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Borse di oggi 26 ottobre – I mercati si preparano al rialzo dei tassi Bce senza ansia: Unicredit sostiene Piazza Affari

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Il Toro resta anche oggi nell’arena finanziaria, nonostante il tonfo di Microsoft e Alphabet, primi colossi tecnologici Usa che nella notte hanno presentato risultati trimestrali deludenti. A dare fiducia agli investitori ha contribuito in giornata la Banca centrale del Canada alzando i tassi meno del previsto e facendo ben sperare per quanto riguarda Fed e Bce. Inoltre alcune grandi banche europee (Unicredit +4,31%, Barclays -0,57% e Deutsche Bank +1,11%) hanno mostrato poi guadagni oltre le stime proprio grazie alla crescita dei tassi nel periodo in esame. Dopo qualche incertezza i listini continentali arrivano così al traguardo in progresso, aggiungendo un’altra seduta positiva alle prime due della settimana. 

Piazza Affari si apprezza dello 0,45% e si consolida a 22.389 punti base, trascinata dall’istituto guidato da Andrea Orcel.

È ancora più tonica Francoforte +1,14%, seguita da Madrid +0,99%, Londra +0,71%, Parigi +0,41%. In leggerissimo calo Amsterdam, -0,09%, piazza ricca di titoli tecnologici. Sul comparto  pesa il ribasso di Asm International -7,37% che vede nelle nuove restrizioni alle esportazioni degli Stati Uniti un gravame sulle proprie vendite in Cina. Male Heineken (-4,92%) che ha registrato un rallentamento nelle vendite.

Wall Street, dopo un avvio debole, sta cercando di riportare in parità anche il Nasdaq (-0,2%), nonostante l’andamento negativo dei tech. Guidano la rimonta generale i titoli energetici. 

Bce falco? Banca canadese più colomba del previsto. Euro in parità con il dollaro 

L’atteggiamento delle banche centrali resta la bussola che orienta l’umore degli investitori in questi mesi. Domani la parola passerà alla Bce e difficilmente ci saranno sorprese sull’incremento atteso di 75 punti base. Per il futuro (soprattutto dopo la riunione di novembre della Fed) si apre però un nuovo spiraglio alla luce delle scelte della Banca centrale del Canada che oggi ha deciso di alzare il costo del denaro di 50 punti base al 3,75%, contro attese al 4%, anche se l’inflazione rimane “eccessiva” e i “tassi continueranno a salire”.

L’ipotesi che la Federal Reserve rallenti il passo dopo il meeting novembrino sta frenando il dollaro, mentre le attese sulla Bce galvanizzano l’euro che scambia oggi alla pari contro il biglietto verde con un rialzo superiore all’1%.

Gli acquisti tornano sui titoli di Stato sia nella zona euro sia negli Usa. 

Spread stabile; scendono i rendimenti in asta

Il secondario italiano, che è rimasto in rosso per gran parte della seduta, è infine invariato. Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata chiude a 221 punti base (-0,11%), con tassi in lieve calo rispettivamente a 4,32% e 2,11%.

Sono risultati in ribasso anche i rendimenti sul primario tricolore: per Btp short term sono stati assegnati 2,5 mld, con rendimento al 2,88% BTp-i, 750 mln decennali, rendimento al 2,22%; BTp-i, 750 mln a 5 anni, rendimento 1,09%.

Sul fronte energetico il gas risale oltre i 100 euro; il petrolio tipo Brent segna un progresso 2,2% a 95,60 dollari al barile

Piazza Affari brinda con Unicredit e petroliferi; Tod’s a picco dopo il fallimento dell’Opa

Regina del listino è Unicredit, che ha chiuso i primi 9 mesi dell’anno con utile a 4 miliardi (dai 3 miliardi dell’anno scorso) e che nel terzo trimestre ha battuto le attese degli analisti con un utile di 1,7 miliardi includendo la Russia (1,3 miliardi escludendo la Russia). È superiore alle previsioni anche la guidance e gli analisti mettono in risalto le ottime indicazioni fornite dall’istituto sul fronte del capitale, oltre al buon andamento dei ricavi, soprattutto da trading, al calo dei costi e ai minori accantonamenti. Nel settore perde quota Banco Bpm -0,75%.

Piatta Mps -0,16%, poco sotto i due euro. 

Occupano la parte alta del FTSE Mib le tre blue chip del settore petrolifero: Saipem +2,96%; Tenaris +2,26%; Eni +1,32%.

Nell’industria sono in luce Leonardo +1,78% e Stellantis 0,9%. Bene le utility a partire da Terna +1,04%. Nel settore, tra i minori, brilla anche Iren (+2,89%) dopo le indiscrezioni, riportate dal Sole 24 Ore, secondo cui il gruppo studia la cessione di una quota di minoranza ad un partner finanziario delle attività di distribuzione del gas.

I risultati trimestrali non aiutano Amplifon, -4,19% e le prese di profitto penalizzano Campari -1,27%, Azimut -1,11%, Moncler -1,08%. Debole Stm, -0,77%.

Fuori dal paniere principale il tonfo più rumoroso è quello di Tod’s (-19,44%) dopo il fallimento dell’Opa lanciata dalla proprietà con l’obiettivo di togliere il titolo dal listino (vedi articolo di Ugo Bertone). “Prendiamo atto che parte del mercato ha ritenuto l’Offerta inferiore alle sue aspettative” sostiene Della Valle, ma “chi ha deciso di mantenere le proprie azioni avendo letto le motivazioni dell’offerta, vuol dire che condivide la nostra visione”.

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