/2024 e delle indicazioni per l’esercizio 2024/2025. Vendite anche su Nvidia (-1,41%). Broadcom +14% nell’afterhours, segnala un boom di ordini da intelligenza artificiale.
La forza travolgente del dollaro schiaccia le altre valute
La forza travolgente del dollaro sta mettendo sotto pressione le valute nei mercati emergenti: si pensa che la banca centrale indiana abbia venduto dollari tramite le banche statali per sostenere la rupia, che è vicina ai minimi storici. Anche lo yen è stato un grande perdente, indebolito dalle aspettative che la Banca del Giappone difficilmente aumenterà i tassi di interesse la prossima settimana. I problemi salariali delle piccole imprese sono un motivo in più per cui la BOJ potrebbe procedere con cautela con qualsiasi restringimento. L’euro è scivolato sotto gli 1,05 dollari a 1,046, sui minimi da metà novembre.
La Cina in testa alle perdite di tutta l’Asia
In Asia la maggior parte dei titoli azionari è in calo sulla scia del calo di Wall Street, con la Cina in testa alle perdite. L’indice Hang Seng di Hong Kong perde l’1,7%, movimento che porta la variazione settimanale a +0,8%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -1,8%, -0,5% la settimana.
La Cina intende aumentare il sostegno all’economia nel 2025, attraverso misure per stimolare la crescita, tra cui un deficit di bilancio più elevato, una maggiore emissione di debito e una politica monetaria più flessibile. Alla chiusura della due giorni di lavori della Central Economic Work Conference, l’importante conclave che riunisce la leadership comunista per fare il punto sull’economia e tracciare le strategie del nuovo anno, è emerso l’impegno a “implementare le politiche macroeconomiche più proattive” e a “espandere la domanda interna“, ha riferito l’emittente statale Cctv. Tra le misure di cui parlano i media, indicate in modo generico e senza dettagli sull’attuazione, il sostegno ai consumi e agli investimenti ha la massima priorità. Nel resoconto dell’incontro tenuto a Pechino, a cui ha preso parte il presidente Xi Jinping, figurano altri obiettivi chiave quali la “promozione dell’integrazione dell‘innovazione tecnologica e industriale, la stabilizzazione dei mercati immobiliari e azionari, e la prevenzione e il contenimento dei rischi in aree chiave e gli shock esterni”. La leadership ha delineato i piani per aumentare il rapporto deficit fiscale il prossimo anno dal 3% del prodotto interno lordo di quest’anno, nonché per fa crescere l’emissione di titoli di stato ultra-lunghi e di bond speciali degli enti locali, ha aggiunto la Cctv. La Cina “ha bisogno di mantenere una crescita economica costante e di mantenere stabili l’occupazione e i prezzi complessivi” per il prossimo anno.
La borsa di Tokyo è in ribasso dell’1%, +0,9% la settimana. Continua a indebolirsi lo yen , a 152,9. L‘indice Tankan sulla fiducia delle industrie manifatturiere del Giappone è salito a 14 nel quarto trimestre 2024, ha comunicato la banca centrale, sopra il 13 atteso dagli economisti. L’indicatore per i maggiori produttori, è sceso leggermente a 33 da 34, come nelle attese. Anche la fiducia delle imprese più piccole è migliorata, sia per il settore manifatturiero, sia per quello dei servizi.
La borsa della Corea del Sud è in rialzo, l’indice Kospi guadagna lo 0,4% e torna sui livelli precedenti l’introduzione poi ritirata, della legge marziale da parte del presidente. Intanto si prepara un secondo voto con la richiesta di messa in stato di accusa da parte del parlamento.
Borse europee viste aprire in lieve calo
L’Europa è pronta per un’apertura in lieve calo prima di alcuni dati economici, tra cui la produzione industriale della zona euro. I futures EuroStoxx50 sono in calo dello 0,2%, mentre i futures Nasdaq sono saliti dello 0,3%, vicino a un massimo storico. Ieri il FTSEMIB di Milano ha chiuso in rialzo dello 0,3%, Dax di Francoforte +0,1%. Cac 40 di Parigi invariato: è slittato, probabilmente a oggi, l’annuncio del nuovo premier a Parigi. Ieri il BTP ha chiuso a 3,34% di tasso di rendimento, +15 punti base. Spread sul Bund in allargamento a 114 punti base. Il decennale della Germania è a 2,19%.
