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Borse di oggi: Wall Street fiuta una nuova stretta e manda in rosso i listini europei. Sale lo spread

Imagoeconomica

Le Borse europee chiudono in rosso, Wall Street si muove in ribasso e salgono i rendimenti dei titoli di Stato: sono gli effetti sui mercati dei dati del lavoro negli Stati Uniti nel mese di settembre, buoni, quindi idonei a supportare la Fed in un possibile rialzo dei tassi di 75 punti base anche alla prossima riunione. Le scommesse sulle azioni delle banche centrali muovono gli umori finanziari più dell’armageddon atomico citato ieri sera dal presidente Joe Biden, per evocare la resa dei conti finale tra male e bene, vale a dire la minaccia di un possibile epilogo nucleare tra Russia e Ucraina. A rafforzare l’ipotesi catastrofica ha contribuito anche il premier ucraino, Volodymyr Zelensky, intervenendo al vertice europeo di Praga: “Tutti noi siamo sull’orlo di un disastro nucleare a causa della cattura della centrale nucleare di Zaporizhzhia da parte delle truppe russe”. D’altra parte, il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, secondo quanto riferisce la Tass, ha detto che l’Ucraina potrebbe usare vari tipi di armi di distruzione di massa.

In questa cupa atmosfera i listini europei hanno cambiato segno nel corso degli scambi. Piazza Affari chiude in calo dell’1,13% e si ferma sotto la soglia psicologica dei 21mila punti (a 20.901). Le perdite sono più massicce ad Amsterdam -2,16%, penalizzata dalle vendite sul settore high tech dopo i risultati trimestrali deludenti di Amd e Samsung. Nel resto d’Europa Francoforte perde l’1,57%; Parigi -1,17%; Madrid -0,96%; è incolore Londra -0,08%.

L’euro è poco mosso contro dollaro e si muove poco sotto i 98 centesimi. Il petrolio viaggia forte, sorretto dagli annunciati tagli dell’Opec+. Il Brent si apprezza del 2,76% a 97,03 dollari al barile; il greggio texano sale in misura superiore al 4% a 92,14 dollari al barile.

Il prezzo del gas a metà giornata perdeva il 5% a 166 euro MWh, mentre a Praga si cercava di mediare nella ricerca di un futuro accordo sul prezzo del gas e la Polonia si arrabbiava con la Germania, dicendo che il piano energetico tedesco distruggerà il mercato unico dell’UE.

Scende la disoccupazione negli Usa e salgono le probabilità di una Fed falco

L’economia americana ha creato in settembre 263.000 posti di lavoro non agricolo. Si tratta di un numero oltre le attese per alcuni analisti e sotto le stime per altri, ma in ogni caso idoneo a consolidare la Fed nel suo proposito di combattere l’inflazione anche a costo di un rallentamento economico, tanto più che il quadro dell’occupazione appare rassicurante. Il tasso di disoccupazione a settembre è calato al 3,5% dal 3,7% di agosto. In conseguenza i prezzi dei futures legati al tasso di interesse della Fed implicano ora una probabilità del 92% che la banca alzi il tasso di riferimento dal 3%-3,25%, a un range del 3,75%-4% in occasione della riunione dell’1-2 novembre. La probabilità prima del rapporto sul lavoro era dell’85%.

Pur non precisando di che entità saranno le prossime mosse, il presidente della Fed di New York, John Williams, ha confermato che la banca centrale statunitense deve “aumentare ancora i tassi” e lavorare per ridurre l’inflazione e riequilibrare l’attività economica in modo più sostenibile.

Male i T-Bond; lo spread sale a 250 punti base

La notizia pesa sui T-Bond, che mostrano prezzi in ribasso e rendimenti in rialzo e ha riflessi anche sulle big tech Usa sensibili al tasso Usa. Così mentre il decennale si porta in area +3,88, si vendono azioni Apple, Alphabet, Amazon, Microsoft.

Paga pegno il secondario italiano: lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata sale a 250 punti base (+3,13%) e i tassi crescono: +4,69% per il titolo italiano; +2,19% per quello tedesco.

Piazza Affari racchiusa tra il balzo di Leonardo e il tonfo di Stm

Il quadro generale si riflette in Piazza Affari, il cui listino principale è racchiuso tra il balzo di Leonardo +3,11% e il tonfo di Stm, -5,26%. La società di difesa, secondo alcune case d’investimento, beneficia di notizie positive per il settore come l’aumento dei budget della difesa in Norvegia e le indiscrezioni relative al riavvicinamento tra Germania e Arabia Saudita. Il calo di Stm s’inserisce nel generale allarme del settore.

I titoli petroliferi sono contrastati: salgono Tenaris +1,32% ed Eni +0,94, scende Saipem -0,84%.

Nella parte alta del listino Campari +1,16%. Le banche chiudono una seduta volatile: alla fine sono in frazionale progresso Bper +0,66%; Banco Bpm +0,57%; Unicredit +0,39%. Mps sale dell’1,65%, al termine di una settimana in altalena.

Nella parte bassa del listino Inwit -3,04%, nel giorno in cui il consiglio di amministrazione di ha nominato Diego Galli direttore generale e Oscar Cicchetti presidente nell’ambito del nuovo assetto organizzativo apicale della società delle torri tlc. Nexi -2,52%. Giù i titoli dell’automotive come Ferrari -2,44%, Cnh -2,44%, Stellantis -1,87%. Perde quota Moncler -2,5%.

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