Germania. Peggiorano i prezzi all’ingrosso che registrano a novembre 2024 un incremento nullo su base mensile, dopo il +0,4% del mese precedente. Lo annuncia l’Ufficio Federale di Statistica tedesco (Destatis). Gli analisti si aspettavano un incremento dello 0,2%. I prezzi all’ingrosso su base annuale sono ancora in calo e scivolano dello 0,6 % contro il -0,8% registrato a ottobre.
Regno Unito. La produzione industriale diminuisce a sorpresa a ottobre. L’indice della produzione industriale ha registrato, nel mese di ottobre 2024, un decremento dello 0,6% su base mensile rispetto al -0,5% del mese precedente e al +0,3% atteso dagli analisti. Il dato tendenziale registra un calo dello 0,7% dopo il -1,8% di settembre e rispetto al +0,2% del consensus. La produzione manifatturiera, su base mensile, registra una discesa dello 0,6% contro il +0,2% stimato dagli analisti e a fronte del -1% di settembre. La variazione annua registra un +0%, peggio del consensus (+0,9%), dopo il -0,7% precedente.
Diversi funzionari della Bce interverranno più tardi nel corso della giornata. La banca centrale, che ha deluso le colombe che speravano in una mossa di 50 bp giovedì. I membri del Consiglio Bce sarebbero orientati a tagli graduali da 25 punti base dei tassi d’interesse anche nelle riunioni di gennaio e marzo, Lo ha scritto ieri sera Bloomberg citando fonti a conoscenza delle discussioni nella Bce. Un approccio graduale sarebbe il più appropriato sulla base delle attuali aspettative su crescita e inflazione. Un taglio più deciso, da mezzo punto percentuale, resterebbe un’opzione da utilizzare in caso di emergenza ma, nelle condizioni attuali, rischierebbe di trasmettere inutilmente un senso di urgenza.
Banco BPM. Si profila un accordo con i sindacati su uscite, assunzioni e premi, secondo il Corriere. Il negoziato era fermo a 1.100 ingressi e 1.600 esodi incentivati, ma la banca avrebbe deciso di spesare tutto su quest’anno con la possibilità di alzare il numero dei nuovi assunti e con un bonus allineato a quello di altre banche, scrive il quotidiano. L’Antitrust ha dato il via libera all’OPA di Banco BPM Spa
su Anima Holding Spa, concedendo un’approvazione incondizionata all’acquisizione del controllo della società di gestione del risparmio. Dopo l’ok dell’Authority, restano i passaggi con Bankitalia, IVASS e Consob, che avrà cinque giorni di Borsa per esprimersi. L’avvio dell’OPA è previsto per fine febbraio.
Prysmian ha ricevuto una commessa in Nuova Zelanda. L’operatore Transpower si occuperà della sostituzione dei cavi elettrici sottomarini HVDC che collegano le Isole del Nord e del Sud. I lavori complessivi, dovrebbero essere pari a 450 mln di dollari NZ, circa 250 mln euro.
Stellantis. Lo stabilimento di Mirafiori a Torino resterà operativo almeno fino al 2032-2033 grazie alla produzione della Nuova Fiat 500, ha detto il capo Europa del gruppo automobilistico, Jean- Philippe Imparato. Il manager ha anche detto che la decisione di Stellantis di rientrare in Acea (Associazione dei Costruttori Europei di Automobili) significa aderire alle sue proposte, compresa la contrarietà alle regole Ue sulle emissioni per il 2025.
Unieuro. Il delisting conseguente l’opas lanciata dalla francese Fnac Darty è atteso per l’8 gennaio 2025.
Mediobanca, al termine del processo Srep la Bce ha fissato per il 2025 un requisito minimo di capitale, per il Cet1, del 9,03%. Il requisito patrimoniale Pillar 2 rimane fissato a 1,75%.
Eni. Il Cda del colosso petrolifero ha deliberato la possibile emissione di uno o più prestiti obbligazionari subordinati ibridi, da collocare presso investitori istituzionali, per un ammontare complessivo non superiore a 1,5 miliardi di euro o equivalente in altra valuta.
doValue. Nell’operazione di aumento del capitale le sottoscrizioni hanno raggiunto circa il 98,08% delle azioni offerte
TIM ha ricevuto una comunicazione da parte del ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e di Retelit, in qualità di potenziali acquirenti di TI Sparkle, in cui sottolineano che saranno in grado di completare le attività necessarie a presentare un’offerta entro il prossimo 18 dicembre, ovvero due giorni dopo la scadenza fissata di comune intesa.